Capitolo 7.
Chissà cosa mi stava succedendo in quei giorni, probabilmente sentivo uno strano influsso positivo e angoscioso allo stesso tempo che mi scorreva nelle vene, e sarebbe stato curioso sapere cosa fosse a farmi provare questa assurda sensazione. Ero confusa probabilmente, ma non conoscevo il reale motivo di tale disordine.
Però le giornate che seguirono quella fatidica cena, sembravano bene o male rilassanti, e serene, fino a quando qualcuno come Louis o mio padre, distruggeva quella pace, e quel relax, ma poco mi importava, perché avevo imparato a fregarmene, ormai.
Un mese quasi era passato da quando Bill e Louis fecero ingresso a casa mia, e la sua presenza stava diventando così monotona, tanto che quello che mi diceva, non mi importava nemmeno più, benché, dopo quella litigata e quel bacio, il nostro rapporto fosse tornato come prima, quindi ci divertivamo in un certo senso, ma ci torturavamo a vicenda, e soprattutto lui torturava me.
In quel momento, mi ero svegliata da circa cinque minuti, e avevo ancora la testa sotto il cuscino, perché non riuscivo ad alzarmi dal mio letto. Era così comodo.
Qualcosa però, o meglio dire qualcuno, mi fece quasi sobbalzare dal letto, con la sua voce squillante anche di prima mattina. Anche se non ero poi così sicura che fosse prima mattina.
-Ciao Ventooo! Alzati, è mezzogiorno!- urlò Louis, togliendomi il lenzuolo di dosso, e facendomi cacciare un mugugno, mentre mi soffocavo da sola il viso con il cuscino, sperando che quello fosse un sogno.
Ma purtroppo non lo era, e davvero la voce di Louis mi stava martellando il cervello già in quel momento, quando ero sveglia da soli cinque minuti.
-Louis, non rompere.- sbottai io, riprendendomi il lenzuolo, e nascondendomi sotto di esso, ma nuovamente mi fu tolto, e quasi non cacciai un urlo dal nervoso.
-Ma è ora di alzarsi!- disse in tutta risposta, buttandosi sul suo letto, facendo un rumore assurdo. Evidentemente non era possibile rimanere a dormire, così mi alzai, accorgendomi di aver praticamente tutto il pigiama in disordine, e mi riordinai velocemente.
-Non mi interessava vedere quasi le tue tette.- sbottò lui voltandosi di scatto. –Cazzi tuoi, succede questo se convivi con una ragazza.- mi alzai, sistemando i capelli in una coda, e subito dopo mi stropicciai gli occhi. –Voglio dormire.- borbottai, senza riuscire ancora ad alzarmi totalmente dal letto, quindi rimasi lì seduta ancora per un’altra manciata di minuti, con Louis che mi guardava.
-Perché mi guardi?- chiesi, alzando il sopracciglio.
Scosse la testa, come se volesse farmi capire che non lo stava facendo per un motivo ben preciso, e io feci spallucce, decidendo finalmente di mettermi in piedi. –Hai già fatto colazione?- domandai.
-Ancora no.- disse in tono tranquillo. –Sono sveglio da un quarto d’ora tipo, e non c’è nessuno a casa, sono usciti tutti.- continuò.
-E dove sono?- chiesi cercando di capire dove fosse andata mia sorella.
-Mio padre e tuo padre sono a pranzo fuori con dei loro amici, e staranno lì tutta la giornata, sono in montagna, e Zoe sarà fino a oggi pomeriggio con Zayn.- quasi rabbrividii al pensiero di dover rimanere quasi tutto il giorno sola con Louis, ma dovevo cercare di mantenere la calma, anche se già da come mi aveva svegliata, non riuscivo a prevedere niente di positivo. Decisi così di mandare un sms a Zoe.
Certo, tu vai a farti Zayn, e mi lasci sola con Louis ahah -Andiamo a fare colazione.- dissi poi, uscendo dalla mia stanza, e andando al piano di sotto verso la cucina. Afferrai due tazze per il latte, e ne riscaldai un po’ in un pentolino.
-Dobbiamo pensare al pranzo.- dissi, sbuffando.
-Non ho idea di cosa fare.- rispose Louis, giocando con un cucchiaio, e sbattendolo sul tavolo noiosamente. Presi il pentolino, e versai il latte nelle tazze, porgendone una a Louis.
-Potremmo fare anche dei panini!- dissi.
Lui annuì, per acconsentire, e cominciammo entrambi a bere il nostro latte. Stavo pensando intanto a qualcosa da fare in quella giornata noiosa a casa. Non avevo intenzione di uscire, non mi andava assolutamente di vestirmi, preferivo passare tutta la giornata a oziare stando in pigiama, e probabilmente anche quello era il programma di Louis.
-Mi sembra di averti sognata sta notte.- disse lui, guardandomi.
-Davvero? E cosa hai sognato?- chiesi curiosa.
-Non ricordo, però c’era anche mia madre, e c’eri pure tu, ma non ricordo cosa succedeva, era strano, e mi sono svegliato un po’ strano infatti.-
-Ma tu sei sempre strano.- ironizzai.
Rise anche lui, alzandosi dalla sedia, subito dopo aver finito, e si buttò sul divano della cucina, cominciando a fare zapping in televisione.
-Cosa facciamo oggi?- chiese Louis.
-Non ne ho idea, voglio rimanere a casa ad oziare.-
-Sono d’accordo con te, quindi posso torturarti tutto il tempo?- domandò con un sorriso quasi maligno, e con la sua solita faccia da schiaffi che tanto detestavo.
-Din din din! Risposta sbagliata.- dissi.
-Vorrei guardare MTV anziché questi stupidi programmi che vedi tu.- mi avvicinai a lui, cercando di togliergli il telecomando dalle mani, ma invano. –Non c’è motivo!- disse nascondendo il telecomando sotto la sua schiena, facendo in modo che io non lo potessi prendere.
-Louis!- urlai, cercando di smuoverlo da quel divano, per poter cambiare canale. Lui rise, mentre io usavo tutte le mie forze, ma sembrava quasi impossibile recuperare quell’oggetto. Saltai addosso a lui, mettendomi a cavalcioni, e prendendo a solleticarlo, sapevo che gli dava maledettamente fastidio, e continuai così ancora per molto, fino a quando non riuscii a prendere il telecomando, e misi subito il canale che volevo io. –Questa me la paghi!- disse lui guardandomi con sguardo minaccioso. Da quello potei intuire che era il caso di scappare, e ridendo cominciai a correre, mentre Louis cercava di prendermi. Facemmo il giro del tavolo della cucina, mentre lui provava a farmi delle “finte” per prendermi, ma sembrava impossibile, e infatti riuscii tranquillamente a correre verso il salone, sempre con lui alle calcagna.
-Non mi prendi Tomlinson!- dissi uscendogli fuori la lingua. Sembravamo proprio dei bambini, ma era divertente fare queste cose anche a quell’età. Lo vidi buttarsi sul divano, per arrivare dall’altro lato in cui stavo io, e proprio mentre stava per prendermi dalla maglietta, sfuggii alla sua presa, e ancora una volta gli feci una smorfia.
-Non mi arrendo.- disse semplicemente, prima di scavalcare dal divano, e io non avevo altra scelta che correre verso il piano di sopra, sempre inseguita da lui. Arrivai in camera mia, ma purtroppo non avevo più altra possibilità per scappare, così mi fermai nel mezzo della stanza, guardandomi intorno. –Non hai scampo- rise lui guardandomi, poggiato allo stipite della porta. Mi prese quasi in braccio buttandomi sul suo letto, e mettendosi subito a cavalcioni su di me, bloccandomi le mani. Cacciai un urlo, ma sotto ridevo già, e subito dopo cominciò lui a farmi il solletico, e mi dimenai nel letto, cercando di scansare le sue mani, ma lui era evidentemente più forte di me in quel momento.
-Mi arrendo, giuro mi arrendo, ma basta!- urlai, respirando quasi a fatica da quanto avevo riso mentre mi faceva il solletico. Si bloccò per un momento, e poi mi guardò.
-Mh, e quindi dovrei lasciarti andare?- domandò.
-Decisamente, anche perché siamo in una posizione ambigua.- risi.
-Beh, ma è figo, almeno posso tenere il controllo su di te, e tu non puoi muoverti!- ammise tenendomi ancora le mani dai polsi, per evitare che io potessi scansarlo.
-Dai lasciami andare.- mi dimenai, mentre lui rideva.
-Va bene, solo per questa volta ti lascio andare.- disse, ma rimase ancora qualche secondo fermo ad osservarmi, prima di lasciarmi. Mi sembrava strano quel giorno Louis.
-Perché mi guardi sempre per ora?- risi, alzandomi dal letto.
-Ma non è vero!- disse per tutta risposta.
Io feci spallucce, e lasciai perdere la questione, scendendo al piano di sotto.
-Mi spieghi perché sei sempre così incazzata con tuo padre?- fece quella domanda di getto, e io quasi mi gelai. Non ero nemmeno certa che mi stesse seguendo mentre andavo al piano di sotto. Mi sedetti nel divano del salone, guardando un punto fisso, probabilmente riflettendo ad una risposta giusta da dare.
-Perché questa domanda?- pensai così che l’unica risposta da dare era rispondere con un’altra domanda. –Sono solo curioso.- si mise vicino a me, guardandomi.
-Mio padre non è mai stato un grande esempio per me. Fino a poco tempo prima che arrivaste voi pensavo di avere una speranza, che il rapporto con lui potesse migliorare, e provavo a convincermi che in realtà gli volevo bene.- ero maledettamente logorroica, e la cosa era parecchio fastidiosa, ma quando mi facevano queste domande, avevo bisogno di raccontare tutto fin dalle origini. –L’odio verso lui parte prima di tutto dalla sua falsità, infatti, sei mesi dopo la morte di mia madre, lui, benché dicesse di amarla ancora e cose simili, cominciò a frequentare diverse donne, e questa cosa mi dava fastidio, spuntava ogni settimana con una nuova donna, e io non potevo convivere con questa storia, ero già abbastanza straziata per mia madre, era il mio enorme punto di riferimento, e penso lo sia tutt’ora.- continuai a parlare, senza mai guardare Louis, che però appariva interessato alla questione. Era strano come qualche minuto prima l’aria fosse divertente, e la casa fosse piena di risate, e adesso si sentiva solo l’odore della malinconia, e tutto per una stupida domanda, ma non volevo non rispondergli, era giusto che lui sapesse.
-Dopo aver fatto due anni così, passò tre anni in pace, e sembrava stesse andando tutto bene, fino a quando non ha ricominciato frequentando sempre persone diverse, e io non potevo sopportarlo. E ora siamo qui.- dissi semplicemente scuotendo la testa e prendendo a giocare con un lembo della mia canottiera. Poi mi soffermai a pensare una cosa.
-Perché mi stai facendo questa domanda se hai letto il mio diario?- domandai. –Volevo solo raccontata veramente la storia da te, e non da uno stupido diario su cui affidi tutta la tua vita.- fece una smorfia, come se fosse contrario.
-Beh, con chi devo parlare se non con un diario?- dissi.
-Non c’è motivo di affidare la propria vita ad un diario, Arya, sembri stupida se fai ‘ste cose.- si alzò dal divano andando verso la cucina, e prendendo un sorso d’acqua.
-Non credo di esser stupida.- risposi alla sua affermazione con sicurezza. –Hai la fortuna di avere una sorella, parla con lei, no?- disse.
-Con lei ci parlo, ma è diverso.- ammisi, raggiungendolo e sedendomi nel bancone della cucina, dondolando i piedi, mentre continuavo la conversazione con Louis. Mi aveva messo su una strana malinconia, e adesso non ero poi così pimpante come prima, però sarebbe passato da un momento all’altro, sicuramente.
-Non volevo renderti triste.- disse avvicinandosi a me per potermi guardare se ero realmente triste in viso. –Tranquillo, capita spesso, tra poco starò sicuramente meglio!- sforzai un sorriso, continuando a dondolarmi.
-Sai per caso a che ora ritorna Zoe?- domandai.
-No, ma penso intorno alle cinque del pomeriggio a quanto ho capito, e forse viene qui con Zayn!- ecco che poi mi soffermai a pensare a mia sorella. Ero così maledettamente felice per lei, avrei dato tutto pur di vederla sorridere. Per anni avevo sofferto io solo perché lei stava attraversando un periodo maledettamente difficile.
In quel momento mi risultò automatico toccarmi la collanina che lei mi aveva portato dalla Spagna. L’avevo sempre con me, non la toglievo mai.
Era un simbolo molto importante per me.
-Tu e Zayn da quanto vi conoscete?- chiesi.
-Da quando eravamo abbastanza piccoli, solo che io ero più grande di lui, infatti ci siamo conosciuti giocando a pallone per le vie di Doncaster!- disse facendo una risatina, mentre pensava a quei momenti.
-E come mai vive qui adesso?-
-Suo padre si è voluto trasferire, diceva che a Doncaster non c’era l’opportunità di fare nulla.- fece spallucce. –Lui era il mio migliore amico lì, e lo è tutt’ora comunque, ci vogliamo troppo bene.- io sorrisi, perché per un momento mi sembrava di vedere un lato positivo di Louis, anche se continuavo ad affermare che di positivo c’era ben poco in lui, quindi quella convinzione sparì molto presto.
-Per quanto riguarda me, non ho mai avuto una migliore amica, ed è strano dirlo.- ammisi sbuffando. –Cioè, sì, l’ho avuta, ma mi ha delusa profondamente, è stata una stronza, e da lì mi sono affidata totalmente a Thomas.. il mio migliore amico.-
-Da quanto vi conoscete?- chiese.
-Da quando eravamo molto molto piccoli!- sorrisi, perché ogni volta mi veniva in mente quanto tempo era passato dalla prima volta in cui vidi Thomas. –Non l’ho mai visto di presenza!- disse Louis.
-L’hai sfottuto vedendolo solo in foto, non so che potresti dire vedendolo di presenza.- lo guardai in modo negativo, perché detestavo chiunque potesse prendere in giro il mio migliore amico.
-Mh, è vero!- scoppiò a ridere.
-Sei proprio un coglione!- scossi la testa scendendo dal bancone su cui ero seduta. Cercavo di pensare a qualcosa da fare in quella giornata, fino a quando non squillò il telefono di casa e io corsi a rispondere.
-Pronto? Chi? Sì, è qui Louis.- evidentemente non conoscevo la persona dall’altro capo del telefono, così porsi il telefono a Louis che era il diretto interessato. –Pronto? Hey ciao! Sì, certo! Stasera? Va bene, ovvio. Posso portare un po’ di gente? Giusto un paio persone! Va bene, a stasera!- quella telefonata fu molto breve, e mi fece incuriosire. Lo guardai con un sopracciglio alzato, e lui subito capì che volevo sapere chi fosse stato ad averlo chiamato.
-Era un mio amico, stasera c’è una festa, volete venire pure tu e Zoe?- domandò mentre riponeva il telefono al proprio posto, e io feci una piccola risatina. –Sei strano. Ci odiamo a morte, eppure mi inviti ad ogni festa al quale sei ospite.- risi ancora.
-Beh, non faccio nessun sforzo a non invitarti, anzi, mi fai risparmiare fiato!- fece spallucce.
-Però voglio venire!- dissi. Non avevo nient’altro di meglio da fare, e forse una festa avrebbe fatto al caso mio, magari con qualche ragazzo carino da rimorchiare. Sì, sarei andata decisamente.
-Avvisa Zoe e Zayn allora!- disse lui.
-Zoe! Hai visto i miei pantaloncini?- quella sera decisi di passare ad un look più o meno sobrio, non avevo voglia di mettere un vestitino, o di vestirmi bene o male elegante.
-Tieni, sono qui! Lasci sempre le tue cose ovunque.- sbottò mia sorella lanciandomi i pantaloncini di jeans che avevo deciso di mettere. Misi anche una canottiera piuttosto lunga, che mi dava un tocco in più, e un paio di tacchi alti. Benchè cercavo di evitare di essere elegante, un paio di tacchi era sempre adatto. Mia sorella, a differenza mia, voleva essere un po’ più raffinata, sicuramente per far colpo su Zayn, anche se a mio parere non ce n’era bisogno, perché era perfetta così.
Dopo essermi vestita, dovevo assolutamente sistemare i miei lunghi capelli castani. Arrivavano fin sotto le scapole, ed erano mossi, e mi piaceva tenerli sempre in ordine, così con due mollette li sistemai accuratamente, guardandomi più volte allo specchio, assicurandomi che nel corso della serata non sarebbero diventati orribili. Mi preoccupai subito dopo del trucco, fino a quando non entrò improvvisamente in bagno Louis che evidentemente non sapeva che io ero lì dentro, infatti sobbalzammo entrambi. –Hey! Ci sono io!- dissi sbuffando, mentre passavo l’ombretto sulla mia palpebra.
-Eh, e io devo andare in bagno.- rispose, poggiandosi allo stipite della porta mentre mi osservava. –Puoi aspettare!- dissi in tutta risposta, continuando a pensare al mio make up per la serata. Mi accorsi poi che Louis era ancora lì.
-Beh?- chiesi.
-Ti sto aspettando!- disse.
-Non potresti aspettarmi fuori, mi sento un po’ a disagio.- lo guardai in attesa che lui uscisse dal bagno. Detestavo quando la gente mi osservava mentre mi truccavo, mi sentivo maledettamente in imbarazzo.
-Non mi va.- rispose, sbuffando.
-Sei una rottura di coglioni, Louis.- e così, benché lui fosse ancora lì, continuai a truccarmi, guardandolo di tanto in tanto con la coda dell’occhio. Misi ancora un po’ di mascara e lucidalabbra, e poi uscii dal bagno. –Tutto per te!- andai verso camera di Zoe che ancora si stava preparando.
-Sbrigati, vedi che Zayn sarà qui a momenti!- dissi.
-Lo so! E ancora devo farmi i capelli!- disse quasi isterica, mentre finiva di mettersi la matita negli occhi. –Ti aiuto io- risi, e presi la piastra, cominciando a lisciarle i lunghi capelli neri, mentre lei finiva di truccarsi davanti lo specchio della sua stanza.
-Stasera tu e Zayn avete intenzione di stuprarvi a vicenda sulla pista da ballo?- ironizzai. –Ma che dici?- mi guardò alzando il sopracciglio e accennando una risatina.
-Non vorrei ricordartelo, ma quando ancora non stavate insieme e siamo andati a quella festa, lui ti metteva le mani ovunque mentre ballavate.- lei fece una risatina timida, e mi accorsi che le sue guance erano diventate rosse. Si intimidiva facilmente, ed era dolcissima quando lo era. –Oh, suvvia, non è stato niente di che!- disse dopo.
-I suoi capelli sono pronti madame!- feci un inchino, e sorrisi.
-Ok, sono pronta, devo solo preparare la borsa.- mi fece venire in mente che dovevo prendere la mia nel mio letto. Avevo optato per una piccola tracolla nera, che adoravo, e che portavo spesso con me.
Vidi Louis spuntare in camera mia. Indossava un paio di jeans, una maglietta bianca, con una giacca nera più elegante sopra, e una sciarpa grigia. Per quanto ne potevo sapere adorava le sciarpe, ne aveva una diversa ogni giorno. E personalmente stava bene vestito in quel modo.
Era elegante ma non troppo.
-Wow, questi tacchi mi fanno più alta!- dissi camminando per la stanza.
-Vabbè, non vantarti, rimani sempre una nana.- rispose, e io per tutta replica uscii la lingua, prima di dirigermi di nuovo verso camera di Zoe, entrambe ormai pronte per uscire. Il campanello ci fece intuire che Zayn era arrivato per venirci a prendere come sempre, con la sua solita macchina. Scendemmo tutti e tre al piano di sotto, chi più lentamente come me e Zoe, che rischiavamo di cadere da un momento all’altro.
-Papà, noi usciamo!- avvisò Zoe, prima di uscire.
-Okay, non fate troppo tardi!- disse mentre mangiava delle noccioline davanti il televisore insieme a Bill.
-Non abbiamo più dodici anni.- sbottai io scuotendo la testa, prima di aprire la porta, ritrovandomi davanti Zayn. –Buona sera!- disse salutandomi con un bacio in guancia, salutando subito dopo Louis, e lasciando il saluto più importante alla fine. Prese Zoe per i fianchi, dandole un piccolo bacio sulle labbra mentre si chiudeva la porta alle spalle. –Non vi vedete da due ore, e già fate i piccioncini?!- sbottò Louis sconvolto, scuotendo la testa, prima di salire in macchina.
Ci ritrovammo tutti in macchina, come sempre.
-Ho voglia di ballare.- disse Zayn voltandosi verso Zoe, e strizzandole l’occhio in segno di intesa. –Zayn, eviteresti di fare il cascamorto adesso?- disse Louis avvicinandosi al sedile dell’amico, dandogli poi uno scappellotto nella testa.
-Hey, non picchiare il mio ragazzo!- disse Zoe, facendo come per proteggerlo, carezzandogli piano il capo.
-Ecco, diglielo piccola!- Zayn fece un finto broncio, che gli dava un’aria davvero tenera e dolce. –Va bene, ora andiamo!- sbottò Louis.
Qualche minuto dopo eravamo già arrivati a quella festa, ed eccetto Louis che conosceva il festeggiato, e qualche altra persona per il resto erano tutti sconosciuti, ma c’era davvero fin troppa gente, e il locale che era stato prenotato era veramente pieno di persone.
-Cerchiamo dei tavolini disponibili!- dissi ad alta voce, provando a sovrastare il rumore della musica. Vedemmo con la coda dell’occhio un tavolino attorniato da un divanetto a “ciambella” e decidemmo di andarci a sedere lì, prima di andarci a muovere un po’.
Nel tragitto che andava dall’entrata fino al nostro tavolo, notai perfettamente un ragazzo davvero carino, dall’aria molto intrigante. Aveva dei capelli abbastanza corti, e neri, e gli occhi azzurri si notavano fin da lontano, e quanto pare anche lui si era accorto di me in quel momento. Forse sarebbe stata la mia ‘preda’ quella sera, ma inizialmente gli diedi poca importanza, e mi sedetti con Zoe, Zayn e Louis, e cominciammo a chiacchierare su un paio di cose, fino a quando mia sorella e il suo ragazzo non si allontanarono per andare a ballare, come avevano fatto la volta prima, lasciando me e Louis da soli.
Non passarono molti minuti, che il ragazzo moro di prima si avvicinò verso di me. –Hey.- disse con fare misterioso e sexy. Gli feci un sorriso semplicemente, e lui contraccambiò. –Vuoi venire a ballare?- improvvisamente mi ricordai che io non sapevo ballare, o che comunque facevo schifo. Ma.. in quel momento poco mi importava e mi lasciai trascinare senza troppo indugio, provocando quasi uno shock a Louis, che era rimasto lì da solo. Il moro mi prese per mano, portandomi verso la pista. Non capitava mai che io mi davo da fare con degli sconosciuti, ma quella sera mi sentivo un tantino diversa.
-Come ti chiami?- chiese mentre ci eravamo ritrovati già in pista, e cominciavamo a muoverci tra la gente, entrambi molto vicini l’uno con l’altra. –Arya.- risposi io, sorridendo. –Tu?-
-Io sono Alex.- disse, molto vicino al mio orecchio, altrimenti non sarei riuscito a sentirlo con la musica così alta. Cominciammo a ballare entrambi, e io cercai di essere il più sciolta possibile, facendo passi semplici. Sentii le mani di Alex poggiarsi sui miei fianchi, mentre mi avvicinava maggiormente a sé, cercando di rendere la scena un po’ più intima, benché fossimo vicini a un bel po’ di persone. Sfiorò appena le mie labbra con le sue, improvvisamente, sentendo la sua lingua premere contro la mia fin da subito. Poggiò entrambe le mani sul mio fondoschiena, prima di prendermi da un braccio. –Vieni con me.- sussurrò, con un certo sorrisetto malizioso, e forse non ero più sicura di ciò che stavo facendo, ma mi lasciai trascinare via, senza troppo indugio.
Ci ritrovammo in un posto un po’ più appartato, vicino ai bagni, e mi poggiò contro il muro, continuando a baciarmi sulle labbra con foga, mentre mi toccava i fianchi. Le sue mani sfiorarono prima delicatamente, poi con foga i miei seni attraverso la maglietta, continuando a tenere incollate le nostre labbra. Sentii poi una certa pressione da parte delle sue mani sul bottone dei miei pantaloncini, e lì gli afferrai i polsi per fermarlo. –Che intenzioni hai?- chiesi io guardandolo torvo.
-Fidati di me, piccola.- sussurrò, ma ciò mi portò solo ad allontanarlo sempre di più da me, ma lui era irremovibile, e continuava a provocarmi, e a toccarmi. –Lasciami.- dissi tra i denti mentre sentivo le sue mani premere ancora contro i miei pantaloncini. Lo spinsi appena, ma lo ritrovai ancora addosso a me, impertinente, e quasi violento in quel momento. Quasi ansimavo dal nervoso, e cercavo di allontanarlo da me ogni secondo di più, ma senza successo. Si strusciò contro di me, e io mi morsi forte un labbro, sicuramente per disprezzo.
-Vai via.- dissi nuovamente, ma lui non mi ascoltava, fino a quando non sentii che lui si allontanò da me. Non l’avevo fatto di sua spontanea volontà, ma era stato qualcun altro a prenderlo dalla maglietta, e immediatamente notai Louis dietro di lui, che lo aveva allontanato da me, e lo aveva spinto dalla spalla. –Hey che cazzo vuoi?- disse Alex rivolto a Louis, che secondo lui ci aveva sicuramente interrotti.
-Non devi nemmeno osare toccarla.- disse Louis scontroso, mentre lo spingeva ancora per farlo allontanare. –Chi sei tu per dirlo?- i due si ritrovarono faccia a faccia. Louis lo spinse più forte facendolo quasi cadere a terra, e a quel punto mi intromisi io, cercando di risolvere la questione, mettendomi in mezzo a loro. –Basta voi due! Calmatevi.- dissi guardando prima l’uno e poi l’altro. Alex lanciò un’occhiataccia a Louis, prima di andare via, e si allontanò definitivamente.
-Stai bene?- domandò Louis.
-Sì.. grazie.- non pensavo che avrei mai ringraziato Louis per qualcosa, ma a quanto pare l’avevo appena fatto. –Devi stare solo più attenta, adesso andiamo, non voglio che succeda altro.- mi prese dal braccio, raggiungendo Zoe e Zayn.
-Andiamo.- disse semplicemente agli altri due, che ancora non sapevano nulla della storia, ma stettero agli ordini di un Louis molto severo. Io mi sentivo quasi in colpa, non volevo che succedesse una cosa del genere.
Uscimmo dal locale, e dovetti raccontare velocemente la storia a Zayn e Zoe. La serata si concluse così, e fummo costretti a tornare a casa tutti molto presto. Louis filò subito a letto, più nervoso che mai, ma non capivo assolutamente per quale motivo lo fosse.
Sicuramente avevo apprezzato il suo gesto, ma perché l’aveva fatto? Forse qualcosa stava mutando in Louis? non ne ero poi così convinta, anzi non lo ero proprio, pensavo solo che fosse un gesto spontaneo all’incirca. Ma non mi soffermai a pensare a questo, deviai totalmente il mio pensiero, e dopo aver passato un’altra ora sveglia, andai a dormire anche io, lasciandomi andare nel mondo dei sogni.
Note dell'autrice: avrei dovuto postare ieri, ma è stata una giornata piuttosto schifosa, e..non avevo le forze di fare nulla, mi dispiace. Ma comunque. Non ho niente di particolare da dirvi per questo capitolo, solo.. spero che vi sia piaciuto (: ne approfitto per ringraziare tutte le mie lettrici! Siete sempre dolcissime (:
Al prossimo capitolo xx