I'll Look After You.

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( ireheydu )
view post Posted on 27/7/2011, 14:13




Avvisi: questa fan fiction è una AU, nella quale i personaggi non sono quelli che noi conosciamo, in questo caso non esistono i One Direction. AVVISO IMPORTANTE, le scene di sesso non sono raccontate in modo superficiale, anzi tutt'altro, spero che non vi impressionerete o chissà che altro. Ad ogni modo, non accetto critiche al riguardo perchè ho avvisato prima di pubblicare la fan fiction (: tralasciando questo, sinceramente spero che vi piaccia. Ci ho messo quasi tre mesi per poterla scrivere tutta, e sono davvero fiera del mio operato. E' la prima Fan Fiction che riesco a concludere, quindi prima di tutto spero che siano tante le persone che la leggeranno, e poi.. boh insomma, ripeto, spero che vi piaccia, nient'altro. Grazie in anticipo per la lettura ç_ç




I'll Look After You.




Capitolo 1.

Ennesima litigata con mio padre. La casa era piena delle nostre urla da almeno un paio d’ore, e adesso tutto si era concluso con il rumore della mia porta sbattuta contro lo stipite. Ero seduta sul letto, le guance rosse, e gli occhi gonfi, probabilmente stavo per esplodere.
Era una routine ormai litigare con lui. Aveva sempre quella sua testa dura che mi faceva innervosire troppo.
Che aveva fatto questa volta? Semplicemente aveva deciso di dare ospitalità ad un suo amico che sarebbe venuto da Doncaster, una città a chilometri di distanza da Londra, dove stavo io. Ogni volta c’era qualche novità: una nuova fidanzata, nuovi amici che odiavo maledettamente, nuova casa, nuovo tutto. Adesso invece aveva deciso di ospitare questo suo amico insieme al figlio, per un bel po’ di tempo, visto che si era indebitato fino al collo, e aveva perso la casa e tutto ciò che gli rimaneva. Un suo amico di liceo diceva che era, non sapevo nemmeno chi fosse, probabilmente un certo Bill.. non ne ero nemmeno così sicura che si chiamasse così.
In quel momento poco mi importava del nome di colui che sarebbe venuto fra una settimana. Mi distesi nel letto, e mi voltai immediatamente verso il comodino, dove giaceva un portafoto. Lei era lì, in quello stupido oggetto color argento, che mi osservava sempre con lo stesso sorriso, gli stessi occhi. Presi il portafoto, stringendolo nelle mani, e ne carezzai appena il vetro che ricopriva la fotografia. Una fotografia troppo speciale, fin troppo importante.
Mia madre era lì rinchiusa in quella fotografia da più di sette anni. Era il mio piccolo angelo custode, il mio portafortuna, ciò che mi aiutava ogni volta che stavo male, o che delle lacrime mi solcassero il viso. Era andata via così, all’improvviso, avevo solo dieci anni, e lei? Lei ne aveva forse quaranta se non ricordo male. Ma sapevo che vegliava su di me, anche se.. era andata via.
Sentii il rumore della porta di camera mia aprirsi lentamente e quasi sobbalzai, eppure non volevo voltarmi, perché sapevo già chi fosse.
-Sono passati quasi otto anni.- disse osservandomi.
Io non risposi, posai semplicemente la fotografia nel comodino, con lo sguardo perso tra le lenzuola mentre stavo a pancia in giù sul mio letto morbido. Non risposi, soprattutto non volevo rispondere.
-Sai..- continuò. –anche se lei non c’è più, continuerò ad amarla sempre.- sussurrò avvicinandosi a me, e sedendosi sul mio letto. Come sempre si era calmato adesso, dopo due ore ad urlarci contro.
-Cazzate.- fu l’unica cosa che io riuscii a dire sottovoce. –Non porteresti una donna diversa ogni settimana a casa.- continuai.
Mi voltai di nuovo verso di lui, con gli occhi che fiammeggiavano, e la mano chiusa a pugno, e lo fissai. Non aveva parole, non sapeva come rispondermi, ma subito dopo riuscì a parlare. -Arya, dovresti sapere che ormai è finita questa cosa. Ho una certa età, e ho deciso di smettere.- l’aveva ripetuto almeno un centinaio di volte mentre litigavamo, ma per me non cambiava niente, rimaneva sempre uno stronzo. Tutto ciò che volevo era che lui rimanesse con me ogni secondo, volevo un rapporto normale con lui, come quello che qualsiasi figlia ha con il padre, ma era tutto impossibile.
-E che dici del tizio che verrà per chissà quanto? Non hai mai tempo per stare con me, e ora ne avrai sempre di meno.- dissi, attorniando le mie gambe con le braccia, e diventai quasi un piccolo fagotto.
-Non dire così, sai che non è vero- ribatté.
Io scossi la testa semplicemente, spostando lo sguardo.
-Ho bisogno di stare un po’ da sola- sussurrai, e fu così che lo vidi andar via dalla mia stanza solo qualche secondo più in là.

Stavo lì a contare le margherite nel prato di casa mia. Mi divertiva farlo, era qualcosa di assolutamente divertente, e di rilassante probabilmente. L’erba fresca mi sfiorava la pelle. Era estate inoltrata, e faceva abbastanza caldo a Londra da poter stare in pantaloncini e maniche corte, e star seduta sul prato a prendersi il sole. I miei lunghi capelli castani, erano sistemati in una coda alta, che mi impediva di sentire troppo caldo, e tenevo degli occhiali da sole neri.
Un motorino si fermò davanti il mio cancello aperto, e da lì scese il mio migliore amico. Si chiamava Thomas. Era abitudine per lui venirmi a trovare praticamente sempre, lo conoscevo da quando avevo all’incirca tre anni.
-Hey!- urlai facendogli segno di avvicinarsi a me. Si sistemò sul prato stampandomi un bacio nella guancia.
-Sei sola a casa?- chiese.
-Sì, mio padre è andato a prendere mia sorella, torna dal viaggio con i suoi amici.- disse strappando una margherita, e mettendogliela tra i capelli. Portava dei capelli lunghi fino alle spalle, neri, con un ciuffo che quasi gli copriva gli occhi celesti. –Sembri quasi una ragazza così!- risi. Tolse la margherita dai suoi capelli, ridendo insieme a me.
-Ho letto il tuo sms ieri sera, successo altro con tuo padre?- domandò.
-Come sempre, lo sai perfettamente. Fra una settimana verranno qui ad abitare un suo amico con il figlio, per non so quanto tempo.- scossi la testa mettendomi gli occhiali in testa. -..e ieri abbiamo litigato ovviamente, e dice che ha smesso di portare una donna nuova a casa ogni settimana.- sghignazzai, e anche Thomas lo fece, perché conosceva perfettamente mio padre, e il suo modo di comportarsi.
-Però magari questa volta dice sul serio!- provò a consolarmi, ma ormai quella frase era troppo frequente per me. Mi distesi così completamente nel prato, lasciandomi cullare tra i lunghi fili d’erba e i raggi del sole. Lui sorrise, e si distese a pancia in giù accanto a me.
-Chi è questo amico di tuo padre?-
-Mah, un certo Bill credo, non ricordo.- risi.
Il rombo del motore della macchina di mio padre mi fece alzare di scatto. Era arrivata finalmente mia sorella. Aveva due anni in più di me, ed era tutta la mia vita. Corsi verso di lei appena la vidi scendere dalla macchina di mio padre, e quasi le saltai addosso abbracciandola più forte che potevo. Le stampai un bacio sulla guancia, sorridendole.
-Ti sei divertita?- le chiesi aiutandola con la valigia, e quasi mi ero dimenticata di Thomas, ma lui apparve vicino a me pronto anche lui a salutare mia sorella, Zoe.
-Tantissimo!- rispose. –La Spagna è un posto molto bello, ma soprattutto grande, e mi sono divertita tantissimo- entrò in casa, e io le venivo dietro aiutandola con i bagagli.
-E.. dove li metteremo i nuovi ospiti papà?- domandò Zoe, a mio padre che, stanco, stava sistemando una valigia davanti l’ingresso.
-Dobbiamo sistemare la camera degli ospiti.- rispose.
-Quello schifo dove i ragni camminano e fanno i party?- ironizzai abbracciando teneramente mia sorella.
-Non c’è altra alternativa- disse mio padre, facendo spallucce e allontanandosi verso la cucina.
-Andiamo in camera mia.- disse Zoe, e io feci segno a Thomas di seguirmi. Salimmo velocemente le scale, entrando nella camera di mia sorella, tappezzata di poster e fotografie. –Allora?- disse mentre si chiudeva la porta alle spalle. Io e Thomas ci sedemmo sul letto, e io la guardai torva senza capire dove volesse parare.
-Insomma, penso sia successo qualcosa tra te e papà, no? Conosco il tuo carattere, e sicuramente ti sarai alterata con lui.- era vero, mi conosceva fin troppo bene purtroppo, e mi capiva anche solo guardandomi negli occhi per un momento.
-Sì insomma, abbiamo litigato come sempre- sbuffai.
-Non cambierete mai tutti e due.- scosse la testa avvicinandosi a me, e abbracciandomi forte. –Thomas, diglielo tu che se fa così peggiora solo la situazione.-
-E’ vero, glielo dico sempre ma non mi vuole ascoltare- la mano di Thomas si poggiò sul mio viso e ricevetti anche una sua carezza mentre ero cullata tra le braccia di mia sorella.
-Ti ho portato una cosa dalla Spagna!- estrasse fuori dalla borsa una busta, molto piccola, e io la aprii subito appena la ritrovai nelle mie mani, e solamente quando la carta sparì mi ritrovai un favoloso ciondolo che rappresentava due nacchere in argento.
-Ho pensato che non avevi niente da portare sempre e che ti potesse far pensare a me, e quindi, ecco qui!- disse con un sorriso a trentadue denti. Mi alzai di scatto, attaccandomi nuovamente al suo collo, e stringendola di nuovo. –E’ favolosa, giuro, non esiste niente di più carino! E.. ti ringrazio infinitamente.-
-Ahh, che esagerata, non devi ringraziarmi, sono cose che faccio con il cuore piccola!- mi carezzò il viso, anche lei, delicatamente.
-Thomas aiutami a metterla- dissi porgendogli la piccola collanina. Mentre me la mettevo osservavo mia sorella che tirava fuori i milioni di vestiti che aveva portato con sé, come sempre del resto.
-Ar, ti andrebbe domani di andare a fare shopping?- chiese ordinando tutte le sue magliette nell’apposito cassetto. Cominciai a guardare la mia collana, che giaceva dolcemente sul mio petto, poi mi voltai verso Zoe, per risponderle.
-Beh sì, ma sai com’è.. dobbiamo sistemare le cose per gli ospiti.- sbuffai facendo una faccia strana e stralunata, ma soprattutto nervosa, perché avrei voluto volentieri passare una giornata intera in compagnia di mia sorella, come facciamo quasi ogni mese, specialmente ora che era tornata dopo due settimane di vacanza. Anche lei sbuffò, lanciando un paio di jeans dentro il cassetto.
-Questa convivenza sarà molto stressante, ne sono già certa.- concluse.


Caro Diario,
è passata ormai una settimana da quel famoso litigio con mio padre, da quel giorno i nostri rapporti sono diventati più freddi del solito, e tutto ciò mi fa innervosire maledettamente, è una cosa che non sopporto, eppure và così. Vorrei solo che lui fosse un padre come tutti gli altri. Domani è il fatidico giorno.. domani arriveranno i nuovi ospiti. Da una parte sono curiosa di sapere chi sono, dall’altra? Vorrei solo che non venissero mai, mai e poi mai. Sai, oggi è venuto da me Thomas, e siamo stati fuori casa tutto il pomeriggio, in giro per il centro, e poi a bere un frappuccino allo starbucks. Ho comprato un vestitino nuovo, anche se secondo Tomi è ridicolo, a me piace tantissimo!
Adesso sono in ansia, ho lo stomaco che mi fa male, e tra poco andrò in camera di Zoe a parlare con lei, ne ho troppo bisogno. Anche se forse mia mamma sarebbe l’unica ad aiutarmi adesso. Non credi anche tu?
Beh, è tutto, ti tengo aggiornato, promesso.
Tua Arya.



Il campanello mi fece quasi sobbalzare mentre stavo guardando il televisore in salone, e improvvisamente vidi mio padre arrivare di corsa seguito da mia sorella Zoe.
-Che diamine succede? sembrate tutti agitati!- dissi, ma non ricevetti nessuna risposta, così mi sembrò opportuno spegnere la tv, e andare a vedere i nuovi ospiti che stavano per entrare. La porta si aprì e due persone mi spuntarono davanti.
Il primo era un uomo alto, magro, e portava un paio di baffi, quasi molto eleganti. Era vestito semplice, con un paio di jeans, e una polo bianca. Sembrava davvero una persona umile, e quasi cominciava a farmi simpatia. Alla sua destra vidi, poi, un ragazzo che poteva avere all’incirca diciannove anni, alto poco più di me. Aveva i capelli sul castano chiaro circa, non molto corti, con un ciuffo quasi a frangia. Sembrava un perfetto ragazzo inglese insomma. Occhi chiari, magro, e con l’aria da angioletto. Eppure.. mi sembrava veramente diverso da come appariva, ma non lo conoscevo ancora.
-Joseeeph!- l’uomo davanti la porta abbraccio mio padre, come se non si vedessero da una vita, ed evidentemente era così, eppure sembrava che si volessero un gran bene. –E’ una vita che non ci vediamo Bill, prego accomodati!- entrò dentro casa nostra, e i due si scambiavano pacche amichevoli.
-Allora, queste sono le tue figlie eh?- guardò prima Zoe, poi me, e si presentò ad entrambe stringendoci la mano. –Lui è il mio piccolo, Louis!- cinse la spalla del giovane al suo fianco, come per mostrarcelo. –Papà, sono abbastanza grande per essere trattato come un bambino.- sbuffò, e mi parse di vedere che le sue guance erano diventate appena rosee. Si liberò dalla stretta di suo padre, presentandosi prima a mia sorella, poi si rivolse a me. –Piacere, Louis.- disse, e mi strinse la mano.
-Io sono Arya.- non riuscivo a sorridere quasi, sembravo impassibile a tutto questo. Provai ad abbozzare un piccolo sorrisetto, ma era impossibile. Ed ecco che improvvisamente calò un silenzio quasi imbarazzante tra noi ragazzi, mentre i genitori continuavano a chiacchierare continuamente senza sosta.
-Bene!- mia sorella ruppe il silenzio. –Emh, dobbiamo accompagnarti nella tua stanza!- disse mentre faceva l’ospitale con il nuovo arrivato, e aiutandolo con le valigie.
-Lascia, posso fare benissimo da solo!- prese le sue valigie salendo le scale di casa, facendomi coda, mentre lo portavo nella sua stanza, ma qualcosa di tremendamente brutto mi portò solo disagio. Sotto la porta della prima camera degli ospiti dove avrebbe dormito Louis un piccolo fiume d’acqua scorreva lentamente. Aprii la porta, e.. una fottuta tubatura si era rotta.
-Papà, abbiamo un problema!-
Mio padre arrivò di corsa catapultandosi nella stanza e vedendo tutto il pavimento bagnato. –Ok.. emh, dovremmo dare una nuova sistemazione per Louis.- si fermò un momento a pensare, osservando il vuoto. Probabilmente stava riflettendo su dove posizionare il ragazzo per dormire. Le stanze degli ospiti erano troppo piccole, e non potevamo far dormire due persone insieme nella stessa stanza, sarebbe stato impossibile.
-Arya!- mi chiamò e io mi voltai di scatto.
-D..dimmi.- la voce mi tremava, perché evidentemente avevo capito perfettamente l’idea che aveva mio padre in mente, ma la mia mente cercava di ipotizzare qualcos’altro.
-Direi che possiamo fare che fino a quando non aggiustiamo le tubature, Louis potrebbe dormire in camera con te.- Zoe mi guardò, perché conosceva già la mia reazione, e cercava di farmi calmare solo osservandomi, ma mi sembrava inutile il suo sforzo.
-Che cosa?!- sbraitai, sbarrando la bocca.
-E’ l’unico modo.- rispose.
Il mio diaframma cominciò ad alzarsi e ad abbassarsi in modo quasi nervoso, ma non volevo dare a Louis e Bill l’idea di essere una pazza esaurita, che non riesce a mantenere il proprio controllo, così mi limitai semplicemente ad acconsentire in modo acido.
-Ai suoi ordini, maestà, andrò a far spazio in camera mia!- feci un inchino, come per prenderlo decisamente in giro, e poi mi diressi in camera mia, mentre aspettavo che il letto di Louis fosse trasferito lì.

-E con questo abbiamo finito.- disse il padre di Louis sistemando un comodino vicino al letto che avrebbe utilizzato suo figlio.
-Bene Arya, adesso aiuta Louis a sistemare le cose- mio padre parlava come se mi stesse dando ordini, e io lo guardai quasi torvo,aspettando che uscisse da camera mia. Appena fu fuori, mi buttai nel mio letto con uno dei tanti libri che stavo leggendo in mano.
-Beh? Non mi aiuti?- domandò il ragazzo in modo acido, mentre apriva una delle sue valigie.
-Perché dovrei? Non sono tua madre.- risposi, nello stesso suo identico tono. –Ma soprattutto, non sto agli ordini di mio padre.- sbuffai.
Lo intravidi mentre si voltava verso di me e alzava un sopracciglio.
A modo suo stava sistemando le cose in camera sua, eppure tutto quello che riuscivo a notare era che i suoi vestiti sembravano aver inondato la mia stanza. –Hey, ma che cazzo stai facendo?- dissi alzandomi dal letto, in modo brusco.
-Sistemo!- disse in modo molto tranquillo.
Gli occhi miei stavano diventando quasi rosso fuoco, e questo ragazzo non mi diceva niente di buono, se non stronzo cronico, con una faccia da schiaffi infinita.
-E’ camera mia cazzo.- dissi.
-E quindi? Hai sentito tuo padre, dovremo dividerla, fino a quando le tubature non si aggiusteranno!- sghignazzò, mettendo le lenzuola a caso nel suo letto e buttandosi a peso sul materasso. Mi sarei volentieri staccata la pelle dalle braccia in quel momento, sta di fatto che uscii velocemente da camera mia sbattendo la porta e raggiungendo camera di mia sorella, con tutta la foga esistente al mondo.
-Zoe.- dissi con un colpo secco, aprendo la porta.
-Oddio Ar, mi hai fatto spaventare!- era seduta davanti al computer, ad ascoltare musica, e chattare con delle sue amiche molto probabilmente.
-Che succede?- si voltò verso di me, mentre io mi sedetti nel suo letto con le mani ai capelli dal nervoso.
-Sono passati cinque minuti con quel Louis dei miei coglioni, e.. già non lo sopporto! Camera mia sembra un campo di battaglia!-
-Ahh, ma smettila. Come sempre sei esagerata, non sembra un ragazzo così odioso, e disordinato, anzi direi che è piuttosto carino- mia sorella ammiccò versò di me, come se volesse farmi capire qualcosa, ma io mi alzai di scatto, scuotendo la testa. –No! No! No! Zo, non se ne parla nemmeno, che flash ti stai facendo?- dissi con le mani nei fianchi.
-Io? Assolutamente niente, dico che come al solito stai esagerando!-
-Non esagero mai, lo sai, è lui che è un.. beota!- sbuffai. –Vado a passeggiare nel viale, starò meglio.- continuai, afferrando l’iPod prima di uscire di casa, e con le cuffie alle orecchie, cominciai a passeggiare per le vie di casa mia, come facevo ogni volta che ero nervosa.
A volte lì pensavo a mia madre, perché di solito mi portava sempre lì, e poi mi faceva sedere in una panchina, e lì cominciavo a parlarle dei problemi che una povera ragazzina di dieci anni poteva avere, insomma, piccole cose. E lei con i suoi consigli, mi aiutava, mi dava lezioni di vita, anche se mi veniva difficile comprendere ciò che mi spiegava.
Ma quelle frasi mi erano rimaste in mente, e solo con il passare del tempo riuscii a capire grazie a lei il significato delle cose, il perché di qualcosa, a scoprire chi ero veramente, e cosa volevo dalla vita.
La musica mi rimbombava nelle orecchie e come sempre mi portava indietro nel tempo. Tutto sembrava un quadro in bianco e nero in quel momento.
Mi sedetti nella prima panchina che incontrai, e osservai le persone. Alcune passeggiavano, altre andavano di corsa per qualche strano impegno, altri invece stavano in bicicletta, altri invece erano lì come me, seduti a contemplare il vuoto.
Mandai un sms a Thomas, chiedendogli di raggiungermi, già la solitudine mi stava uccidendo, e io odiavo la solitudine, era ciò che temevo di più in assoluto. Avevo bisogno di lui adesso.

Arrivò praticamente subito e dopo avermi abbracciata, si sedette accanto a me. Aveva già capito quale fosse il problema, e aveva anche capito che mi stavo trattenendo per non piangere dal nervoso. Di solito quando ero agitata le lacrime scendevano da sole, senza che io volessi, e forse stava per arrivare uno di quei momenti. –Ar..- sussurrò, prendendomi il viso con le mani e guardandomi dritto negli occhi.
-Non voglio vivere così.- dissi semplicemente. –Non sai cosa c’è a casa mia per ora.. è terribile, camera mia è tutta sottosopra, questo tizio.. Louis, è acido, terrificante, e tutto.. per colpa di mio padre.- mi morsi il labbro nervosamente, con la voce che tremava.
-Hey, perché stai facendo così?- domandò stringendomi tra le sue braccia.
-Hai affrontato problemi peggiori di questi, sei forte, sai com’è tuo padre.- sussurrò dolcemente. –Non sono più forte Tomi, lui mi ha resa debole con tutti i suoi problemi, con tutto, e.. non posso andare avanti così.- mi accorsi solo in quel momento che ormai erano le sei del pomeriggio e stava per calare il sole.
-Vuoi che vengo a casa tua?- mi chiese.
-Mio padre si incazzerebbe con me e forse anche con te, e non ho voglia che ti prendi un rimprovero da lui, sarebbe terribile poi.- la mia voce era fioca e debole. –Ti accompagno a casa.- mi prese la mano, facendomi alzare dalla panchina e facendo strada con me. Abitavamo nella stessa via, quindi per tutta fortuna, potevamo vederci sempre, ed era una cosa assolutamente positiva.
Arrivammo davanti casa mia.
-In bocca al lupo.- mi stampò un bacio in fronte come era solito fare.
-Crepi.- risposi dolcemente, stringendomi poi tra le sue braccia.
-Grazie, come sempre.- lo vidi andar via, mentre mi salutava con un dolce sorriso abbozzato sul viso.
Lui, Zoe, e mia madre erano tutta la mia vita.


Caro Diario,
è passato solo un giorno, eppure io sono di nuovo qui a scriverti. E’ un inferno qui. Dicevano che la vita che viviamo noi è il purgatorio, e perché a me sembra di vivere nell’inferno più cupo e triste? Sto trovando un attimo di respiro per poter scrivere. Louis, il nuovo arrivato, è tremendo. Ha soli diciannove anni eppure ne dimostra due! Ah, dimenticavo la cosa più importante. Nella camera degli ospiti si è rotta la tubatura, quindi.. dorme in camera con me. Pff, preferirei uccidermi per ora. Bene, sento un rumore nelle scale, passo e chiudo!
Tua Arya.


Chiusi immediatamente il diario e lo nascosi velocemente, sarebbe stato terribile se Louis l’avesse visto. Lì c’erano scritti tutti i miei più grandi segreti. Lo tenevo nell’ultimo cassetto del mio comodino, tra i pigiami. Presi un libro, ed ecco che cominciai a leggere, fino a quando la porta non si spalancò improvvisamente.
-Che stavi facendo?- domandò. Io mi voltai, e mi ritrovai davanti un Louis in mutande che girava per camera mia.
-Hey che diamine fai? Mettiti i vestiti dio santo!- mi coprii il viso con il libro per non guardarlo. Era orrida una cosa del genere, e la sua nonchalance mi dava troppo fastidio. Aveva avuto il coraggio di presentarsi in camera mia conciato in quel modo, come se niente fosse.
-Che c’è? Non hai mai visto un uomo in mutande?- rise.
Strinsi il libro tra le mani, più forte che potevo per scaricare l’ansia.
-Sì, ma non ci tengo a vedere te conciato così.- non osavo nemmeno girarmi di mezzo centimetro.
-Come vuoi, non sai che ti perdi.- ridacchiò ancora, uscendo dalla camera e chiudendo la porta. Roteai gli occhi, scuotendo la testa.
Quella sera non avevo voglia di leggere, così abbandonai il mio libro sul letto e mi buttai a capofitto sul computer, magari per chattare con le mie amiche. Come sempre quell’aggeggio era lento ad accendersi, così rimasi una buona manciata di minuti a fissare lo schermo in attesa che si accendesse. Adesso anche al computer la monotonia stava prendendo il sopravvento. Era tutto uguale.
In chat c’erano come sempre le solite persone.
Thomas, mia sorella Zoe, e qualche vecchio compagno di scuola con il quale mi sentivo, ma solo per caso, niente di particolare. Benchè odiassi maledettamente la solitudine, non ero per niente attorniata da amici, anzi tutt’altro. Non so cosa aveva la gente contro di me, ma sicuramente non andavo a genio a moltissime persone, chissà per quale strano e assurdo motivo. Mentre scorrevo le pagine di internet, mi alzai improvvisamente per aprire la finestra, faceva troppo caldo, e l’estate mi faceva pensare a molte cose, specialmente al fatto che l’anno prossimo mi sarei dovuta iscrivere ad un college, ma avevo deciso di prendermi una pausa. Ero abbastanza studiosa come persona, e dopo aver passato anni e anni sui libri, stare un po’ con la testa per aria mi avrebbe fatto bene. Anche se io ero sempre con la testa per aria!
Mio padre su questo fortunatamente non aveva fatto obbiezioni, visto che a casa portavo solo voti alti, e di questo lui ne era sempre stato soddisfatto. Anche mia madre lo sarebbe stata, molto probabilmente.
Finii per caso tra le foto che avevo salvate nel computer. Quelle con Thomas erano senza dubbio le più belle, e lentamente le sfogliai, andando un po’ indietro nel tempo. La porta si aprì di nuovo ma cercai di far finta di niente.
-Oh mio dio, chi è quel Gay in foto?- urlò guardando il mio computer e vedendo le foto del mio migliore amico. Stavo per girarmi e tirargli la tastiera del computer, ma continuai a reprimere la mia rabbia come se niente fosse.
-E’ il mio migliore amico.- dissi a denti stretti.
-E’ una donna.- rise.
Mi voltai e feci caso al fatto che sembrava pronto per uscire, ma non capivo dove potesse andare alle dieci di sera.
-Dove stai andando?- domandai lasciando perdere il discorso su Thomas che si era aperto.
-Vado in un locale con un mio vecchio amico che abita proprio qui, finalmente avremo l’opportunità di vederci!- mise un po’ di profumo, sistemando il colletto della polo nera che indossava.
-Meglio, almeno starai via, e io potrò rilassarmi per tutta la sera.- dissi voltandomi di nuovo verso il pc. Senza nemmeno aprir bocca uscì, e finalmente mi sembrò di sentire la pace in camera mia, ma solo quando guardai il pavimento mi accorsi che la mia stanza sembrava un campo di battaglia. I vestiti e le cose di Louis erano sparse ovunque.
-Impazzirò.- sibilai.
Spensi il computer, e andai in giardino a guardare le stelle che mi sorridevano.

Note dell'autrice: Ho già detto tutto nell'introduzione, nient'altro da aggiungere direi *-* questo è il primo capitolo, a presto con il secondo, gente ♥
 
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xHeilig
view post Posted on 27/7/2011, 14:42




Ok, ammetto che mi fa strano leggere una ff dove non ci sono due ragazzi che si innamorano ahah però l'hai scritta tu quindi voglio leggerla u.u
Btw, Louis mi sta sulle palle. Te lo dico sinceramente, fossi stata in Arya gli avrei lanciato davvero la tastiera del computer lol anche perchè non si offende Thomas è.é

Per il resto, adoro come scrivi e posta presto il prossimo capitolo *-*
lots of love <3
 
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( ireheydu )
view post Posted on 27/7/2011, 14:44




AHAHAHAHAH che dolcezza nei confronti di Louis <3
ti ringrazio infinitamente per averla letta, e commentata *-*
 
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( ireheydu )
view post Posted on 30/7/2011, 13:28




Bene, per coloro che stavano aspettando, ecco qui il nuovo capitolo ♥

Capitolo 2



Indossai un pigiama leggero adatto all’estate, e mi piaceva tanto perché era tutto leopardato, e ne andavo matta. Stavo proprio per mettermi a dormire, in modo che Morfeo potesse cullarmi tra le sue braccia, fino a quando un fottuto rumore mi disse che qualcuno era tornato a casa.
Ormai la mia porta era un apri e chiudi continuo.
Davanti a me apparsero due ragazzi. Il primo lo conoscevo maledettamente bene, o almeno lo conoscevo abbastanza da poterlo odiare pesantemente anche se solo dopo una giornata. Il secondo non lo conoscevo. Aveva la pelle un po’ scura, dei capelli neri rasati ai lati, e un orecchino che poteva riconoscersi da metri di distanza da quanto luccicava.
-Ciao Vento!- urlò Louis entrando in camera mia.
-Arya! ARYA, con la ipsilon!- sbraitai. –E poi.. che ci fa lui qui? E chi diamine è?- dissi indicando il ragazzo accanto a lui.
-Hey piccola calma, io sono Zayn!- mi porse la mano per presentarsi, ma io la rifiutai senza troppi riguardi, fulminandolo con lo sguardo, fino a quando non si allontanò da me. –Sarà meglio per voi due se andate da un’altra parte a giocare con le macchinine.-
-A diciannove anni io non gioco con le macchinine- ribattè Louis. –Tu? Dove le hai messe le barbie?- rise, dando una pacca amichevole a Zayn, che rideva insieme a lui.
-Uscite dalla mia stanza.- dissi.
-E’ anche la mia stanza!- si vantò Louis, sedendosi sul suo letto.
-Da solo un giorno? Oh sì, davvero simpatico!- in quel preciso istante irruppe nella stanza mia sorella, che sicuramente dalla stanza accanto aveva sentito le urla.
-Ar, che diamine succede?- chiese guardando prima me, e poi i due ragazzi dall’altro lato della stanza, chiedendosi evidentemente chi fosse il ragazzo accanto a Louis. –Solo vorrei dormire!- risposi.
-Mh, voi ragazzi non potreste andare giù?- mia sorella era una persona alquanto pacifica, odiava vedermi nervosa soprattutto, cercava sempre di mantenere la calma, e di non creare scompigli.
Zayn si avvicinò alla porta, vicino mia sorella, poggiando un braccio allo stipite. –Beh se me lo chiedi così dolcezza, potrei anche farlo.- disse con aria maliziosa.
Mia sorella roteò gli occhi.
-Evapora.- sussurrò avvicinandosi al suo orecchio. Chissà quale potere magico aveva Zoe, sicuramente qualcosa in più di me, perché improvvisamente vidi i ragazzi andar via dalla mia stanza.
-Quello ci prova con te- risi mettendomi nel letto.
-E’ più piccolo di me! Dio mio, e poi hai visto quell’orecchino? È terribile! Buona notte Ar.- chiuse la porta e con un gesto veloce la salutai con la mano. Quella giornata era finalmente finita e non mi sembrava vero, era tutto così assurdo.

Un raggio di luce fioca irruppe nella mia stanza attraverso la serranda, e precipitandosi ovviamente nel mio viso. Aprii gli occhi lentamente, e mi stiracchiai emettendo strani suoni con la bocca.
La sveglia nel comodino segnava le undici del mattino, e probabilmente ciò voleva dire che mi sarei dovuta alzare dal letto, altrimenti sarei potuta rimanere lì per almeno altre tre o quattro ore. Tolsi il lenzuolo, e mi ritrovai già in piedi. Con un elastico sistemai i capelli in modo disordinato, ma di prima mattina odiavo averli sul viso, mi dava troppo fastidio. Aprii la serranda, e la mia stanza improvvisamente diventò tutta illuminata, e mi accorsi subito che Louis non era in camera, quindi era sicuramente un buon risveglio. Dalla finestra di camera mia potevo vedere tanti alberi bellissimi, e tutto ciò mi rilassava. Erano passati due giorni da quando l’inferno si era trasferito a casa mia, e già sapevo che giornata avrei trascorso. Uscii dalla mia stanza, percorrendo le scale in ciliegio, che mi avrebbero portato in cucina e in salone, e stranamente la casa era vuota, e un silenzio davvero fastidioso la costellava.
All’improvviso sentii che qualcuno mi tocco i fianchi, pizzicandomeli, e cacciai un urlo, mettendomi subito dopo la mano nella bocca.
-Buongiorno Vento!- come previsto era Louis che mi aveva dato il suo fastidiosissimo ‘buongiorno’, e come al solito si ostinava a chiamarmi in quel modo terribile. –Vaffanculo Louis.- dissi con la voce impastata dal sonno.
Il ragazzo si avvicinò al frigo per prendere una confezione di latte, versandola nel suo bicchiere, mentre ridacchiava dopo che mi aveva fatto spaventare. Mi sedetti in uno degli sgabelli della mia cucina, poggiando il braccio sul bancone, ancora assonnata, e stanca. –Potresti darmi un po’ di latte?- chiesi acida.
-Puoi fare benissimo da sola.- ripose il cartone nel frigo, e si allontanò buttandosi nel divano della cucina, accendendo la televisione.
-Vaffanculo.- ripetei.
-Wow, due vaffanculo in cinque minuti! E’ un record- continuò a ridacchiare. Quella risata che mi stava facendo davvero saltare i nervi in una maniera inaudita. Probabilmente avere questo atteggiamento era per lui un hobby. A quel punto dovetti alzarmi per forza dallo sgabello per prendere il latte, versandolo nella mia tazza, e aggiungendoci dei cereali.
-Dove sono tutti?- chiesi.
-Boh, mio padre e tuo padre sono andati via, forse a prendere qualcosa per la stanza degli ospiti.- rispose.
-Sarebbe ora che aggiustassero quella maledetta camera.-
-Ma come? Non ti diverti in camera con me?- fece un broncio finto e stupido, come se volesse farmi pena, ma era tutto inutile.
-Preferirei spararmi un colpo in testa. Rende così il concetto?- riempii un’altra tazza di latte e mi allontanai salendo al piano di sopra, per portare la colazione a mia sorella, che sicuramente era ancora nel mondo dei sogni. Aprii la porta, poggiando l’oggetto in ceramica sul suo comodino e sussurrando il suo nome all’orecchio.
-Zoe, devi svegliarti.- dissi sedendomi vicino a lei sorseggiando il mio latte. Mugugnò qualcosa, soffocandosi la faccia con il cuscino, come era solita fare.
-Che ora è, mh?- chiese con un brontolio.
-Le undici e un quarto, e siamo a casa sole con Louis.- sbuffai. –E qui c’è la tua tazza di latte. Sarà meglio che ti alzi, perché se torna papà e ti trova ancora qui che dormi sai il casino che fa!- uscii dalla stanza e decisi di vestirmi, per poter fare un giro in bicicletta e andare a trovare Thomas, come ogni giorno praticamente.
Entrai in bagno, e mi guardai allo specchio, notando per prima cosa le occhiaie che costeggiavano il mio viso. La mia pelle sembrava più chiara del previsto, ma era risaputo che per me era impossibile abbronzarmi, evidentemente fungevo da specchio, perché tutte le persone vicino a me riescono ad abbronzarsi e io rimango bianca pallida, ma la mia carnagione non mi dispiace proprio. Presi lo spazzolino per lavarmi i denti, e giusto pochi minuti dopo uscii dal bagno, per dirigermi in camera mia.
Ed ecco che fu lì che trovai Louis, che con troppa tranquillità si stava divertendo a mettere uno dei miei reggiseni in testa.
-Louis! Dammi subito quei cosi!- si mise in piedi nel mio letto, facendo come sempre lo stupido, ma a me faceva ridere ben poco tutto ciò. Lo raggiunsi, e provai a togliergli di mano il mio reggiseno, ma invano, visto che faceva di tutto per non farmelo prendere. –Dai Louis!- urlai quasi fino a farmi sentire dai vicini.
Ne mise uno nel petto, facendomi quasi un’imitazione.
-Ciaaao, sono Arya, non sono bellissima?- con una vocina stridula che secondo la sua mentalità doveva essere simile alla mia, cominciò ad atteggiarsi nella mia stanza, e muovendo le mani.
-Louis, smettila.- scesi dal letto, dandogli uno scappellotto nel collo, ma non riusciva a reagire assolutamente, e la cosa mi stava piuttosto irritando. Le mie voci stavano raggiungendo l’altra parte del mondo, e lì mi chiesi come mai mia sorella non era ancora venuta a chiedere cosa stesse succedendo, ma in quel caso non l’avrei nemmeno vista, né ascoltata, perché la mia rabbia stava raggiungendo livelli troppo alti per poter mantenere il controllo.
Riuscii finalmente a togliergli di mano quell’affare, e lo rimisi nel cassetto. –Se non ti dispiace dovrei vestirmi!- sbraitai.
-Ohh, mi scusi madame, vado subito!- rise facendo un inchino, e lì chiusi la porta con tutta la violenza e la forza che avevo in corpo.
Mi vestii con rapidità, avevo paura che da un momento all’altro potesse entrare Louis, trovandomi in intimo, e lì sarei davvero uscita pazza.
Afferrai i miei trucchi, mettendo un filo di ombretto, e un po’ di matita sotto gli occhi, e abbandonai la mia stanza.
Non sentivo più la voce di Louis, e per un momento mi parve di avere la pace. Scappai praticamente di casa, afferrando la mia bicicletta, e cominciai a pedalare verso casa di Thomas.

-Ahhh, oddio, no! Dai Tomi, smettila!- ero buttata sul letto di Thomas, con lui che continuava a solleticarmi, perché voleva vedermi sorridere una volta e per tutte, e ci era perfettamente riuscito. Urlavo come una matta mentre ero tra le sue braccia, ma lui non smetteva di farmi il solletico. –Ok, mi arrendo! Giuro mi arrendo!- risi.
-Quindi? Sorridi!- feci un sorriso davvero liberatorio, perché finalmente grazie a lui stavo decisamente meglio, e potevo rilassarmi. Improvvisamente Louis e mio padre erano un argomento a parte che parve non esistere più. Anche se sapevo che appena sarei tornata a casa non so cosa avrei trovato.
-Che ore sono?- domandai osservando l’orologio.
-Sono solo le quattro! Rimani ancora!- disse Thomas dandomi un dolce bacio nella guancia e stringendomi a sé. –Ma sono qui da mezzogiorno, poi disturbo.- risi, anche perché sapevo che quando dicevo a Thomas che creavo disturbo lui si arrabbiava sempre.
-La smetti?- mi guardò torvo, e io gli diedi un buffetto nella guancia.
Mi buttai nel suo letto mentre lui stava seduto davanti il suo computer. –Ho deciso che mi andrò a fare un piercing!- disse lui, e mi voltai di scatto. -Davvero?- lo guardai con gli occhi spalancati come se avesse detto chissà quale strana bestemmia, e lui rise.
-Sì, ho convinto i miei!- dichiarò entusiasta.
-Ma così poi sembri un emo- risi.
-O come dice Louis, sembrerò solo più donna- mi irrigidii subito sentendo quel nome, e quasi mi vennero i brividi.
-Rabbrividisco sentendo solo quel nome.- feci una smorfia.
-Ti è arrivato un sms!- disse Thomas, porgendomi il cellulare che stava sulla sua scrivania. Lo presi e aprii l’sms che evidentemente mi aveva mandato Zoe.

Hey piccola, sono qui a casa con Louis e quel suo amico lì. Mi hanno chiesto se ci andava stasera di andare ad una festa con loro. Fammi sapere xxx.


-COSA?!- sbraitai facendo uno scatto e ritrovandomi in piedi improvvisamente, quasi senza accorgermene, e diedi immediatamente il cellulare a Thomas per fargli leggere il messaggio.
-Io non ci vado!- dichiarai.
-Perché no? Ma dai Ar, dovresti andarci! Magari puoi scoprire un lato diverso di Louis!- Thomas mi conosceva benissimo, e sapeva anche che se era lui o mia sorella a parlare sarebbero riusciti a convincermi con poco. Avevano qualcosa di persuasivo nel miei confronti, e a volte era una cosa piuttosto fastidiosa, perché mi ritrovavo in situazioni davvero scomode.
-No.- dissi secca, ma la mia mente già stava valutando un’idea positiva.
-Devi andarci invece- alzò il sopracciglio osservandomi, e guardandomi.
-Che motivo ho di andarci?- mi misi le mani tra i capelli, facendo avanti e indietro nella stanza, ma non capivo quale fosse il problema della mia ansia e del mio nervosismo.
-Potrei passare la serata peggiore di tutta la mia vita!- ero la solita paranoica esagerata, e la cosa più fastidiosa era che non volevo ammetterlo.
-Arya.- mi voltai e vidi Thomas che teneva le braccia conserte, e mi guardava con uno sguardo assai convincente per me.
-Vaffanculo, ok, ci vado.- sbuffai sedendo a peso morto sul letto.
Afferrai di nuovo il cellulare, rispondendo a mia sorella.

Non so quale assurda forza del male mi abbia convinto a farlo, ma vengo anche io. Sarà bello passare la serata più brutta della mia vita! Fra un paio di ore torno, così vediamo insieme come vestirci. Baci xx.

Non ricordo come passò quel pomeriggio, ma credo che l’unica cosa che mi faceva compagnia insieme a Thomas era l’ansia e l’angoscia, per qualche motivo sconosciuto. Sta di fatto che tutti erano convinti che Louis avesse un suo lato positivo. Ma io continuavo a dire che il lato positivo lui non l’avesse nemmeno nel lato B. Ne ero più che sicura!


Quelle fottute scarpe erano sparite. Ero certa di averle lasciate sotto il letto, eppure erano sparite. Stavo girando tutta la casa per trovarle, e ancora mi sarei dovuta sistemare i capelli, e il trucco. Optai per un altro paio di scarpe, perché non potevo permettermi di perdere ancora tempo, visto che si stava facendo molto tardi. –Zo, mi presti la tua trousse?- entrai in camera di mia sorella, e oggi la trovai più bella del solito. Indossava un vestitino corto fin sopra le ginocchia, nero, stretto, che le delineava il fisico perfetto. I capelli lunghi e neri le ricadevano dolci tra le sue spalle, e da lontano si poteva notare perfettamente il rossetto rosso. Non capitava quasi mai di vederla così.
-Prima di darmi la trousse, spiegami per chi ti sei vestita così.- risi guardandola mentre mi porgeva i suoi trucchi.
-Ma per nessuno, è ovvio! E’ tanto tempo che non metto questo vestito, dovrò pur usarlo- feci dietrofront, e andai verso il bagno per truccarmi. Odiavo il trucco pesante, così andai su qualcosa di leggero. Un ombretto blu mare, con un po’ di matita sotto. Misi il mascara, un lucidalabbra trasparente, e subito uscii dal bagno.
-Continuo a chiedermi per quale motivo sto decidendo di venire stasera.- borbottai camminando nel corridoio mentre ero intenta a pettinarmi i capelli.
-Oh, suvvia! Ci divertiremo!- Zoe pensava sempre in positivo, era un suo pregio, senza dubbio.
-Ma.. Louis e Zayn? Dove sono?- chiesi facendo diverse smorfie mentre la spazzola stava quasi per tirarmi pure la testa. Mi guardai allo specchio ancora una volta, cercando di stare in equilibrio con quei trampoli che indossavo. –Louis è a casa di Zayn, dovrebbero passarci a prendere tra poco.- disse Zoe.
-Ma Louis non potrebbe rimanere lì tutta la vita? Così lascia in pace me!- sbuffai portandomi i capelli dietro le spalle e mettendo un bel paio di orecchini. Ed ecco che suonò il campanello.
-Ar, saranno loro prendi la borsa e andiamo!- mia sorella corse velocemente al piano di sotto, come se avesse premura di fare qualcosa, e non capivo cosa sinceramente. Sbuffando un’altra volta, scesi anche io dopo aver preso la mia borsa, e davanti la porta mi trovai Louis e Zayn ben vestiti e sistemai.
-Ok, andiamo che già non vedo l’ora che questa serata finisca.- brontolai.
-Ohh, che succede? La piccola Arya non vuole usciiree?- Louis mi prese la guance tirandomele, come se fossi una bambina, e questa era una delle cose che più odiavo in assoluto. Gli tolsi le mani dal mio viso, guardandolo accigliata, e lo spinsi via. –E’ solo la tua compagnia che mi urta!- ribattei. Scuotendo la testa, ed entrando seguita da mia sorella nella macchina di Zayn.
-Wow Zayn, complimenti per la macchina!- disse Zoe.
-Grazie piccola, modestamente me ne posso vantare!- salirono anche i ragazzi in macchina. –Sì, ok, ora però non c’è motivo di vantarti.- rispose mia sorella, e io risi.
-Dove dovremmo andare?- chiesi.
-In un bel posto dove si balla, si beve!- disse Louis gasandosi già solo all’idea di una festa. –Andiamo!-

Quel locale era assolutamente pieno di gente, ma non so per quale strano motivo, avevamo un posto riservato. Sembravamo quasi dei vip, e la cosa non mi dispiaceva assolutamente. Mi sedetti in uno dei divanetti, e accanto a me mi ritrovai Louis. –Devi perseguitarmi per forza?- chiesi.
-Lo sai che è una cosa divertentissima per me!- si sistemò meglio, quasi attaccandosi a me. Zayn invece si sedette vicino a Zoe, e qualcosa mi diceva che lui ci provasse spudoratamente con mia sorella.
-Ti va di ballare?- chiese Zayn riferito a Zoe. Non passarono pochi secondi, che mi ritrovai sola con Louis, mentre gli altri due si divertivano a ballare sulla pista. Li osservai. Mia sorella non sembrava nemmeno lei, e mi faceva quasi ridere. E poi o ero diventata completamente cieca, o si stava davvero strusciando in una maniera alquanto ambigua contro Zayn.
-Zayn ha un debole per tua sorella.- disse Louis, che evidentemente li stava osservando insieme a me. –E io sono certa che anche a Zoe piace, si vede insomma- risi senza staccare gli occhi di dosso. Le mani di Zayn scorrevano delicatamente sui fianchi di Zoe, mentre i loro bacini si muovevano in perfetta sintonia l’uno con l’altro. Mi accorsi solo dopo che Zayn le stava delicatamente sfiorando una gamba, e stava quasi per insinuare una mano sotto il suo vestitino.
-Ok, non mi aspettavo che mia sorella si lasciasse andare così!- subito dopo mi ritrovai un drink nelle mani che mi aveva offerto Louis. Cominciai a bere, ma il mio scopo quella sera non era ubriacarmi, non ne avevo proprio voglia. –Vuoi ballare?- mi voltai verso Louis guardandolo stralunata. Non capivo. Perché mi aveva chiesto di ballare? Insomma, ci odiavamo fin dal primo secondo, perché chiedermi di ballare? –Per quale losco motivo dovresti ballare con me?- domandai.
-Perché mi annoio, e non c’è un cazzo da fare qui stasera.- sbuffò, prendendomi da un braccio, e provando a farmi alzare. –Vieni!- ma io rimasi lì seduta. Non sapevo ballare, e mi vergognavo ad ammetterlo, avevo paura di fare qualche brutta figura.
-No, non mi va.- dissi semplicemente.
-Che hai intenzione di fare, Vento?- rise, dopo avermi chiamata ancora una volta con quel nome che tanto mi faceva saltare i nervi.
-Beh, qualsiasi cosa, eccetto ballare.- feci spallucce.
-Dai vieni.- evidentemente Louis non si soffermava alla prima risposta, e in meno di due minuti, già ero lì a ballare. Eppure sembrava che qualche passo in più in confronto all’ultima volta lo sapevo fare, ma mi sentivo ugualmente a disagio.
-Hey, stai calma, sei troppo agitata!- disse Louis alzando il tono della voce per riuscire a parlare con me. Era vero, ero agitata, ma non so perché. Ballare davanti a così tanta gente mi faceva angosciare. Mi voltai per cercare lo sguardo confortante di mia sorella, ma tutto ciò che riuscii a vedere, era lei seduta sul divanetto che condivideva un alcolico con Zayn, mentre lui le sfiorava dolcemente i capelli.
-Emh, non me la sento di ballare.- ammisi, correndo verso i divanetti.
Sentii Louis sbuffare, e mi seguii mentre andavo a sedermi. –Cazzo, sei proprio noiosa, Arya.- si sedette vicino a me, sorseggiando un drink, mentre guardava Zayn. Ora si sarebbe divertito a stuzzicarlo. Prese un’oliva che si trovava tra gli stuzzichini, e gliene tirò una proprio in testa. Si mise a ridere, e anche io, mentre Zayn lo stava guardando in modo alquanto negativo, ma era questo che Louis voleva.
Osservai ancora per molto le liti tra i due amici, magari ridendo anche, mentre riuscivo a bere un drink dopo l’altro.


-Dio, non mi reggo più in piedi! Fottuti tacchi!- sbraitò Zoe, mentre rientravamo a casa. Si fermò un momento togliendo quel tacco dodici che stava per distruggerle il piede. –Shh, fate piano, nostro padre e Bill dormiranno ormai.- aprii casa lentamente, ed entrai cautamente seguita dagli altri due. Corsi verso la mia stanza, buttandomi nel letto, mentre sentivo quasi la musica che ancora mi rimbombava nelle orecchie. Tolsi le scarpe, rimanendo lì seduta fino a quando non entrò Louis con la camicia appena sbottonata e i capelli un po’ scombinati.
-Sei tutto in disordine- risi.
-Sì, sono troppo stanco, ho bisogno di dormire.- si stropicciò gli occhi, togliendo prima la giacca, e cominciando poi a sbottonarsi la camicia.
-Vado in bagno a cambiarmi- dissi, accorgendomi di essere appena sudata. Presi il mio pigiama e uscii dalla stanza. Tolsi i vestiti, sostituendoli con il mio solito pigiama, e feci una coda alta, togliendo poi il trucco, ormai sbavato. Ero stanca, avevo dovuto combattere tra milioni di ragazzi che mi chiedevano di ballare, e Louis e Zayn che avevano passato il loro tempo a stuzzicarsi tra di loro, mentre Zayn provava a baciare mia sorella, ma invano. Decisi così di andare a parlare a Zoe, per capire la situazione. Presi i miei vestiti da terra, e li lasciai lì, senza troppi problemi, correndo verso camera di mia sorella.
-Posso?- chiesi prima di entrare.
-Certo!- era lì che si stava massaggiando i piedi doloranti, del resto anche lei si era data alla pazza gioia. Era andata in pista non si sa quante volte, quando Zayn voleva scappare da Louis.
-Allora? Dimmi un po’.- mi sedetti vicino a lei, dondolando i piedi.
-Cosa?- faceva la vaga.
-E dai, non dire così. Zayn, le toccatine, mh? Non ci credo che non ti piace.- sorrisi, facendo cenni d'intesa e provando a farle ammettere l’evidente verità.
-Cosa? Oh, ma erano cavolate insomma, mica mi piace davvero! Sai com’è, lui va matto per me, e io voglio farlo divertire, mi faccio desiderare, ma niente di più- rise togliendo il vestito.
-Mh, come vuoi, ma secondo me anche a te piace!-
-A me? Non credo proprio. Lo sai che mi fa schifo, specialmente con quell’orecchino che si ritrova, che è terribile.- notavo una punta di bugia in quello che mi diceva, ma non volevo insistere, sarebbe stata lei a dirmi la verità ben presto, o i fatti avrebbero parlato da soli.
-Quindi.. tutto per gioco? Insomma, vuoi solo farlo divertire, e poi piantarlo in asso?- risi. Mia sorella annuì fiera.
-Va bene, allora andrò a dormire, buona notte!- le stampai un bacio in guancia, prima di andare di nuovo in camera mia. Appena entrai, Louis stava già nel letto a dormire, e il suo russare non era per niente grazioso. Mi misi sotto le coperte, addormentandomi dopo una lunga serata.

 
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( ireheydu )
view post Posted on 1/8/2011, 16:01




Capitolo 3.



Ancora una volta casa mia si riempii di urla. Non mi importava cosa avrebbero pensato Louis e Bill, sicuramente non sarei stata tranquilla di fronte alla nuova compagna di mio padre. L’ennesima. L’avrei voluta volentieri prendere, e uccidere con tutta la forza possibile di quest’universo. Ero uscita fuori in giardino, a fare avanti e indietro nervosamente, mentre trattenevo le lacrime e il nervosismo che ormai mi stava davvero distruggendo. Ma cosa passava nella mente di mio padre? Perché non mi capiva? Era così difficile da afferrare quel cazzo di concetto? Arrivò all’improvviso mia sorella che, come tutte le persone presenti in quella casa, aveva ascoltato la discussione. Non proferì parola, semplicemente si avvicinò a me abbracciandomi più forte che poteva, ma nemmeno quello riuscii a calmarmi. Probabilmente perché mio padre era l’unica persona che mi faceva stare così male, che mi faceva innervosire così tanto. Aveva dei poteri magici e inauditi.
-Voglio andare via da qui.- sussurrai.
Era vero, volevo andare via, era il mio unico desiderio, l’unica cosa che veramente volevo. Fuggire, andar via da mio padre, non vederlo mai più. Provavo a convincermi del fatto che gli volevo bene, ma perché, se poi alla fine l’unica cosa che lui sapeva fare era farmi soffrire? Perché fingere ancora? Vidi apparire poi anche Louis, che aveva una faccia fortemente afflitta per quella discussione. Si avvicinò a noi.
-Devi stare tranquilla.- mi disse.
-Perché dovrei? A prescindere che non conosci la storia, non puoi dire nulla.- Zoe mi strinse più forte, per farmi calmare, prima che avessi aggredito anche lui. –Ho capito la storia, e posso comprenderti.- disse questo e poi si allontanò rientrando dentro casa.
Zoe mi guardò negli occhi. –Devo andare, Lara mi aspetta, stasera torno, tu va in camera, e non parlare con papà. Per favore Ar. Se succede qualcosa, mandami un sms.- mi diede un bacio sulla fronte e poi andò via.
Salii in camera mia. Volevo capire bene cosa intendeva Louis con quelle parole, e come previsto era in camera mia, che giocava con il telefonino buttato sul letto. Entrai, sedendomi ai suoi piedi.
-Cosa volevi dire?- domandai.
-So cosa si prova Arya.- poggiò il cellulare sul comodino.
-In che senso?-
-Mh.. non ti sei mai chiesta dov’è mia madre?- mi chiese alzando appena il busto, per poter parlare meglio con me. –A dire il vero sì.- risposi.
-Ecco.. lei è viva e vegeta purtroppo. Lei e mio padre divorziarono quando io ero piccolo. E la vedevo una volta ogni settimana, per il resto ero affidato a mio padre. Scoprii troppe cose su mia madre che detestavo. Fumo, canne, alcool. Cose terribili Arya, fidati di me, molto peggio di tutto questo. Si stava rovinando la vita e io.. non volevo vivere con una madre del genere, era qualcosa di terribile. E tutto andava avanti così, come va avanti tra te e tuo padre, litigi su litigi, fino a quando poi la mia custodia non passò completamente a mio padre, e infatti ora vivo con lui. Fino a quando mia madre non ci ha mandato in bancarotta, non so ancora come, non voglio saperlo. E ora siamo qui.- il silenzio calò in modo davvero molto imbarazzante tra di noi, e io mi ritrovai a guardare fisso il vuoto, e a mordicchiarmi il labbro.
-Non la sapevo questa storia.- dissi.
Lui annuì, e si alzò dal letto. –Sono cose che si superano in un modo o nell’altro, io non ce l’ho fatta, ma erano problemi molto più gravi, tu puoi farcela però.- lo vidi andar via dalla stanza, mentre mi lasciò lì da sola.

Caro Diario,
la vita è strana sai? Te l’ho mai detto? La mia soprattutto. L’altra sera sono stata fuori con Louis, Zayn e Zoe, e ho come l’impressione che a mia sorella piacesse Zayn. E’ assurdo, lei mente. Ma perché dovrebbe mentire a me..? mh, è tutto così strano qui, così assurdo, così triste forse. Oggi ho litigato nuovamente con mio padre. Che novità eh? Ma qui arriva il bello. Louis poi, vedendomi così, mi ha raccontato la storia di sua madre.. che donna terribile, davvero. Dice che ce la farò a superare questo periodo, ma io non ci credo. Ho troppa paura di perdere ancora.
Ma cos’altro ho da perdere adesso?..
Tua Arya.


Proprio mentre stavo per posare il diario Louis entrò in camera. –Cosa hai lì?- domandò osservandomi mentre stavo per chiudere il cassetto. Se fosse riuscito a leggere tutto quello che c’era lì, sarebbe stata la fine. Nessuno mai era riuscito a leggere le pagine di quel piccolo oggetto era troppo speciale. A quel punto non sapevo come rispondere.
-Emh.. niente, cose mie.- la voce mi tremeva.
-Cos’èèè? Un dildo gigante?- urlò.
-Smettila! Sono cose private, e poi non è quello che pensi tu, non ne ho bisogno almeno.- arrossii in maniera spropositata, questi discorsi mi facevano imbarazzare da morire, e la cosa mi dava parecchio fastidio. Odiavo arrossire, preferivo rimanere pallida così com’ero.
-Come vuoi, ma lo verrò a sapere che cosa nascondi.- sembrava quasi una minaccia, e sì, lo ammetto, mi faceva terribilmente paura.
-Come no Louis, non puoi.- risi. Si buttò sul letto, e per chissà quale motivo mi ritrovai un suo cuscino in testa, che mi aveva lanciato con “tanto amore”. –Ahi! Ma che ti prende?- sbraitai.
-Nulla, avevo solo voglia di tirarti un cuscino in testa!- rise ancora di più davanti alla mia solita reazione isterica. Sembrava quasi che mi conoscesse da una vita e capiva già le reazioni che avevo davanti diverse occasioni. –Vediamo che succede se ti tiro in testa un letto?- mi alzai di scatto, pronta a colpirlo con un cuscino fino a quando non irruppe in camera, mio padre.
-Sono passato solo per augurarvi la buona not… Arya che stai facendo?- mi guardò sconvolto per un momento, e non seppi che rispondere, mentre Louis sghignazzava sotto i baffi. –Nulla, stavo solo dando un cuscino a Louis.. cosa credi che stia facendo?- feci la vaga, come se niente fosse.
-Oh, bene, allora buona notte!-
-Notte.- pronunciammo in coro. Appena la porta si chiuse, mi ritrovai sopra Louis a prenderlo a cuscinate con tutta la violenza che potevo avere in corpo. –Guai a te se ti capita di nuovo di farlo.- ritornai nel mio letto, dandogli un’ultima cuscinata in testa, mentre lui continuava a ridere. –Adoro stuzzicarti, proprio come adoro quando ti incazzi così- roteai gli occhi, e mi accorsi che era troppo presto per me per andare a dormire. Erano solo le undici, così decisi di accendere il computer, e chattare con Thomas, mentre sentivo che Louis aveva cominciato a parlare al telefono con Zayn. Raccontai a Thomas tutto ciò che era successo nell’arco di una serata, e improvvisamente mi sentii un po’ meglio, era l’unica persona, dopo mia sorella, che sapeva tirarmi su di morale.
-Stai chattando con il gay?- chiese Louis.
-Hai rotto, non è gay!- gli tirai addosso un pezzo di carta che era poggiato sulla scrivania.
-No, parlando seriamente, Zayn chiede se potrebbe venire domani sera, passiamo una serata qui, io, te, lui, e Zoe!- domandò, mentre continuava a parlare al telefono con il suo amico.
-La cosa divertente è che noi due ci odiamo, eppure passiamo il 70% delle nostre giornate insieme, davvero divertente.- risi scuotendo la testa.
-Beh, comunque va bene, per quanto io sappia, mio padre e tuo padre dovrebbero essere fuori domani, non so perché.- continuai.
-Zayn! Domani sera sei da noi!- esultò.
Aprii la chat con mia sorella Zoe, benché fossimo a pochi metri di distanza, ma non mi andava nemmeno di alzarmi dalla sedia.

Bellezza, domani sera viene Zayn. Siamo noi quattro da soli (;

Risi dolcemente, dondolandomi nella sedia, proprio come ero solita fare. Misi un po’ di musica, sinceramente mi andava di ascoltarne, e decisi di mettere una canzone dei Doors, una delle mie band preferite in assoluto.
Probabilmente la voce di Jim Morrison aveva qualcosa di così favoloso da farmi perdere in ogni singola canzone.
Improvvisamente mi rispose mia sorella.

Figo, spero che non metteremo casa sottosopra.

-Mia sorella crede che domani distruggeremo la casa!- dissi verso Louis, ed entrambi ridemmo. –Al massimo sono loro due che tipo scoperanno in tutti i modi, boh.- sentii la voce di Zayn dall’altro capo del telefono, che urlava e sbraitava contro il suo amico per ciò che aveva detto.

..E Louis crede che tu e Zayn scoperete. HAHAHA!

Era troppo divertente chattare con mia sorella da una stanza all’altra, eravamo abituate a farlo. –Fammi capire, tua sorella è di là, e tu stai chattando con lei?- chiese Louis stralunato. –Ebbene sì- risi.
-Certo che sei proprio strana!- immediatamente dopo questa frase, il mio dito medio si alzò in automatico, seguito da un sorriso davvero fin troppo falso. –Ho sonno.- dissi subito dopo staccando il pc, dopo aver dato la buona notte a mia sorella. Era raro che a quell’ora mi veniva sonno, ma succedeva solo quando litigavo con mio padre, mi faceva stressare così tanto da star male poi tutto il tempo.
Mi buttai sul letto, sotto le lenzuola, e salutai con la mano Louis, che aveva appena chiuso al telefono con Zayn.
-Notte Vento!- spensi la luce, addormentandomi lentamente.

Il giorno dopo mi svegliai con molta tranquillità. Mi stiracchiai in maniera alquanto scomposta, e ci misi un po’ di tempo prima di alzarmi dal letto, benché sapevo che quella mattina sarei dovuta andare a fare shopping con Zoe, ma era certo che lei ancora stesse dormendo, o almeno credevo io. Non passarono poi così tanti minuti che la mia porta si spalancò e la voce di mia sorella mi trapanò delicatamente le orecchie.
-Aryaaa! Svegliaaati, dobbiamo usciiiree! Daii- improvvisamente la finestra di camera mia si spalancò e la luce del sole mi accecò completamente, e ne approfittai per nascondermi sotto il cuscino, fino a soffocarmi quasi.
-Alzati subito!- ripetè mia sorella. Mi prese da un braccio provando a tirarmi via, ma la mia forza era maggiore della sua. Cominciò a scuotermi, e a quel punto non avevo altra scelta, così mi alzai dal letto stropicciandomi gli occhi.
-Era ora!- rise.
-Ieri sera sono stata sveglia fino a tardi- misi le mie infradito, e scesi insieme a mia sorella giù in cucina per fare colazione, e lì trovai mio padre, Bill, e Louis. –Buon giorno!- dissi ancora morta di sonno.
-Buon giorno a te tesoro!- non capivo come mio padre riuscisse a farsi scivolare le litigate tra di noi così, come se niente fosse, e la cosa mi irritava parecchio, perché comunque sia ancora la rabbia non era passata, e forse non sarebbe passata mai. Eppure lui cominciava la giornata chiamandomi “tesoro”. Era parecchio strano. Ma non stetti molto a pensare a ciò che diceva mio padre, avevo intenzione solo di passare una bella giornata di puro relax.
Afferrai un cornetto che si trovava lì sul bancone, e prima di salire al piano di sopra qualcuno ostacolò il mio percorso. O meglio, Louis mi fece uno sgambetto, e per poco non stavo per rompermi la faccia.
-Come sei gentile e garbato anche solo di prima mattina!- mi voltai verso di lui scontrosa, e come al solito si stava lasciando andare in una delle sue risate.
-Volevo solo che mi passassi un cornetto- ammise.
-Te lo prendi da solo!- feci per andarmene ma la voce di Bill mi distrasse. –Dai ragazzi, smettetela di far così- disse. –Staremo ancora per molto qui, quindi sarebbe carino se aveste un minimo di rapporto.- continuò il suo discorso, ma tutto quello che ne uscì come risposta fu una risata da parte sia mia che di Louis.
-Oh, sì, dillo a tuo figlio! Vado a prepararmi.- scossi la testa e questa volta salii davvero le scale per andarmi a vestire. Penso che la pace tra me e Louis si sarebbe creata solo se quel benedettissimo tubo si fosse aggiustato. Ma da quanto avevo capito qualche giorno prima dai discorsi di mio padre e Bill, sarebbe passato molto tempo prima di vedere Louis fuori da camera mia, e la cosa non faceva altro che scoraggiarmi sempre di più.
In una manciata di minuti ero già pronta per uscire. I soliti pantaloncini di jeans, una canottiera nera, capelli sciolti sulle spalle, e occhiali da sole.
-Zoe? Sei pronta?- chiesi entrando in camera di mia sorella che stava preparando la sua borsa. Uscimmo di casa intorno alle dodici, visto che avremmo pranzato anche fuori. Era una nostra abitudine, andare fuori per fare shopping e rimanere in centro anche per pranzo. Lo facevamo molto spesso, era una cosa molto divertente. Mentre passeggiavamo ripresi in parte il discorso della sera prima.
-Mh, stasera saremo soli a casa.. dove andranno papà e Bill?- chiesi curiosa.
-Per quanto io ne possa sapere saranno ad una festa di un loro vecchio amico del liceo.- Zoe fece spallucce.
-Sì, le solite minchiate.- risi scuotendo la testa e passandomi la mano sulla fronte. Ormai che cosa me ne doveva importare? Probabilmente ero quasi abituata alle bugie di mio padre. Ma forse questa volta era la verità. Chi poteva saperlo, l’importante è che avrei passato una giornata serena e rilassante.
-Vabbè, non ho voglia di pensarci!- dissi secca.
-Dove vuoi andare?- chiese mia sorella, notando l’enorme varietà di negozi che costellavano il centro.
-Ovunque, basta che compro qualcosa, qualsiasi cosa, ne ho bisogno.- presi mia sorella a braccetto, e cominciammo a farci un giro tra i vari negozi. Come sempre passavamo minuti infiniti dentro ogni shop, a provare milioni di vestiti. Entrambe eravamo persone troppo difficili nei gusti, e qualsiasi cosa aveva un difetto, o non andava bene, e prima di trovare l’abito o la maglietta perfetta dovevamo stare ore e ore dentro un negozio, eravamo fatte così. Anche mia madre era così, ma lei riusciva ad essere sempre bella e impeccabile in qualsiasi occasione.
Ci trovammo dentro uno dei negozietti locali, e aspettavo che mia sorella uscisse dal camerino, dopo che aveva preso milioni di cose da provare.
-Come mi sta questo?- uscì fuori con un vestitino alquanto provocante.
-Ma tutti questi vestitini? Non me la racconti giusta!- risi, osservandola mentre si guardava allo specchio. –Comunque mi piace come ti sta!- continuai.
Lei proseguiva guardandosi ancora allo specchio, da qualsiasi posizione. –Sei sicura? A me sembra che mi faccia un po’ grossa!- fece una smorfia.
-Ma và, sei perfetta comunque!- mi sedetti in uno sgabello che c’era lì, mentre continuavo a guardarla e a convincerla che quel vestito le stava così bene. –Quindi?- domandò.
-Quindi prendilo!- risi.
Rise anche lei, e rientrò dentro il camerino per cambiarsi. –Sarei curiosa di sapere a cosa ti servono tutti questi vestitini che stai provando!- abbozzai un sorriso, mentre avevo puntato lo sguardo su un favoloso paio di tacchi, e li presi immediatamente per provarli.
-Beh, non c’è un motivo!- disse.
-Mh, ne sei sicura?- cercavo in tutti i modi di farle sputare il rospo riguardo Zayn, ma sembrava davvero impossibile, magari mi sbagliavo io.
-Sicurissima!- uscì dal camerino, trovandosi davanti me che provavo il mio paio di tacchi. Mi misi in piedi per vedere se riuscivo a stare in equilibrio. –Scherzavo, mi fanno schifo ‘sti tacchi.- li tolsi immediatamente, dopo che mi accorsi che non facevano proprio per me.
-Io vado a pagare.- Zoe si allontanò, lasciandomi lì, mentre ero intenta a togliere quel paio di scarpe.
Uscimmo pochi minuti dopo insieme dal negozio, e da lì partimmo spedite verso il Mc Donald. Avevamo troppe buste in mano, e nemmeno ce ne eravamo accorte.
Entrammo al Mc, e l’odore del cibo immediatamente mi fece star meglio. Ero una gran mangiona, e dovevo ammetterlo, ma fortunatamente il mio fisico non aveva subito modifiche, neppure se mangiavo quasi ogni settimana hamburger e patatine. Ordinammo i nostri menù, e in poco tempo ci ritrovammo già sedute a mangiare, una di fronte all’altra.
-Tornando al discorso di prima, credo che tu abbia un debole per Zayn.- continuai la conversazione, che per me era rimasta in sospeso prima davanti ai camerini del negozio.
-Oddio, ancora con sta storia?- mi guardò con gli occhi sbarrati, ridendo appena. –Te l’ho detto, non c’è nulla! Solo.. divertimento, ecco, ma mica mi piace.- continuò a mangiare, ma qualcosa ancora diceva nella mia testolina che mi stava mentendo, eppure non riuscivo a togliermi dalla mente quel pensiero fisso e continuo.
Io risi, e voltai il viso da un’altra parte, divorando il mio panino, e immediatamente mi accorsi di una cosa. –Beh, sappi che è proprio lì!- Zoe alzò di scatto la testa senza aver capito cosa volessi dire realmente.
-Cosa?- domandò ad occhi sbarrati. –Al massimo chi!- di seguito le indicai in il dito la persona messa in fila per prendere qualcosa da mangiare. Con quell’orecchino luccicante, l’avrei potuto riconoscere anche a chilometri di distanza, ed ero certa che era Zayn. Mia sorella per poco non si affogò, ma ovviamente inventò una scusa.
-Oddio, il cibo di traverso!- scoppiai a ridere, e poi vidi Zayn avvicinarsi al nostro tavolo, perché evidentemente si era proprio accorto che noi eravamo lì. Lo salutai con un sorriso, sventolando la mano.
-Ciao ragazze!- salutò entrambe, appena si avvicinò di più a noi. –Siete sole?- domandò.
-Si, siamo in giro per fare shopping.- dissi mangiando una patatina. Sicuramente Zayn appariva molto più simpatico di quella peste di Louis, anche se quell’orecchino lì, lo odiavo fortemente.
-Posso sedermi con voi? Sono solo, ero con dei miei amici, ma alla fine ci siamo divisi per vari motivi, e mi sono fiondato qui!- feci segno di accomodarsi, e come previsto si sedette proprio accanto Zoe, accostando il suo vassoio a quello di mia sorella. –Come va bellezza?- chiese voltandosi verso di lei, e ammiccando. Io quasi scoppiai a ridere, ma riuscii a trattenermi per evitare occhiatacce strane di mia sorella.
-Sto bene, grazie.- lei sorrise con le guance che quasi le stavano diventando rosso fuoco, davanti lo sguardo del ragazzo accanto a sé.
-Stasera quindi siamo da voi?- chiese Zayn con la bocca piena, mentre addentava il suo panino gigante.
-Esattamente!- dichiarò mia sorella con un sorriso.
-Cosa faremo?- chiesi.
-Potremo guardare un film, o insomma.. non so, cazzeggiare.- rispose il ragazzo ridendo, per la sua stessa risposta.
-E voi scoperete, come dice Louis.- dissi. Ero pronta a ricevere molto probabilmente una sgridata da mia sorella, o qualcosa del genere, ma sapeva che mi divertivo a stuzzicarla così, era ormai abituata a questo.
-Stai diventando come lui.- ammise Zayn con una risata.
-Oddio! Non sia mai!- lo guardai con gli occhi spalancati, sconvolta dalla frase che aveva appena detto. –Non esiste proprio, io sono io, e lui è.. lui purtroppo- scossi la testa.
-Forse devi ancora conoscerlo meglio, alla fine non è così male. E’ solo un burlone!- disse. –Sono d’accordo con te- ribattè mia sorella. –E’ quello che le dico sempre, ma non sta mai ad ascoltarmi.- entrambi risero e io li fulminai con lo sguardo. Cosa c’era in Louis che era okay? Proprio niente secondo il mio parere, era assurdo che potessero dire qualcosa di positivo su di lui. Ok, era un ragazzo che aveva avuto le sue sofferenze, su questo ne ero certa, ma io e lui non saremmo andati d’accordo né ora e né mai.
-Come no.- risposi semplicemente scuotendo la testa.
Guardai l’orologio, e mi accorsi che era l’ora di smontare le tende e fare il secondo turno di shopping insieme a mia sorella. –Piccola Zoe, dovremmo andare, il make up ci aspetta!- dissi, cominciando già a prendere la borsa. –E’ vero, devo comprare un casino di trucchi!- esultò alzandosi di scatto dalla sedia. Era fissata con il make up, e ogni volta perdevamo ore nei negozi di trucchi. –Ciao Zayn a stasera!- lo salutai con la mano, mentre mia sorella gli stampava un bacio nella guancia.
-A stasera!- disse anche lui, mentre noi ci allontanavamo da lì, per uscire. Avrei voluto dirle delle sue guance rosse ogni volta che Zayn la fissava, ma evitai perché avrebbe continuato a mentire sul fatto, così mi limitai a fare un sorrisino. Cominciammo a camminare, sazie, in giro per il quartiere, cercando il primo negozio di make up lì in zona.
-Voglio comprare degli ombretti nuovi, un kajal, delle matite colorate, un nuovo fondotinta, ah! E degli smalti!- cominciò a fare la lista delle cose da comprare, con tutta la foga possibile. Entrammo in un negozio, e improvvisamente le brillarono gli occhi.
Senza nemmeno accorgercene tra matite e ombretti passò un’ora precisa. Ammetto che anche io ero appassionata di queste cose, ma andavo sempre sui trucchi leggeri, invece Zoe tendeva ad appesantirsi, ma solo perché era una delle sue passioni, nient’altro.
-Zoe, hai intenzione di pagare, o vuoi svaligiare il negozio?- risi, mentre lei stava provando l’ennesimo fondotinta nella sua mano, per vedere se era la tonalità giusta per la sua pelle.
-Sì sì, ho finito, dai!- aveva la busta piena di trucchi, e cose che avrebbe dovuto comprare, come sempre dopotutto. Ci mise un bel po’ prima di pagare tutto, anche le mie cose, ma finalmente ci trovammo fuori dal negozio, nuovamente, dirette verso casa.

-Mi chiedo quanti soldi spendete ogni volta!- si lamentò mio padre vedendo i mille sacchetti che avevamo con noi appena entrate a casa. Noi invece, a differenza sua eravamo abbastanza soddisfatte e fiere dei nostri ultimi acquisti. Andai in camera mia esausta, e aprii la porta. La mia stanza sembra un campo di battaglia, anche più di prima. Ma dovevo riuscire a mantenere la calma, e stare tranquilla.
-Louis, cazzo, non pensi mai di sistemare la stanza?- domandai, mentre lui stava disteso nel letto a giocare con il suo blackberry, come sempre. Afferrai alcuni dei suoi vestiti da terra, lanciandoglieli addosso, e cercando di far spazio nel mio pavimento. –Dovrò lavare terra con la candeggina.- continuai a togliere i vestiti, mettendo prima le mie buste sul letto. Sembravo una casalinga in preda ad un esaurimento nervoso, e incazzata nera con i suoi figli che lasciavano i loro giocattoli ovunuqe. –Queste sono pure delle mutande! Che schifo!- gliele lanciai, colpendolo proprio in viso, mentre lui continuava a ridersela lì sul letto.
-Quando hai finito di ridere mi aiuti, cazzo.- mi buttai sul letto sfinita, e passandomi una mano sugli occhi. Ero stanca dopo la lunga camminata, non potevo tornare a casa e trovare tutto quel casino. Per non pensarci, tirai fuori gli abiti nuovi dai sacchetti, mettendoli nei cassetti e negli armadi.
-Dai, pensa che stasera ci divertiremo!- disse.
-Vai a fanculo.- sibilai acida come sempre nei suoi confronti. –A proposito, devi ordinare da mangiare per stasera, chiama la pizzeria, grazie.- dissi uscendo dalla stanza e sbattendo la porta. Al passaggio dalla camera di Zoe, che era ovviamente aperta, feci un mugugno.
-Avrei preferito stare fuori casa per il resto dei miei giorni!- lei rise, e mi fece entrare. –Guarda il lato positivo, hai preso tanti bei vestiti!- disse.
-Certo, sperando che non si infettino di Louis.- sbuffai.
-Vado a guardare un po’ di televisione, fra qualche ora sistemiamo casa per stasera.- scesi le scale, lasciando lì mia sorella, che era occupata a riordinare la sua camera.



Note dell'autrice: ho deciso di far contente le mie lettrici, e così ho deciso finalmente di postare! E' un capitolo piuttosto semplice ammetto, ma a me piace. A poco a poco conoscerete i caratteri dei vari personaggi! Spero vi piaccia, e purtroppo mi dispiace dirlo, ma per il prossimo capitolo dovrete aspettare il fine settimana, perchè in questi giorni non avrò il tempo per farlo, i'm so sorry, ma l'attesa aumenta il desiderio (?) quindi la leggerete con più gusto, bellezze! yay, stay tuned xx
 
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( ireheydu )
view post Posted on 5/8/2011, 19:31




Capitolo 4.



Il campanello suonò, e subito mi alzai di scatto per andare ad aprire. Un uomo alto, e con uno strano cappellino mi aprì, consegnandomi le due pizze familiari che avevamo richiesto qualche ora prima. Diedi i soldi necessari, e poi rientrai dentro mente Zayn e Louis si sbattevano i cuscini del salone in faccia, come sempre.
-Bambiini, e pronta le ceeena!- urlai ridendo.
Zoe, Louis e Zayn, mi vennero dietro mentre portavo le pizze nel tavolino del salone, proprio davanti il televisore. Mi sedetti a terra, mentre aprivo gli scatoloni. –Sto morendo di fame.- disse Zayn afferrando immediatamente una fetta di pizza. Notai subito che era seduto accanto e Zoe. Eravamo insieme da almeno un’ora e i due non si erano staccati nemmeno un secondo. –Dopo guardiamo un film?- chiesi.
-Posso tirar fuori uno dei miei soliti film horror?- esultò Louis, che era un grande appassionato di quel genere. A me sinceramente non facevano né caldo né freddo, quindi non mi avrebbe dato fastidio vederlo.
-Ma io ho paura!- ammise Zoe.
-Mh, tranquilla, ci sono io.- sussurrò Zayn, voltandosi verso di lei, ma non si era accorto che io avevo perfettamente sentito ciò che le aveva detto, e scoppiai a ridere.
-Che c’è?- domandò Zayn voltandosi verso di me con un sopracciglio alzato. –Oh, niente, tutto ok!- mentii, mentre mia sorella da dietro, mi faceva cenno di smetterla, e io continuavo a ridere.
Mi sedetti a pancia in giù sul pavimento, mentre continuavo a mangiare la mia pizza, e osservavo Louis che metteva il dvd, per poterlo finalmente vedere. –Spegni le luci!- mi disse. Spensi la luce, in modo che l’unica cosa che potesse illuminare la stanza fosse il televisore con le sue scene cruente che cominciavano fin dalla prima parte del film.
La faccia di Louis davanti quelle scene era davvero fin troppo divertente, era un misto di gioia e divertimento, non si capiva bene, ma sicuramente faceva ridere. Improvvisamente però mi accorsi che calò il silenzio tra di noi, mentre eravamo tutti intenti a guardare lo schermo, perfino Zoe e Zayn, che pensavo volessero fare ben altro quella sera.
Ma insomma.. Zayn avrebbe protetto Zoe dagli assurdi zombie del film, e questo poteva bastare per farmi dedurre tante cose.
Afferrai il cellulare di Louis che per puro caso era lì vicino a me, e ne approfittai della sua distrazione per prenderlo. Non ero poi così interessata al film, così dovevo pur trovarmi qualcosa da fare. Mi spostai appena mentre lui era praticamente appiccicato al televisore, e cominciai a smanettare con il suo cellulare, e leggendo gli sms tra lui e Zayn, che mi facevano davvero ridere, del genere “Lou, stasera ci sarà da divertirsi con Zoe”. Guardai le foto, la maggior parte foto sue, personali, e mi accorsi che bene o male era abbastanza fotogenico. Mi voltai per controllare se Louis fosse distratto, ma il mio sguardo si posò improvvisamente su Zayn e Zoe. I due si erano lasciati andare in un bacio davvero passionale. Le loro lingue si intrecciavano delicatamente tra di loro, e le mani di lui, sfioravano i capelli delicati di Zoe, arrivando poi fino al collo. Quelle mani stavano percorrendo l’intero corpo di mia sorella, esplorando ogni singolo angolo della sua pelle quasi, fino a quando non notai che le sue dita si stavano insinuando delicatamente sotto la camicetta. Cercai di non guardarli per non farli sentire in imbarazzo, anche se sapevo che in quel momento si stavano preoccupando di tutto, ma non di me sicuramente. Così tornai a guardare il film.
Zoe sistemò una gamba su quelle di Zayn, avvicinandosi maggiormente a lui dopo aver messo entrambe le proprie mani sul suo viso, sfiorandoglielo delicatamente e strusciandosi appena contro di lui. Zayn percorse tutta la pancia di Zoe con le mani, carezzandogliela dolcemente, passando poi verso la schiena, e percorrendo tutta la sua spina dorsale con un dito, facendo appena rabbrividire mia sorella. Entrambi si trovavano in una certa sintonia tra di loro, e sembrava che i loro corpi aderissero perfettamente l’uno contro l’altro.
Louis accese la luce appena il film finì, ed entrambi ci ritrovammo a guardare Zayn e Zoe, che si staccarono appena imbarazzati, tutti e due si morsero le labbra.
-Vi è piaciuto il film?- chiese Louis ridendo e dando una pacca a Zayn.
-Da morire..- disse tremendamente imbarazzato, mentre ridacchiava appena e si passava una mano sul viso. –Tranquilli che non vi ha visto nessuno!- ironizzò Louis, sedendosi accanto a lui.
-Eravate all’incirca così.- cominciò a fare una loro imitazione muovendo le labbra in modo divertente, e facendo come al solito il buffone, e strusciandosi contro Zayn, toccandolo ovunque.
-Però.. dicevi di essere innamorato di me! Sei proprio uno stronzo!- urlò poi, facendo una voce alquanto femminile, mentre io ero ormai buttata a terra dalle risate, mentre mia sorella stava sprofondando nel divano, ma notavo che anche lei sorrideva davanti l’imitazione di Louis.
-Ma io ti amo ancora!- disse Zayn.
-Bugiardo, basta, è finita Zaynuccio.- tutti scoppiarono a ridere davanti quel soprannome davvero ridico, forse perfino più ridicolo di “Vento”.
-Daai, siete dei piccioncini adorabili però.- ammisi guardando mia sorella con sguardo complice. –Diciamo che mi ero accorta di voi fin dall’inizio del film, e sono contenta che mia sorella abbia superato la paura dei film horror.- sorrisi.

Mio padre era tornato prima del previsto, e ci ritrovammo tutti e quattro in camera mia, cercando di parlare a bassa voce. Zoe stava comodamente seduta tra le gambe di Zayn, e io ero buttata nel mio letto, mentre Louis smanettava con il suo telefonino, e stavamo chiacchierando del più e del meno. –Facciamo qualcosa!- borbottò Zayn.
-Inventati qualcosa.- dissi.
-Prendiamo Louis a cuscinate!- esultò divertito, ma si zittì subito dopo che Louis lo guardò con sguardo assassino. Io e Zoe ridemmo.
-Che ne pensate se conficchiamo l’orecchino di Zayn nei suoi bei occhietti? Sarebbe divertente!- Louis annuì convinto di ciò che stava dicendo, ridacchiando sotto i baffi. A cambiare il discorso fu mia sorella. -Qual è la vostra più grande paura?- domandò. Era una persona abbastanza curiosa, e le piaceva fare domande. Nessuno parlò, fino a quando mia sorella non si voltò verso di me, come se dovessi essere la prima a parlare. –Ma perché io? Pff.- sbuffai.
-Perché sei la più piccola!- dichiarò Zoe.
-Al posto tuo non la userei come scusa.- la guardai torva, mettendomi comoda sul letto. –Beh.. penso sia la solitudine.- ammisi.
-Ohhh, la piccolina ha paura di rimanere sola!- disse Louis facendo la sua solita faccia da buffone, ma soprattutto da schiaffi.
-Sentiamo, qual è la tua paura?- chiesi come per sfidarlo.
Sembrò pensarci un po’ su, e si preoccupò di fissare il vuoto prima di parlare. –Credo che sia la paura degli insetti, mi fanno davvero troppa paura, fin da quando ero bambino.- ammise, ridendo.
-Beh, allora posso metterti degli scarafaggi nel letto sta notte?- chiesi sbattendo le ciglia amorevolmente, ma ricevetti solo un dito medio da parte di Louis. –Qual è la tua, piccola?- chiese Zayn a Zoe.
-Mh.. ho paura dei fantasmi, è una paura terribile, infatti sto sempre angosciata quando dormo.- rispose.
-Ma c’è Zayn a proteggerti, è vero, piccipù?- Louis stava passando la sua serata a prendere in giro Zayn, in modo davvero divertente, e ammetto che faceva ridere anche me. –Qual è la paura di Zaynuccio?- chiese, poi.
-Oddio, non la dirò mai, è troppo imbarazzante.- ammise, e un coro di lamenti si levò lì nella stanza.
-Zayn, dai, l’abbiamo detto tutti!- brontolai.
-Mh, ok.- riuscimmo a convincerlo. –Beh, ho paura dell’acqua diciamo.- e tutti ovviamente scoppiammo a ridere.
-Come diamine fai a bere?!- domandò Louis sbalordito, mentre soffocava le parole tra le risate. –Non centra niente quello! E’ la paura di nuotare più che altro! Però mi piace il mare, ho solo paura dell’acqua alta.- sembrava esser diventato rosso così, all’improvviso e la cosa era ancora più divertente.
-Oh suvvia, non fare così!- disse Zoe.
-E’ imbarazzante.- ripetè, prima di nascondere il viso tra le sue mani.
Non so quante altre domande riuscì a fare mia sorella, ma era un modo divertente per conoscerci meglio, e mi accorsi quanto io e Louis eravamo tremendamente diversi. Come avremmo potuto avere una certa sintonia, come dicevano Zayn e Zoe? Era impossibile, continuavo ad ammetterlo.
-L’avete mai fatto?- mia sorella se ne uscì con una nuova domanda che quasi mi fece impallidire dalla vergogna. Ma quella volta non cominciai io a rispondere. Mi vergognavo molto di questa cosa, a quasi diciotto anni non ero mai andata a letto con nessuno, e spesso i miei vecchi compagni mi prendevano in giro per questa cazzata.
-Che domande! E’ ovvio!- rispose Louis.
-Beh, idem.- continuò Zayn.
Più sentivo quelle risposte, e più mi veniva un groppo in gola, per la paura di rispondere. Mi avrebbero preso per il culo a vita molto probabilmente, ma su queste cose ero molto ostacolata, visto che aveva dato il mio primo bacio a quindici anni, per chissà quale strano motivo.
-Tu Zoe?- domandò Louis. –Ebbene sì.- rispose annuendo. Sarebbe arrivato il mio turno adesso. –Arya?- si voltarono tutti verso di me, e le mie guance stavano per andare a fuoco. Ci pensai su ovviamente, ma non avevo voglia di dire bugie. –No- dissi secca sospirando.
-La piccola Arya!- disse Louis, ridendo nuovamente. Storsi le labbra, facendo poi un movimento strano. Lo facevo sempre quando ero imbarazzata, ma mia sorella mi sorrise in modo confortante.
-Ci pensa Louis!- urlò Zayn.
-Che cazzo dici?- Louis, prese il cuscino più vicino a lui, prendendo in piena faccia Zayn, con tutta la violenza che possedeva. –Nemmeno per un milione di dollari lo farei con lei.- continuò.
-Tranquillo, non c’è pericolo, io non lo farei nemmeno per tutto l’oro di questo mondo!- feci una faccia schifata guardandolo in modo negativo.
Dopo quelle risate, cominciammo a chiacchierare ancora, fino a quando tutti e quattro non ci addormentammo lì intorno alle tre di notte. Perfino Zayn non era tornato a casa ed era rimasto lì, con Zoe stretta tra le sue braccia. Tutti e quattro coccolati da Morfeo.

Erano all’incirca le due del pomeriggio del giorno dopo, avevo appena finito di sparecchiare, ed ero intenta a sistemare le posate nel cassetto, mentre canticchiavo qualcosa.
-Madonna quanto sei stonata!- urlò Louis.
-Vorrei sentire te guarda.- risposi mentre cominciavo ad andare in camera mia, e mi accorsi solo dopo che lui mi stava seguendo.
-Sono bravo io a cantare.- ammise sorridendo, e seguendomi.
-Mi immagino, come una cornacchia in calore forse!- risi.
-Non ci credi?-
-Assolutamente no.- dissi secca.
-Mh, non vuoi sentirmi cantare?- chiuse la porta della mia stanza alle sue spalle, mentre io stavo per prendere uno dei miei libri per cominciare a leggere. –Preferisco leggere, grazie.-
Lui storse le labbra, e si sedette sul suo letto.
-Ohh, oh, be my baaby, ohh, bee my baaaby.- improvvisamente lo sentii cantare, e mi voltai di scatto, perchè la sua voce mi aveva davvero lasciata senza parole. Se la cavava maledettamente bene.
-Ma..- lo guardai attonita per un momento.
-There noow, steaady love, so feew come aand don't goo!- continuò a cantare le parole di quella dolce canzone e io rimasi sempre più a bocca aperta davanti il suo strabiliante talento.
-Sei bravissimo.- ammisi. Era incredibile, ma sì, stavo facendo un complimento a Louis Tomlinson, non pensavo che mi sarebbe mai passato per la mente, eppure era così.
-Lo so!- disse lui, vantandosi.
-Vabbè, fanculo, non ti si può fare manco un complimento.- scossi la testa ritornando alla lettura del mio libro, in silenzio mentre lui ridacchiava con il suo solito telefonino tra le mani.
-Perciò sei ancora vergine, eh?- ora volevo seriamente capire per quale losco motivo avesse preso quel discorso che non centrava nulla con ciò di cui stavamo parlando qualche istante prima. Quasi mi irrigidii al suono di quelle parole, e strinsi forte le pagine del libro tra le mani.
-S..si.- sussurrai, e poi lo sentii ridacchiare.
-Sei piccola ancora.- disse.
Non credevo di essere poi così piccola, alla fine ero solo di due anni più piccola di lui, non così tanto direi. Eppure lui doveva per forza trovare una scusa per prendermi in giro, e in quel momento maledissi mia sorella e quella sua stupidissima domanda della sera prima.
-Non credo di essere piccola.- ammisi.
-Hai diciassette anni, no?-
-Sì.-
-Mh, sì, sei piccola.- rise.
-Perché, tu a quanti anni hai avuto la tua prima volta?- chiesi voltandomi verso di lui e lasciando stare la mia lettura.
-Forse sedici o quindici, non ricordo.- fece spallucce.
-Penso che per voi ragazzi è totalmente diverso.- mi sentii in imbarazzo per un momento, e diventai appena rossa, pensando che io alla sua età avevo dato solo il mio primo bacio, ma questo ovviamente non doveva saperlo, nemmeno per sbaglio, sennò sarebbe stata la mia rovina. In un certo senso mi vergognavo di Louis, avevo paura del suo giudizio, o solo avevo paura che potesse complicarmi le giornate con le sue solite frasi provocatorie di pessimo gusto.
-Forse sì, ma rimani comunque una povera verginella!- rise ancora una volta, e per poco non gli lanciai il mio libro in testa, ma riuscii a controllarmi.
-Vado da Zayn!- annunciò, e improvvisamente mi sentii libera.
-Ciao Vento.- mi salutò prima di uscire dalla stanza per poter andare via. A quel punto mi venne una voglia infinita di aggiornare il mio diario, era assolutamente necessario. Lo afferrai, e presi la penna sul mio comodino, facendo attenzione se mai Louis fosse ritornato per un motivo qualsiasi.

Caro Diario,
che giornate strane ultimamente, non credi? Piene di alti e bassi, ma rimane sempre quella tortura chiamata Louis Tomlinson. Mi chiedo ancora come mai non sono scappata di casa. Ieri sera è venuto qui da noi Zayn, e devo ammettere che alla fine è stato tutto abbastanza divertente. Abbiamo guardato un film, e io ho spiato tutto il tempo Zayn e Zoe che si baciavano appassionatamente sul nostro divano, fino a quando Louis non ha acceso la luce, e li ha presi in giro per tutto il tempo. Ci siamo poi chiusi in camera mia, e Zoe ha cominciato a fare mille domande alle quali dovevamo rispondere tutti. Non mi aspettavo che chiedesse chi di noi l’avesse già fatto o meno. Che tristezza, mi sono sentita profondamente in imbarazzo, stavo per svenire lì. Ero l’unica! Che figuraccia. E Louis non aspettava altro molto probabilmente, visto che comunque continuava a rinfacciarmelo fino a qualche secondo fa. Ora è uscito, e sono qui in pace, almeno fino alle cinque del pomeriggio, a meno che non si fermi di più con Zayn, pff. Ti tengo aggiornato.
Tua Arya.


Mi alzai dal letto, dopo aver deposto il mio diario dentro il cassetto accuratamente, e decisi di andare da mia sorella abbandonando la lettura, visto che avevo bisogno di parlare con lei. Bussai in camera sua, e la sua voce mi fece capire che potevo entrare.
-Salve Miss Malik!- sorrisi.
-Hey, non chiamarmi così, te l’ho detto che non c’è nulla tra me e Zayn.- era intenta a svolgere dei compiti estivi per il college, e io mi sedetti nella sedia accanto a lei osservandola mentre scriveva.
-Non ne sarei così sicura.- ammisi.
-Perché dici così?- chiese.
-Come se ieri non vi avessi visto mentre vi baciavate in quel modo!-
Zoe diventò improvvisamente rossa, e io le sorrisi dolcemente.
-Puoi dirmelo ormai.- dissi.
-Va bene, ok, sì, è vero, ho un debole per Zayn.- si coprì il viso con le mani, visto che era abbastanza timida.
-Ma va! Non si era capito!- risi abbracciandola forte e stampandole poi un dolce bacio nella guancia mentre lei sorrideva insieme a me.
-E.. quindi?- domandai.
-Cosa?-
-C’è qualcosa di più tra di voi?-
-Mh.. ancora non lo so, non ne ho idea sinceramente.- disse mordendosi il labbro. –Sta di fatto che.. stasera forse dovrei andare a casa sua.- continuò.
-Sento aria di cose hot e piccanti!- ammisi felice.
Mi diede una piccola spinta ridendo, tornando ai suoi esercizi, mentre io stavo ancora lì insieme a lei a chiacchierare riguardo Zayn.
-Io continuo a dire che succederà qualcosa tra te e Louis!- ammise.
-La finite tu e Zayn con sta storia? Non è vero nulla, io e Louis non abbiamo nulla in comune, niente che potrebbe farci accomunare insomma, e poi non mi piace per niente, voglio dire, non sa manco vestirsi.- sbuffai, roteando gli occhi dopo la frase di mia sorella. Non capivo cosa ci trovavano tutti in Louis, e perché pensavano che fosse una figura positiva, soprattutto per stare insieme a me, non c’era assolutamente motivo. Lo odiavo, e penso che l’avrei sempre fatto.
-Come dici tu.- rise.

Zoe si ritrovò in camera di Zayn. Sapevo quanto fosse felice di quella serata lì con lui, non aveva fatto altro che parlarne tutto il pomeriggio, facendosi complessi di quanto fosse nervosa e se stava vestita bene in un determinato modo, e io avevo passato il tempo con lei ad aiutarla, da brava sorella.
-Dammi la giacca.- disse Zayn, aiutandola a togliersi il giubbotto che poggiò subito dopo delicatamente sul letto. La fece sedere proprio lì, e lui si collocò proprio al suo fianco. Sfiorò piano il suo viso, massaggiandole una guancia. –Sei proprio bella, sai?- sussurrò avvicinandosi alle sue labbra. I loro visi si scontrarono, mentre si lasciarono andare in un tenero bacio. Le loro lingue cominciarono a giocare tra di loro quasi timidamente, mentre le mani di Zayn stavano ancora poggiate sul viso di Zoe. La fece avvicinare maggiormente a sé, sfiorandole i fianchi con cautela e sistemandola delicatamente sul proprio letto, mettendosi al suo fianco senza staccarsi dalle sue labbra, e continuando quel bacio così passionale.
Zoe sfiorò il lembo della maglietta di lui dolcemente, cominciando a insinuare le dita sotto il tessuto, carezzandogli la pelle fredda. Riuscì a sfiorare i suoi addominali ben scolpiti alzandogli un po’ di più la maglietta. Si ritrovò improvvisamente le mani di Zayn sul suo fondoschiena, e riuscì ad avvicinarla di più a sé, facendo scontrare i loro bacini, quasi sensualmente.
Zoe si mise a cavalcioni su di lui, staccandosi momentaneamente dalle sue labbra, e guardandolo con aria maliziosa mentre spostava i capelli dal viso e lo fissava dritto negli occhi. Entrambi sorrisero, come se ci fosse una certa intesa tra di loro, e subito dopo Zayn tolse gentilmente la maglietta a Zoe, lasciandola in reggiseno, e poggiò entrambe le mani sulla sua schiena fredda alzando appena il busto per poterla baciare meglio, e stringendola forte a sé, in quel caldo momento. Era un continuo scambio di baci, fino a quando non sparì anche la maglietta di Zayn dal suo petto scolpito. Lei cominciò poi a giocare con la cintura dei suoi jeans, mentre i loro baci si facevano più energici. In quel momento probabilmente l’unica cosa che desideravano era possedersi a vicenda.
Zoe, spinse appena il bacino contro quello di Zayn, che si limitò ad ansimare piano contro le sue labbra, e subito dopo lei poté percepire un rigonfiamento nei suoi pantaloni che premeva contro i propri jeans.
Il ragazzo cominciò a giocherellare con il gancio del reggiseno di Zoe, togliendoglielo dopo pochi secondi, e facendo in modo che i loro petti si potessero scontrare. Zoe, ansimando appena, cominciò a sbottonare i pantaloni di lui, mentre sentiva le sue calde labbra sul proprio collo, quelle braccia che la cullavano delicatamente, sfiorandole il seno di tanto in tanto.
Entrambi si tolsero i jeans, rimanendo solo in slip, mentre mia sorella sentiva ancora quella pressione dai boxer di Zayn, che la faceva eccitare maledettamente. Cambiarono posizione e lui si ritrovò su Zoe, facendosi spazio tra le sue gambe e sfiorandole le cosce, mentre si occupava a baciarle il seno con gentilezza, prima di toglierle gli slip lentamente.
Zoe portò le mani verso i fianchi di Zayn, togliendo anche i suoi boxer.
Rimasero così per qualche secondo nudi, l’uno sull’altra, a sfiorarsi dolcemente la pelle, e a sentire i loro respiri caldi.
-Mh, aspetta.- sussurrò Zayn, abbassandosi per prendere i propri jeans, tirando fuori dalla tasca una piccola bustina blu. –Vuoi fare tu?- chiese porgendoglielo a Zoe. Lei sorrise maliziosamente. –Con piacere.- rispose, mettendo la dovuta protezione nell’intimità di Zayn. Il suo cuore batteva forte, e riuscì a sentire anche quello di lui.
-Hey, calmo.- sussurrò con un sorriso facendo scontrare i loro visi dolcemente. –Sarà che ho aspettato questo momento dalla prima volta in cui ti ho visto, Zoe.- sorrise timido, stampandole un bacio sulle labbra, prima di entrare dolcemente in lei e spingendo contro la sua femminilità. Dopo pochi minuti, la camera si riempì già dei loro gemiti, e dei loro ansimi. Zayn spinse di più dentro di lei, e sembrava che ormai tutto quello stesse diventando un bellissimo ballo, in cui loro due erano gli unici protagonisti, ed erano anche i coreografi di così tanta coordinazione. Si scambiavano baci, in diversi momenti, mentre i loro corpi andavano a ritmo dei loro gemiti. Zoe ansimava quasi più forte di prima, aggrappandosi alle spalle di lui e stringendosi forte al suo corpo, mentre lui si divertiva a baciarle il collo, succhiandole appena la pelle mentre si muoveva con un’abile sinuosità dentro di lei.
-Dio.. sto per v..venire.- sussurrò Zoe, pochi minuti più tardi, sentendo il respiro sempre più affannato. Vennero insieme nello stesso momento, e si strinsero ancora di più tra di loro, fino a quando Zayn non si accascio delicatamente sul corpo esile di Zoe, uscendo dalla sua intimità, e sfiorandole il viso, mentre cercava di far tornare il suo respiro regolare.
-Wow..- sussurrò semplicemente senza fiato.
-E’ stato bello.. ma davvero tanto.- ammise Zoe.
-Vuoi essere la mia ragazza?- chiese lui dolcemente, sorridendo a fior di labbra, guardandola dritto negli occhi.
-Sì.- rispose lei, prima di perdersi ancora una volta tra le labbra di lui.
 
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( ireheydu )
view post Posted on 9/8/2011, 13:18




Capitolo 5.



Zoe era così, prima voleva tastare per bene il campo, poi avrebbe preso la sua scelta. Conosceva da poco Zayn, ma mi confidò che aveva completamente perso la testa per lui, e non c’era altra spiegazione al fatto che quella sera ritornò a casa completamente con la testa per aria, e con uno strano profumo addosso, somigliante parecchio a quello di Zayn, fu per quello che, mi catapultai direttamente in camera sua per farmi raccontare tutto nei minimi dettagli. Ero davvero felice per lei, anche se pensavo che avessero fatto entrambi una scelta forse.. affrettata? Sì, poteva definirsi così, ma io credevo anche nei colpi di fulmine, e probabilmente quello lo era.
Il giorno dopo ci svegliammo un po’ tutti di buon umore, e la cosa sembrava davvero strana, visto che c’era sempre qualcosa che ci faceva innervosire, ma quella mattina no, così capii che nel corso della giornata qualcosa sarebbe andato storto, era sempre così.
O forse no? Sta di fatto che stavo morendo dal sonno, e che i miei cereali si stavano per sciogliere nel latte da quanto ero lenta a mangiare. –Ohh, buon giornoo!- urlò Louis sventolandomi una mano davanti gli occhi per farmi svegliare.
-Eh? Ah.. sì, non ho dormito bene.- dissi stropicciandomi gli occhi e gustando il mio latte e cereali. Bevvi anche un po’ di caffè, sperando che facesse anche solo un po’ di effetto, e subito dopo mi stiracchiai emettendo strani suoni.
-Non so che fare oggi.- borbottai, guardando Louis.
-E perché guardi me?- domandò.
-Tu sei sempre quello dalle mille idee!-
-Beh, oggi non ne ho!- rispose secco, scorrendo con il telecomando i programmi mattutini, fin troppo noiosi per i miei gusti.
Non volevo passare un pomeriggio a casa a non far niente, mi sarei annoiata troppo, e la cosa non mi andava assolutamente. Ma Thomas mi aveva già avvisato con un sms che sarebbe stato fuori città per un paio di giorni insieme ai suoi genitori, e questo mi faceva rattristare parecchio, perché significava che avevo meno possibilità di far qualcosa.
-CHE COSA?!- urlò Louis fino a farmi sobbalzare, mentre guardava lo schermo del telefonino. Scoppiò subito dopo in una risata sonora, fino a perdere quasi il fiato, e sarebbe stato interessante scoprire cosa avesse.
-Non ci credo che Zayn e Zoe l’hanno fatto ieri sera!- giusto in quel momento scese le scale Zoe, che era sveglia solo da qualche minuto.
-Ebbene sì mio caro.- disse fiera di sé mia sorella, poggiando le braccia sul tavolo e stampandomi poi un bacio sulla guancia per darmi il buon giorno. –E se proprio vuoi saperlo, stiamo insieme.- ammise, ma ciò non fece altro che provocare altre risate da parte di Louis.
-E farete i piccioncini quindiii?- chiese, ma mia sorella lo congedò dolcemente alzandogli il dito medio.
-Lascialo perdere Zò, è solo stupido.- dissi io scuotendo la testa.
-Parliamo di cose serie.. ho bisogno di fare qualcosa oggi.- borbottai nuovamente, finendo quel poco di latte che era rimasto dentro la tazza.
-Io e Zayn pensavamo di farci un paio di orette in macchina, e andare in spiaggia, volete venire?- chiese Zoe.
-Ma sta distante la spiaggia da Londra!- dissi.
-Fregatene, faremo una “gita”- sorrise.
-Io vengo!- esultò Louis.
-Beh, vengo pure io, ovvio!- risposi infine.
-Bene, andatevi a preparare, Zayn sarà qui fra meno di un’ora.-
Misi in ordine il tavolo della cucina, e mi catapultai immediatamente verso la mia camera per potermi preparare prima che si facesse troppo tardi.

-Quale costume metto? Quello zebrato o quello tutto nero?- chiesi voltandomi verso di Louis mentre stavamo preparando i borsoni da doverci portare. Non speravo davvero in una sua risposta, ma mi sorprese.
-Quello Zebrato è più figo, metti quello!- rispose, mentre metteva una maglietta. Indossava già un costume che arrivava all’incirca alle ginocchia, ed era bianco e rosso.
-Ok, corro a metterlo, che si fa tardi!- corsi verso il bagno, chiudendomi lì per una manciata di secondi, e ne uscii fuori con un bel paio di pantaloncini neri, e una maglietta a maniche corte bianca, e cercai un paio di scarpe decenti da poterci abbinare ma, come sempre, optai per le mie converse. Le misi ed afferrai la borsa.
-Dice Zoe che sta per arrivare Zayn, veloce!- dissi, scendendo le scale e trovando mia sorella davanti la porta di casa già pronta per partire.
-Non vedo l’ora di vederlo!- ammise eccitata, benché non si vedessero dalla sera prima.
Un rombo di un motore, mi fece capire che Zayn era proprio davanti casa nostra, e immediatamente Zoe aprii la porta, proprio nel momento in cui arrivò Louis accanto a me, anch’egli pronto per poter uscire. Vidi mia sorella scattare fuori, correndo verso Zayn, e abbracciandolo più forte che poteva appena scese dall’auto. Il sorriso del ragazzo sembrava non finire più, e anche mia sorella era felice, e lo ero anche io senza dubbio. –Faranno così tutto il giorno?- chiese Louis osservando i due nuovi fidanzati. –Beh, c’è da aspettarselo.- ridemmo entrambi, afferrando i nostri borsoni, e chiudendoci la porta alle spalle.
-Buon giorno!- annunciò Zayn facendoci entrare tutti in macchina, dopo che lo salutammo anche io e Louis. Ci aspettavano ben due ore di viaggio, quindi mi sarei dovuta preparare psicologicamente. Odiavo stare in macchina, figuriamoci con Louis vicino a me. Quindi dovevo prepararmi psicologicamente a questa tortura.

-Vento! Vento svegliati!- la voce di Louis cominciò a trapanarmi le orecchie, e di questo non ero per niente contenta, specialmente in quel momento che stavo dormendo beata nel sedile della macchina di Zayn. Non mi ricordo nemmeno quando, ma dopo tante risate e relax, mi addormentai improvvisamente. Come al solito Louis non si era tolto il vizio di chiamarmi con quel soprannome così fastidioso.
Aprii gli occhi e me lo trovai davanti.
-Non è un bene svegliarsi con la tua faccia.- ammisi stropicciandomi gli occhi. –Beh, vedi di venire perché siamo arrivati!- mi alzai di scatto dalla posizione assurda in cui stavo messa, e uscii dalla macchina raggiungendo Zayn e Zoe che stavano scaricando le cose dalla macchina, e mi unii a loro per poterli aiutare.
-Ben svegliata!- disse Zayn guardandomi e facendomi un sorriso.
Presi alcuni dei borsoni che servivano, e dopo aver chiuso la macchina, ci dirigemmo verso la spiaggia che stava vicinissima al posteggio. Non andavo al mare da circa due anni. A mio padre non piaceva, e io e mia sorella non avevamo modo di andarci, così dovevamo stare ai suoi programmi. Appena misi il primo piede nella sabbia mi sentii così felice.
Adoravo il rumore del mare.
Sistemammo le nostre cose in un punto qualsiasi della spiaggia, anche perché tutti noi non vedevamo l’ora di lasciarci andare tra le onde del mare, anche se forse a Zayn non faceva così piacere. Sistemai il mio telo sulla sabbia, come stavano facendo tutti gli altri accanto a me.
Tolsi subito i vestiti, e insieme a me lo stava facendo anche Zoe, ansiosa di correre verso il mare. Louis e Zayn sarebbero rimasti ancora un po’ lì. –Vieni Zoe!- le dissi prendendola per mano. Corremmo verso l’acqua più veloce che mai, ridendo soprattutto, e con un tuffo, ci immergemmo sott’acqua bagnandoci completamente. Era solito per noi fare così.
-E’ ghiacciata!- urlai ridendo e uscendo la testa fuori dall’acqua.
Cominciai a farmi una nuotata, seguita da mia sorella, fino a quando non ci fermammo, rimanendo a mollo, nella quiete e nel silenzio che c’era lì.
-Non è favoloso? Erano anni che non venivamo qui.- ammise lei.
-E’ vero, dovremmo farlo più spesso.- quel favoloso silenzio fu interrotto dalle urla di Zayn e Louis che stavano venendo verso di noi, buttandosi a mare in maniera scomposta e confusionaria, ma questo ci fece solamente ridere. Ci raggiunsero anche loro, e la prima cosa che notai fu il bacio che scattò subito tra i due piccioncini.
-E se affogo?- disse Zayn, stampando un altro bacio sulle labbra di Zoe.
-..ti salvo io.- sorrisero entrambi.
-Si vabbè mica potete baciarvi ogni secondo!- protestò Louis. –Io voglio divertirmi, quindi, pronti ai miei schizzi?- ovviamente la sua prima vittima potevo solo essere io, e improvvisamente mi ritrovai tra i mille schizzi d’acqua di Louis, che, divertito, continuava a bagnarmi come se già non lo fossi abbastanza.
-Vuoi la guerra Tomlinson?- mi voltai cominciando a scagliare ondate d’acqua contro di lui, e passammo una buona manciata di minuti a far così, fino a quando non ci guardammo con sguardo di intesa, e in contemporanea, iniziammo a schizzare l’acqua verso Zayn e Zoe che erano troppo occupato a scambiarsi dei dolci baci.
-Non si può stare in pace con voi due!- protestò Zayn, ma si poteva perfettamente notare che stava ridendo.
-Guerra?- propose Louis.
-Guerra sia.- Zayn si caricò mia sorella sulle spalle, senza che lei potesse aspettarselo, e infatti per un momento urlò, chiedendogli cosa stesse facendo, ma capì subito dopo. E io capii che sarei dovuta salire sulle spalle di Louis, così mi aiutò, e subito mi ritrovai sulle sue spalle, faccia a faccia con mia sorella.
-Louis, mi raccomando, equilibrio!- ma improvvisamente mi ritrovai Zayn e Zoe contro di me, e non passò nemmeno un secondo che io e Louis eravamo già caduti in acqua dopo le loro spinte.
-Ma fai pena!- urlai ridendo, e passandomi una mano negli occhi.
-E’ colpa loro!- disse indicando i due fidanzati. Ci catapultammo su di loro che ancora stavano nella stessa posizione di prima, e concludemmo la nostra guerra con delle risate.

Pochi minuti dopo eravamo già sui nostri teli a prenderci il sole. Mi misi a pancia in giù, e poi mi voltai notando che accanto a me c’era Louis. –Ma.. sei una persecuzione o cosa?-
-Mhh, mi diverte stare vicino a te e romperti le palle!- ammise contento.
-Fossi in te la smetterei di essere così euforico.- borbottai, nascondendo il viso tra le braccia, per potermi abbronzare le spalle e risposare sotto il sole caldo di quella giornata di Luglio.
Zoe e Zayn stavano con i teli attaccati, entrambi a pancia in giù, mentre si guardavano dolcemente, scambiandosi teneri sguardi d’intesa.
-E’ stato bello ieri sera, sai?- sussurrò Zayn avvicinandosi alle labbra di mia sorella, con cautela. –Sei tu bello.- ammise lei, carezzandogli il viso con due dita. Zayn sorrise, stampandole un bacio sulle labbra, e cominciando subito dopo a massaggiarle i capelli bagnati, passando poi una mano sulla sua schiena, come per farle un massaggio.
-Zay, non possiamo farlo qui in spiaggia!- ironizzò Zoe, notando che lui si era messo a giocare con il laccio del suo costume. Zayn rise dolcemente, avvicinandosi maggiormente a lei e alle sue labbra. –Beh, magari non possiamo fare chissà cosa, ma mi permetti di farti delle tenere carezze, piccola?- chiese, sfiorandole i fianchi con una mano, e facendola distendere di fianco per sentirla ancora più vicina. La prese dalla vita, poggiando una mano sul suo fondoschiena, baciandola dolcemente, cominciando a divertirsi con un lembo del suo costume, proprio come stava facendo qualche minuto prima con quel laccio.
Poggiò le labbra sul collo di Zoe, lasciandole qualche bacio umido e casto. Lei passò una mano tra i suoi capelli, sfiorandogli poi con due dita gli addominali ben scolpiti, e guardandolo poco dopo negli occhi.
-Non li sopporto più.- la voce di Louis interruppe quel dolce momento, e lì Zayn e Zoe, si girarono verso di lui con aria minacciosa contro chi aveva parlato. –Louis, dai, non rompere!- dissi io, dandogli una pacca sul braccio per farlo smettere.
-Esatto, vorremmo stare in pace!- disse Zayn.
-Ohh, ma scusaaatemi!- rispose Louis alzando le mani in segno di colpevolezza, e tornando con la testa indietro per potersi prendere il sole.

Il sole continuava a carezzare i miei docili fianchi delicatamente, quando all’improvviso, dopo almeno un’ora che ero ferma lì ad abbronzarmi con gli auricolari nelle orecchie, sentii qualcuno prendermi in braccio di scatto, e non poteva essere nessun altro se non Louis, e di conseguenza cacciai un urlo. Mi prese mettendomi sulla sua spalla, come se fossi un sacco di patate, e corse verso il mare, tra le mie urla.
-Louis! Louis mettimi subito giù!- lo sentivo ridere, e benché gli colpissi la schiena con le mani, non reagiva assolutamente, anzi era sempre più convinto di volermi buttare in acqua. –Dai Louis! Smettila!- urlai ancora, ma invano, visto che ormai i suoi piedi erano bagnati. Arrivato ad un certo punto mi buttò giù in acqua, e andai a fondo, risalendo però subito a galla, altrimenti avrei rischiato di annegare. Boccheggiai per un momento, sentendo ancora le sue risate, e voltandomi verso Zoe e Zayn, mi accorsi che anche loro avevano seguito tutta la scena, e ridevano. Mi voltai verso Louis con aria minacciosa.
-Giuro, questa me la paghi davvero.- mi buttai su di lui cercando di mandarlo sott’acqua, mettendogli una mano sulla testa, e facendolo andare a fondo, e fortunatamente ci riuscii. Ridevo di gusto, fino a quando non tolsi la mano, e lo vidi arrivare di nuovo su. –Beh, è divertente!- ammisi io guardandolo mentre si passava una mano negli occhi.
-E’ stato più divertente prenderti un quel modo e buttarti in acqua!- rise facendo una mossa per sistemarsi i capelli, e scagliando tante goccioline verso di me. –Ma sei peggio di Pocahontas!- feci per ritornare verso la mia tovaglia, ma mentre mi trovavo già a riva, sentii le mani di Louis sui miei fianchi, che mi portarono violentemente di nuovo tra le onde del mare, e come sempre, tutto ciò fu seguito da un mio urlo, e dalle sue risate. –Louis!- urlai. Non so come, e non so nemmeno quando, ma improvvisamente mi ritrovai sulle spalle di Louis, evidentemente perché da sott’acqua era riuscito a prendermi.
-Mettimi giù!- dissi nuovamente. Mi reggeva dalle gambe, e io cercavo di levare le sue dalle mie cosce, ma risultava impossibile, visto che aveva una presa abbastanza ferrea.
-Se mi chiedi scusa per avermi affondato, ti metto giù.- disse.
-Cosa? Io non chiedo scusa a nessuno, piuttosto rimango qui tutta la vita.- misi le braccia conserte, dandogli uno scappellotto in testa, ma non reagì, anzi questo lo fece ridere ancora. Per un momento poi ci fu il silenzio, mentre guardavamo la spiaggia.
-Guarda quei due.- disse osservando Zayn e Zoe attaccati l’uno all’altra.
-Li vedo perfettamente.- ammisi.
-Che ne pensi di buttarci su di loro così, tutti bagnati?- mi mise giù, guardandomi con sguardo complice, e sinceramente poteva essere una cosa divertente vedere le reazioni dei due fidanzati, così lo assecondai, e con passo felpato ritornammo sulla sabbia, facendo in modo che non ci potessero vedere. Ci buttammo a capofitto su di loro, che sobbalzarono quasi dallo spavento, e Zayn si alzò di scatto, pronto ad inseguire Louis anche per tutta la spiaggia. Louis fece un urletto come per imitare quello di una ragazza, e scappava tenendo le braccia in aria.
-Aiiiuto, ora Zayn mi uccide!- urlava, scappando.
Osservai la scena da lontano, mentre stavo praticamente buttata su mia sorella. –Sei ancora su di me Ar!- io risi guardando l’assurda posizione in cui ci trovavamo, e lei rise con me.
-Vedete? Tu e Louis siete due deficienti, avete questo in comune!- ammise.
-Ma va!- dissi per tutta risposta. –Era tanto per divertirci, hai visto come ci stavamo uccidendo in acqua prima.- a questa affermazione le sfuggì un sorriso, pensando alle mie grida di qualche minuto prima.
Osservavamo i due ragazzi che si stavano esibendo in una “lotta” lì nella sabbia, e Louis stava evidentemente perdendo maledettamente contro Zayn. –Vieni, andiamo a farci un bagno.- presi mia sorella per mano, aiutandola ad alzarsi, e camminammo piano verso la riva.
-Tu e Zayn vi siete baciati tutto il tempo.- dissi, guardandola, ma lei non rispose, e si limitò a sorridere timidamente, con le guance che quasi le stavano diventando più rosse di un pomodoro, la strinsi a me, cingendole la vita.
Ci buttammo entrambe a mare, e tutti insieme, passammo forse più di un’ora lì a divertirci tra le onde marine, che ci accarezzavano.

-Si sta facendo tardi.- disse Zayn, notando che ormai a quell’ora il tramonto era quasi all’orizzonte. Avevamo passato un’intera giornata lì, e non ci dispiaceva affatto, e adesso osservare il tramonto era qualcosa di assolutamente rilassante. Erano circa le sette di sera, e saremmo dovuto tornare a casa assolutamente, anche se mi doleva abbandonare quel posto. –Prepariamoci, è ora di tornare a casa.- disse sbuffando mia sorella, che cominciava a prendere i suoi vestiti per poterli indossare.
Insieme a lei anche Zayn e Louis i stavano preparando, così decisi di farlo anche io, mettendo di nuovo i pantaloncini di jeans che indossavo. Avevamo passato le ore precedenti tra schizzi in acqua, risate, cibo, e c’era anche ci si era divertito a scambiarsi qualche bacio, come la nuova coppia che si era formata nel gruppo. Louis aveva passato l’intera giornata a torturarmi, come previsto dopotutto.
Sospirai, osservando ancora una volta i colori del mare, e del sole che calava lentamente. Afferrammo le nostre borse, e la nostra prima meta era la macchina, e poi saremmo andati a casa. Ero davvero dispiaciuta, in fin dei conti avevo passato una giornata davvero molto divertente e rilassante, senza la voce di mio padre che mi assillava continuamente.
-Beh, siamo pronti per andare.- annunciò Zayn chiudendo il portabagagli, e sospirando perché sapeva che doveva fare altre due ore piene di macchina, e la cosa non era per niente confortante.
Salimmo tutti in macchina. Il sole mi faceva venir sonno, e penso che, come per il viaggio dell’andata, avrei dormito tutto il tempo, almeno avrei fatto passare quelle ore in santa pace.
-Vi va di venire a casa mia? I miei genitori non sono in città, e potete rimanere a dormire.- disse Zayn prima di mettere in moto, e tutti acconsentimmo, io per prima. Non avevo voglia di tornare a casa mia, o meglio, di tornare alla realtà. Quella realtà così fastidiosa che viveva in casa mia.
-Louis, chiami tuo padre e dici che non torniamo?- lui annuì semplicemente, mandando con il cellulare un messaggio a Bill, per dirgli che saremmo rimasti fuori anche la notte. Senza volerlo ormai gli occhi mi si chiudevano da soli dalla stanchezza, e mi distesi su quasi tutto il sedile posteriore, poggiando la testa sulle gambe di Louis.
-Non.. ti dispiace, vero?- chiesi quasi timida.
-No no, tranquilla.- notai una punta di dolcezza quasi nelle sue parole, che raramente sentivo, nei miei confronti, però ero troppo stanca per riflettere.

Quando aprii gli occhi eravamo già quasi arrivati a casa, e mi ritrovai una mano di Louis poggiata sul fianco, probabilmente involontariamente, visto che anche lui stava dormendo. Notai poi che l’unica persona sveglia lì era Zayn che stava guidando. Alzai appena il busto stropicciandomi gli occhi. –Hey!- disse Zayn, guardandomi dallo specchietto retrovisore.
-Hey- sussurrai con la voce ancora impastata dal sonno, e gli feci un sorriso, guardando gli altri che ancora dormivano.
-Dove siamo?- domandai guardando fuori dal finestrino.
-Quasi arrivati, siamo entrati da poco a Londra.- disse, mantenendo il controllo del volante. Ci fu poi uno dei soliti momenti di silenzio.
-Sono felice per te e Zoe.- dissi avvicinandomi al suo sedile per potergli parlare a bassa voce, senza svegliare nessuno. –Anche io lo sono- ammise, con un sorriso. –Mi ha colpita fin da subito, e probabilmente all’inizio volevo fare un po’ il “figo” con lei, ma non ce l’ho fatta.. subito dopo ho capito che mi aveva colpito troppo.- sembrava tutto il contrario di Louis; romantico, dolce, aggraziato, a differenza di quell’essere che stava alla mia sinistra. –Beh, lei aspettava da tanto qualcuno che le facesse battere il cuore così.- dichiarai. –Inizialmente mentiva, dicendomi che a lei non piacevi, ma io la conosco, so quando mente e quando dice la verità.- continuai.
Lui abbozzò un sorriso, voltandosi poi verso Zoe, che stava lì a dormire. Improvvisamente sentii qualcuno muoversi alla mia sinistra ed era proprio Louis che si era appena svegliato.
-Buon giorno! Dove siamo?- domando stiracchiandosi in modo scomposto, e scuotendo i capelli per sistemarli, come faceva ogni volta che si svegliava. –Quasi arrivati Lou! Cinque minuti circa!- rispose Zayn all’amico.
Infatti, passarono una manciata di minuti e ci ritrovammo davanti casa Malik. Fece in modo che la macchina potesse entrare nel garage, e poi io e Louis scendemmo dalla macchina, mentre Zayn si preoccupava di svegliare Zoe.
Subito dopo entrammo dentro casa, e Louis si buttò sul primo divano che incontrò strada facendo, troppo stanco anche solo per pensare.
-Ragazzi, un po’ di vitalità!- disse Zayn ridendo.
-Ho bisogno di una doccia.- borbottai toccandomi i capelli, maledettamente sporchi di sale. –Puoi usare la doccia se vuoi! Non ci sono problemi!- Zayn mi sorrise, indicandomi con il dito la porta del bagno.
-Davvero?- chiesi.
-Certo!-
-Con il vostro permesso, mi accomodo sotto la doccia!- non ricevetti nessuna risposta, erano tutti troppo stanchi per proferire parola. L’unico fu Louis che mi urlò che subito dopo di me avrebbe utilizzato lui la doccia. Afferrai il mio telo da male, che avrei usato al posto dell’accappatoio.
Entrai dentro la doccia dopo aver tolto tutti i vestiti, e mi lasciai andare completamente sotto il getto freddo e rilassante. In estate era un vero toccasana farsi una bella doccia ghiacciata. Non so nemmeno quanti minuti stetti lì sotto il getto d’acqua ma sicuramente non poco, fino a quando qualcuno non bussò alla porta.
-Vento! Hai finito?- già dalla prima parola riuscii a capire chi fosse, e roteai gli occhi. –Due minuti, e poi la doccia è tutta tua!- borbottai.
Chiusi il getto, e uscii dalla doccia, mettendo immediatamente il telo intorno al corpo, coprendomi interamente.
Il bagno di casa di Zayn era enorme, quasi da perdersi. Mi soffermai davanti lo specchio, cosa che mi capitava di fare sempre, mi accorgevo sempre come cambiavo io. Legai i capelli con una pinza che avevo sempre con me, e uscii dal bagno così com’ero, ritrovandomi Louis davanti, con una mano poggiata allo stipite della porta. Lo guardai dal basso, visto che ero più piccola di lui.
-Posso?- domandò acido.
-Prego vai pure!- e così dicendo feci per andarmene.
Girovagai per casa, trovandomi poi Zoe, seduta sul divano del salone.
-Hey, dov’è Zayn?- chiesi sedendomi vicino a lei.
-E’ in camera sua a cambiarsi, e dopo dovrebbe preparare le camere degli ospiti.- rispose sorridendo.
-Andiamo ad aiutarlo?- proposi, e lei annuì semplicemente.
-Solo.. dammi il tempo di cambiarmi e mettere dei vestiti decenti.- risi, frugando nel mio borsone, ma non avevo niente da indossare. –Beh, vedi se Louis ha qualcosa!- disse lei indicandomi il borsone di Louis.
-Mh.. già, anche se poi dovrò farmi altre settanta docce per togliere la sua puzza.- aveva lì una maglietta extra-large che mi parve perfetta da indossare, e facendo attenzione che non arrivasse nessuno, e mi rivestii.
Notai che quella maglietta mi arrivava quasi alle ginocchia.
Andando verso la camera di Zayn, incontrai Louis, che probabilmente era uscito da poco dal bagno, e mi guardò sbalordito mentre indossavo la sua maglietta. –Che ci fai con quella?- domandò sbarrando gli occhi. –Non avevo niente da mettere.- risi.
Scosse la testa, dirigendosi da tutt’altra parte.
-Bisogno di una mano Zayn?- chiedemmo io e mia sorella, mentre era affaccendato in una delle camere degli ospiti.
-Si grazie! Metteresti queste lenzuola in questo letto?- io e Zoe, ci preoccupammo di aiutarlo, mentre lui sistemava il resto della camera.
-Tranquillo, è okay, non ho bisogno di dormire nel lusso.- dissi e tutti e tre ridemmo.
Probabilmente quella sera nessuno di noi riuscii a rimanere sveglio per molto ancora, troppo affaticati da quella giornata. Forse gli unici che rimasero svegli qualche ora in più furono Zayn e Zoe, e ciò lo si poteva dedurre dai rumori che venivano dalla stanza in cui dormivano loro, che era vicina alla mia. Sta di fatto che passammo una giornata davvero divertente in compagnia.

Note dell'autrice: Yay ragazze! Come promesso ecco il nuovo capitolo (: volevo postarlo domani, ma poi ho pensato che sarete tutte impazzite per il singolo, e nessuno potrebbe leggere AHAHAHAH che dire? insomma, io questo capitolo lo adoro personalmente, loro quattro a mare sono favolosi! ahah ma non sono io a dover giudicare, lascio a voi i commenti, dolcezze! love ya x
 
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( ireheydu )
view post Posted on 12/8/2011, 17:06





Capitolo 6.



Come previsto il ritorno a casa fu veramente traumatico per me. Rivedere mio padre non mi faceva di certo tranquillizzare, anzi, tutto il contrario, e sapere che non si stava preoccupando nemmeno per sbaglio di togliere Louis dalla mia camera, quindi di aggiustare quella cavolo di tubatura, mi rendeva ancora più nervosa. Decisi che era assolutamente il caso di andare da Thomas, era tornato proprio quella mattina, e mi mancava maledettamente.
Presi la bicicletta vicino al mio cancello, e salendo su, andai verso casa del mio adorato migliore amico, che da come mi aveva scritto in un sms, aspettava solo me in quel momento. Evitando di farmi investire da circa due macchine, riuscii ad arrivare proprio davanti casa sua, e lui era lì nel suo giardino, e appena mi vide, mi corse incontro, stringendomi forte senza nemmeno darmi il tempo di scendere dalla bicicletta. –Piccola!- urlò abbracciandomi più forte che poteva, e stampandomi un bacio sulla guancia. –Tomi!- risposi di rimando.
Scesi dalla bici, mettendola nel suo giardino, in modo scomposto, ma in quel momento mi importava solo di lui.
-Allora? Ti va di fare una passeggiata?- domandò, prendendomi dalla vita, e portandomi fuori dal suo cancello nel viale di casa sua, dopo che io annuii alla sua proposta.
-Dove sei stata ieri?- chiese.
-Sono stata a mare con Zoe, Louis e Zayn!- dissi con un sorriso.
-Cosa mi dicevi per messaggio? Che Zoe e Zayn stanno insieme?-
-Ebbene sì, hai capito perfettamente!-
-Beh, se ha lo stesso carattere di Louis, allora.. povera Zoe!- ridemmo.
-No, è totalmente il suo contrario, dolce e romantico.-
-Oh, allora sono felice per lei!-
-Anche io lo sono, sai quanto è stata male per quel suo ex due anni fa, no? Si è ripresa da poco, e sono felice che adesso ci sia Zayn a renderla felice, ho solo paura che possa farla soffrire di nuovo.- Qualche anno prima Zoe aveva avuto una brutta storia d’amore con un ragazzo, un tipo che non mi piaceva assolutamente. Stettero insieme per quasi un anno, e poi lui, ubriaco, si ritrovò a baciarsi con l’ex migliore amica di Zoe, proprio davanti i suoi occhi, così lei oltre a perdere un’amica, perse anche un ragazzo, un ragazzo che per lei aveva significato molto.
-Non succederà vedrai.- sussurrò Thomas.
-Tu che hai fatto?- chiesi io.
-Sono stato con i miei in un posto noiosissimo.- sbuffò. –Mi hanno fatto girare circa cinque musei in un giorno, e non ce la facevo più, avevo bisogno di riposare! L’unica cosa positiva è stata che ho comprato un sacco di cose!- ammise contento. Lui come me era uno spendaccione, non sapeva limitarsi, e forse era anche uno dei motivi per cui eravamo migliori amici.
-Sei sempre il solito!- dissi con un sorriso, e subito dopo sentì le sue docili labbra stampate sulla mia fronte. Sapeva che era una cosa che mi piaceva da impazzire, e per questo lo faceva sempre.
-Non vorrei mai tornare a casa, sapere che c’è mio padre mi fa star male.- ammisi, beccando una panchina e sedendomi insieme a Thomas.
-Ancora storie?- chiese.
-Perché sono mai finite? Sono anni che va avanti così, e non la smetterà mai secondo me.- sussurrai poggiandomi sulla sua spalla dolcemente.
-Al massimo, ti trasferisci qui da me!- disse ridendo.
-Ma magari, lo preferirei.-
-Louis? Che dice?- domandò, con una risatina.
-Oh, al solito insomma. Ieri a mare si è divertito a buttarmi in acqua ogni secondo praticamente! Però ci sono quelle volte in cui forse penso che abbia un lato positivo, caratterialmente parlando.. ma dura solo per qualche secondo.- scossi la testa passandomi una mano tra i capelli.
-Tipo?-
-Mh, ieri in macchina mi sono addormentata sulle sue gambe, e non ha protestato.- ammisi facendo un sorriso.
-E’ un passo avanti!-
-Si, ma non sperate in nient’altro, perché non succederà mai niente tra me e Louis! Vi siete messi tutti cose strane in testa!- risi, e Thomas rise insieme a me. Rimanemmo qualche oretta lì, a chiacchierare, a ridere, a divertirci, come sapevamo fare solo noi. Qualsiasi cosa ci faceva ridere, e in tutto trovavamo qualcosa di divertente. Il nostro era un rapporto che non conosceva fine, sarebbe stato per l’eternità, ed era una promessa diceva lui. E lui le promesse le manteneva sempre.
Guardai l’orologio, ed era l’ora di tornare a casa, erano circa le sette di sera, e non potevo permettermi di essere in ritardo per la cena, ma lo facevo solo per evitare ulteriori litigate con mio padre.
-Devo andare..- brontolai, mettendo il broncio.
-No, rimani dai.- rispose Thomas.
-Vorrei ma.. sai com’è.-
-Già.. lo so purtroppo, allora ci sentiamo in chat stasera?- alla sua domanda, annuii subito e poi gli stampai un dolce bacio sulla guancia.
-Ciao Tomi!- lo salutai con la mano salendo nella mia bici pronta per ritornare verso casa mia. Pensai che dovevo aggiornare il mio diario, non scrivevo lì da troppo tempo, ma prima avrei voluto parlare con Zoe.
Entrata a casa mi accorsi che c’era un silenzio totale. L’unico rumore che si sentiva era quello della televisione. Mio padre e Bill erano attaccati allo schermo che stavano guardando una interessantissima partita di Football. Inizialmente mi piaceva molto di più, con il crescere persi quella passione. Salii le scale, dopo aver salutato i due, e mi diressi verso camera di mia sorella.
-Hey Zoe!- aprii la porta, e la ritrovai distesa nel letto con il cellulare in mano, mentre ascoltava un po’ di musica.
-Che stai facendo?- chiesi entrando.
-Sto massaggiando con Zayn, e ascolto un po’ di musica, tu sei arrivata adesso?-
-Sì, da qualche minuto, sono stata due ore fuori con Thomas!- dissi.
-L’avevo intuito!- rise.
-Non sento la presenza di Louis, dov’è?- domandai curiosa. Di solito quando Louis era in casa si notava subito, e mi stupiva il fatto che non sentivo la sua voce odiosa gironzolare per casa.
-E’ in camera, non ho idea di quello che stia facendo.- fece spallucce, fissando il cellulare continuamente.
-Vado in camera, così vedo anche che sta facendo!- le diedi un bacio sulla guancia, e uscii dalla stanza per andare in camera mia. Aprii la porta e la scena peggiore mi si parò proprio davanti agli occhi. Ciò di cui temevo, ciò di cui avevo paura dal primo secondo in cui Louis si presentò in camera mia. Era lì seduto sul mio letto con il mio maledettissimo diario tra le mani. Aveva già letto molte pagine, era quasi a metà, e io sarei scoppiata a piangere dai nervi proprio in quel momento. La rabbia mi stava quasi per uccidere, tanto da non riuscire a proferir parola. Si voltò verso di me, accorgendosi della mia presenza e sobbalzò all’improvviso.
-Che cazzo stai facendo Louis?!- mi avvicinai a lui strappandogli il diario di mano, e colpendolo alla spalla. –Ti ho detto un milione di volte di non frugare tra le mie cose, e tu lo hai fatto!- il tono della mia voce si alzava sempre di più, e stavo diventando sempre più nervosa.
-Io non volevo.. stavo solo cercando un paio di auricolari.- disse innocente, ma non serviva a niente, il danno l’aveva fatto e io adesso ero furiosa. Nessuno mai aveva letto il mio diario, e lui aveva osato aprirlo, e leggere ogni mio segreto più intimo, tutto su di lui soprattutto. C’erano tutti i pensieri su mia madre lì, tutte le poesie dedicate alle persone di cui ero innamorata. Tutta la mia vita era scritta lì. –Ti odio Louis, ti odio con tutto il mio cuore!- lo presi dal braccio facendolo alzare dal mio letto, mentre tenevo ancora il diario in mano. Le lacrime ormai stavano cedendo. Non mi sarei contenuta ancora per molto. –Da quando ci sei tu, tutto è peggiorato, tutto!- urlai ancora, sputando tutto ciò che tenevo dentro da troppo tempo, e adesso nessuno riusciva a controllarmi. Notai che anche Zoe era entrata in camera mia, e io continuavo senza sosta ad insultarlo, senza ricevere alcuna risposta da parte sua.
-E non guardarmi come se non avessi fatto niente, cazzo! Hai letto tutto, tutta la mia vita, e cosa sarà adesso? Una scusa per prendermi ancora in giro? E no, perché adesso mi sono veramente stufata di te. Pensavo di potercela fare, ma invece no Louis, vaffanculo!- strillai ancora per molto, fino a quando in camera mia non giunse anche mio padre, che provò a calmarmi ma senza successo. Mi strinse dalle spalle, e io con una mossa lo scansai immediatamente. Era l’ultima persona da cui volevo consolazione.
-Mi sono stufata di tutto! Perché fingere di star bene, quando ho un padre che non meriterebbe nemmeno che io viva con lui, e un coinquilino che ha solo peggiorato questa situazione?- non smettevo di piangere, e tutti mi guardavano attoniti. Stavo dicendo tutto ciò che pensavo, e che volevo dire da quando quello stupido ragazzo aveva messo piede in casa mia. Era tutta una sofferenza. -..Ora questo- continuai. –Ti avevo detto milioni di volte di non toccare le mie cose, e tu l’hai fatto, senza me a casa addirittura! Ma chi ti credi di essere?- ancora una volta mio padre provò a calmarmi con qualche parola, ma fu impossibile.
Ordinai subito dopo a tutti coloro che erano dentro la mia stanza di uscire, Louis compreso. Era andato via con una faccia da cane bastonato, ma giuro che l’avrei picchiato fino a farlo star male.
Lo odiavo, non c’era nient’altro da dire.
Mi buttai sul letto, completamente in lacrime, sentendo il dolore percorrere ogni singolo angolo della mia pelle in quel momento.

Caro diario,
non ho le forze nemmeno di scriverti probabilmente. Mi chiedo perché ultimamente scrivo solo cose terribili. Perché? E’ successa la cosa che più temevo. Tornando a casa ho ritrovato Louis che leggeva tutte queste pagine. E’ stato devastante. Vorrei andar via, mi sento cadere a pezzi, e tutto sembra oscurarsi ogni secondo di più.
Perché sono costretta a vivere in tutto questo casino?
Tua Arya.


Chissà quale maledetto piano aveva riservato per la mia vita il destino, e cosa aveva in mente in quel momento, cosa voleva fare della mia piccola anima dispersa tra la folla. Non riuscivo nemmeno a leggere una pagina del libri che di solito mi rilassavano, ero troppo nervosa pure per pensare. Leggevo le parole, ma passavano quasi inosservate, e non riuscivo a capire il senso di ciò che scorrevo con gli occhi, e odiavo questa maledetta sensazione.
Non so cosa sarebbe capitato ancora, adesso.
Non avrei più voluto vedere Louis per il resto della mia vita.
Non avrei più voluto vedere mio padre per il resto dei miei giorni.
Eppure ero costretta, no?
Mentre la mia mente si perdeva in discorsi contorti, qualcuno varcò la soglia della mia stanza, e io alzai solo lo sguardo, con gli occhi gonfi, e pieni di lacrime. Era Zoe, ma probabilmente non avevo voglia di parlare nemmeno con lei.
-Hey..- sussurrò mettendosi con me nel letto. Io non proferii parola, semplicemente mi limitai ad osservarla, mentre spostavo i capelli dal mio viso, e mi mordevo nervosamente il labbro.
-Non devi fare così.- disse, toccandomi una gamba.
Continuai a non risponderle, ma sta volta il mio sguardo era perso nel vuoto, e tutto il mio corpo era assolutamente disconnesso, ma poi riuscii a trovare le forze di dire qualcosa.
-Voglio solo andar via da qui.- sussurrai con un fil di voce.
-Andrà tutto bene.- provò a consolarmi. Si alzò così, all’improvviso, e andò via, lasciandomi lì da sola. Mi distesi meglio sul letto, cominciando a pensare a troppe cose, fino a quando non chiusi gli occhi lentamente.

Un rumore in camera mia mi fece sobbalzare all’improvviso, proprio mentre dormivo, e aprii gli occhi di scatto, trovandomi Louis nella stanza, che sistemava i suoi vestiti, forse per la prima volta da quando era in quella casa. Avevo dormito forse un quarto d’ora, e anche di meno, ma sembrava esser passata un’eternità, ma subito dopo tornai a preoccuparmi di Louis Tomlinson nella mia stanza. Si voltò accorgendosi del fatto che io mi ero svegliata, e si rigirò immediatamente, cercando di non far incontrare i nostri occhi.
-Mi dispiace.- sentii, ma per me la sua voce era come se non esistesse.
Mi girai dall’altro lato, dandogli le spalle, e mi sarei voluta riaddormentare molto volentieri in quel momento, poi svegliarmi, e non vederlo mai più.
-Non volevo.- continuava a parlare e io continuavo a non dargli corda.
Probabilmente in quel momento era girato verso di me, ma io non riuscivo a vederlo, e di certo non mi sarei voltata verso di lui per guardarlo. Ero già abbastanza stufa di tutto, specialmente di lui.
-..dico davvero.- la sua voce aveva un non so che cosa di dolce, ma non mi ero soffermata su quello, poco mi interessava. –L’avevo preso per sbaglio, e avendo letto così per caso il mio nome decisi di continuare a leggere, ma non l’avevo fatto solo perché poi ti avrei presa in giro ancora di più.- La sua voce era apparentemente sincera. Eppure, la mia mente continuava a dirmi che non avrei dovuto dargli corda, perché avrei dovuto alla fine? Non avevo una motivazione valida, e seria.
-Vorrei stare da sola.- borbottai.
-Ma..- Louis provò a parlare ma io lo interruppi subito. –Niente “ma” Louis, vai via per ora. Non voglio avere a che fare con te.- a quel punto, decisi di girarmi, e lui era proprio lì, in piedi davanti al mio letto, ma non aveva intenzione di andar via, e la cosa mi stressava e mi innervosiva sempre di più.
-Non voglio che tu sia arrabbiata con me.-
-Sei solo falso, Louis, nient’altro.- si sedette nel letto vicino a me, ma non volevo che mi stesse così vicino, e quasi provavo ad allontanarmi. Lo guardai fisso negli occhi. Ero stufa di tutto questo, e quel litigio stava peggiorando tutte le cose.
-Penso di aver capito che persona sei, dopo aver letto il tuo diario.-
-Ti prego, non ricordarmi che tu hai letto il mio diario.- dissi, mentre cercavo di trattenere le lacrime, stringendomi i capelli tra le dita, come se volessi scacciare ogni pensiero negativo in quel momento.
-E’ stato tutto uno sbaglio.- ammise.
-Non mi interessa! Sei un motivo in più per soffrire.- le mie parole diventavano sempre più cattive, ma non mi interessava più ormai.
-La mia vita va già abbastanza male, non trovi? Se hai letto bene le pagine del mio diario te ne sarai perfettamente accorto, perché di pagine in cui parlo di felicità, di star bene, e di allegria ne esistono ben poche, e tu.. non fai altro che peggiorare il tutto.- avevo cominciato a parlare a ruota libera, senza nemmeno fermarmi, fino a quando improvvisamente, mentre mi ritrovavo a parlare ancora, sentii le labbra di Louis premere contro le mie. Non so cosa stava succedendo, ma sembrava che tutto si fosse fermato per un momento, fino a quando non tornai alla realtà, e spinsi Louis lontano da me, guardandolo sconvolta.
-Perché cazzo l’hai fatto?- chiesi, passandomi una mano sulle labbra.
-Oddio non lo so.- disse sbarrando gli occhi. –Tu non mi piaci, non lo so perché l’ho fatto.- ammise guardandosi intorno imbarazzato.
-Nemmeno tu piaci a me!- dissi, ancora attonita.
-Scusami, non dovevo.- continuava a scusarsi, e una cosa che mi infastidiva erano proprio le persone che continuavano a chiedere scusa continuamente per qualsiasi cosa, mi davano davvero fastidio.
-Basta dire scusa, Louis!- sbottai. –Cosa hai nel cervello? Prima leggi il mio diario, poi mi baci senza manco sapere perché. L’ho detto fin dal primo giorno in cui ti ho visto che sei uno stupido.- roteai gli occhi, scuotendo la testa. Lui teneva lo sguardo basso, come se fosse ancora in colpa, come se adesso i rimorsi gli stessero ribollendo nello stomaco, fino a farlo sentire male.
-Potresti anche uscire dalla mia stanza adesso.- borbottai, ma lui non si mosse nemmeno di un centimetro da quella posizione, allora decisi di andare io, almeno avrei preso un po’ d’aria in giardino, pensando al nulla. Sarebbe stato divertente. Fuori c’era un leggero venticello, che mi faceva rilassare, e così mi sedetti su una delle sedie che c’era sul prato del mio giardino.
Mi aveva baciata.
Quel pensiero continuava a raggirarsi nella mia testa, facendomi quasi impazzire. Poggiai le mani nelle tempie, perché l’unica cosa che volevo fare era non pensare a niente, ma avevo in mente solo quel fottutissimo bacio di.. mezzo secondo. Non capivo perché l’aveva fatto, per quale assurdo motivo, a me oscuro. Eppure.. l’aveva fatto.
Non me ne capacitavo, non mi sembrava possibile. Ma soprattutto aveva avuto il coraggio di farlo, proprio quando io ero maledettamente incazzata con lui. Aveva coraggio da vendere.
Vidi arrivare mia sorella Zoe, all’improvviso, che evidentemente cercava proprio me. –Ar, tutto bene? Ti ho vista andare via da camera tua con una foga assurda.- disse mettendosi vicino a me, evidentemente preoccupata per il mio stato d’animo, che ovviamente non era dei migliori.
-Louis.- risposi semplicemente, osservandola.
-Ancora?- chiese esterrefatta.
-Zoe, mi ha baciata. Mentre gliene stavo dicendo di tutti i colori mi ha presa.. all’improvviso, e mi ha stampato un bacio sulle labbra, e l’ho scacciato via subito. Dice che non sa perché l’abbia fatto.- mi morsi il labbro nervosamente, continuando a guardare mia sorella, che rimaneva sempre più sconvolta dalle mie parole.
-Sapevo che c’era qualcosa!- ammise.
-Cosa?! Non c’è niente Zoe! Subito dopo ha ribadito che a lui non piaccio, e non sapeva per quale motivo l’aveva fatto, tutto qui. Nemmeno a me piace, e lo sai.- scossi la testa, lasciandomi andare nella sedia, come se stessi per affondare, quasi.
-Non ha senso tutto ciò.- rispose semplicemente.
-Niente ha senso per ora.- dissi per tutta risposta.

Qualche minuto dopo, ci ritrovammo tutti insieme a tavola, e io mi sentii profondamente a disagio, e lo si poteva capire perché osservavo incessantemente il piatto. La cosa più spiacevole era che mi sentivo osservata da tutti, quando probabilmente non era così.
Sia Bill che mio padre cercavano di rompere i silenzi agghiaccianti, oppure introducevano qualche discorso parlando tra di loro, ma per il resto, io, Louis e Zoe, eravamo molto silenziosi, io per prima, che ogni tanto mandavo occhiatacce a Louis, che stava proprio di fronte a me.
Non riuscii nemmeno a finire la cena e ad un certo punto quasi lanciai la forchetta dal nervoso. –Arya, che succede?- domandò mio padre guardandomi. Aveva la faccia tosta di chiedermi cosa avessi, o meglio cosa succedeva. Era ovvio, era scontato, era lampante. Aveva assistito qualche ora prima a quella lite, e poi, mi chiede cosa succede. Non risposi, mi limitai a guardarlo negativamente, e a fare una piccola risatina nervosa.
-E’ tutto ok, papà.- risposi, assumendo un aria da persona che stava cercando di non esplodere davanti una situazione alquanto scomoda per sé stessa. Scossi la testa, ridacchiando di nuovo, e sospirando subito dopo.
-Arya.- mi chiamò di nuovo catturando la mia attenzione, e io mi dovetti girare verso di lui.
-Cosa c’è?- chiesi, sentendo che ormai il mio esser acida stava uscendo con molta tranquillità. –Che hai?- domandò di nuovo.
-Mi sembri stupido a volte, ma tranquillo, non sei l’unico.- così dicendo, guardai Louis, e mi alzai dal mio posto per poter andare in camera mia.
Questa volta mi chiusi a chiave.
Ed era la prima volta che lo facevo da quando era arrivato Louis in casa, ma non volevo proprio vedere nessuno, specialmente lui.
Afferrai il cellulare, mandando subito un sms a Thomas, ancora ignaro della situazione in cui mi trovavo. Avrei voluto vederlo in quel momento, ma era tardi per poter uscire di casa. Così mi ritrovai lì, senza sapere che fare, da sola.
Da sola.
Quella piccola frase mi risuonava nel cervello, in maniera scomoda soprattutto. La solitudine si sapeva, era la mia più grande paura. Perché allora ero lì da sola?
Mi avvicinai alla finestra della mia stanza, e mi poggiai al davanzale, osservando il tramonto che era solito arrivare a quell’ora in estate, e decisi di guardarlo, senza muovermi, perdendomi nei suoi colori arancioni, rossi, e gialli, che mi piacevano tantissimo.
Il silenzio era rilassante in quel momento, e non mi dava fastidio, anzi mi piaceva, mi faceva star meglio. Sarei stata lì ferma tutto il tempo, se qualcuno non avesse bussato alla porta due minuti dopo, provando più volte poi ad aprirle. E mi alterai emettendo quasi un ruggito appena sentii quei rumori, e dovetti andare verso la porta.
-Sei Louis?- chiesi tenendo la mano nella maniglia.
-No, babbo natale.- disse il ragazzo dall’altro lato della porta. A quel punto era un motivo in più per non aprire la porta.
-Va bene, allora puoi rimanere lì- dissi, buttandomi sul letto, e mettendo gli auricolari alle orecchie per evitare di sentire, ma nemmeno il suono della musica riusciva a soffocare la voce di Louis, e il rumore della sua mano che sbatteva contro la mia porta.
-Arya, aprimi cazzo!- sbottò.
Mi alzai nervosa dal letto, e aprii la porta.
-Cosa vuoi?- chiesi guardandolo fisso negli occhi.
-Volevo solo entrare.- si fece spazio, scansandomi, ed entrò nella mia stanza, senza troppi riguardi. Chiusi la porta alle mie spalle, scuotendo la testa. Era impossibile liberarsi di Louis.
E chissà se mai un giorno me ne sarei davvero liberata, chissà se mai sarebbe sparito dalla mia vita per sempre.
Probabilmente il quel momento era l’unico mio desiderio, l’unica mia preghiera, ma forse era qualcosa di impossibile che non sarebbe capitato mai.
-So che mi odi Arya, ma volevo solo dirti che starò qui ancora per molto, mio padre mi ha detto che da noi sono successi troppi casini.- disse cominciando a maneggiare con il suo cellulare, probabilmente per fare qualche suo stupido gioco, o per parlare con Zayn.
-Fino a quando non andrai via da questa stanza, odierò te, e mio padre soprattutto, che ancora non si decide a sistemare quella maledettissima stanza!- dissi, ritornando ad ascoltare la mia musica.
Continuava a vagarmi solo un pensiero nella testa.
Era davvero impossibile liberarsi di Louis Tomlinson.


Note dell'autrice: ho come l'impressione che impazzirete per quello stupido bacio tra Arya e Louis, che in realtà non è niente di importante, ma so quanto ci tenete! AHAH e questo capitolo è davvero importante in questa FF, davvero! E spero che vi piaccia, mi rendete sempre felici ragazze! thank you so much, and stay tuned for the next chapter xx
 
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( ireheydu )
view post Posted on 16/8/2011, 09:40




Capitolo 7.



Chissà cosa mi stava succedendo in quei giorni, probabilmente sentivo uno strano influsso positivo e angoscioso allo stesso tempo che mi scorreva nelle vene, e sarebbe stato curioso sapere cosa fosse a farmi provare questa assurda sensazione. Ero confusa probabilmente, ma non conoscevo il reale motivo di tale disordine.
Però le giornate che seguirono quella fatidica cena, sembravano bene o male rilassanti, e serene, fino a quando qualcuno come Louis o mio padre, distruggeva quella pace, e quel relax, ma poco mi importava, perché avevo imparato a fregarmene, ormai.
Un mese quasi era passato da quando Bill e Louis fecero ingresso a casa mia, e la sua presenza stava diventando così monotona, tanto che quello che mi diceva, non mi importava nemmeno più, benché, dopo quella litigata e quel bacio, il nostro rapporto fosse tornato come prima, quindi ci divertivamo in un certo senso, ma ci torturavamo a vicenda, e soprattutto lui torturava me.
In quel momento, mi ero svegliata da circa cinque minuti, e avevo ancora la testa sotto il cuscino, perché non riuscivo ad alzarmi dal mio letto. Era così comodo.
Qualcosa però, o meglio dire qualcuno, mi fece quasi sobbalzare dal letto, con la sua voce squillante anche di prima mattina. Anche se non ero poi così sicura che fosse prima mattina.
-Ciao Ventooo! Alzati, è mezzogiorno!- urlò Louis, togliendomi il lenzuolo di dosso, e facendomi cacciare un mugugno, mentre mi soffocavo da sola il viso con il cuscino, sperando che quello fosse un sogno.
Ma purtroppo non lo era, e davvero la voce di Louis mi stava martellando il cervello già in quel momento, quando ero sveglia da soli cinque minuti.
-Louis, non rompere.- sbottai io, riprendendomi il lenzuolo, e nascondendomi sotto di esso, ma nuovamente mi fu tolto, e quasi non cacciai un urlo dal nervoso.
-Ma è ora di alzarsi!- disse in tutta risposta, buttandosi sul suo letto, facendo un rumore assurdo. Evidentemente non era possibile rimanere a dormire, così mi alzai, accorgendomi di aver praticamente tutto il pigiama in disordine, e mi riordinai velocemente.
-Non mi interessava vedere quasi le tue tette.- sbottò lui voltandosi di scatto. –Cazzi tuoi, succede questo se convivi con una ragazza.- mi alzai, sistemando i capelli in una coda, e subito dopo mi stropicciai gli occhi. –Voglio dormire.- borbottai, senza riuscire ancora ad alzarmi totalmente dal letto, quindi rimasi lì seduta ancora per un’altra manciata di minuti, con Louis che mi guardava.
-Perché mi guardi?- chiesi, alzando il sopracciglio.
Scosse la testa, come se volesse farmi capire che non lo stava facendo per un motivo ben preciso, e io feci spallucce, decidendo finalmente di mettermi in piedi. –Hai già fatto colazione?- domandai.
-Ancora no.- disse in tono tranquillo. –Sono sveglio da un quarto d’ora tipo, e non c’è nessuno a casa, sono usciti tutti.- continuò.
-E dove sono?- chiesi cercando di capire dove fosse andata mia sorella.
-Mio padre e tuo padre sono a pranzo fuori con dei loro amici, e staranno lì tutta la giornata, sono in montagna, e Zoe sarà fino a oggi pomeriggio con Zayn.- quasi rabbrividii al pensiero di dover rimanere quasi tutto il giorno sola con Louis, ma dovevo cercare di mantenere la calma, anche se già da come mi aveva svegliata, non riuscivo a prevedere niente di positivo. Decisi così di mandare un sms a Zoe.

Certo, tu vai a farti Zayn, e mi lasci sola con Louis ahah :D

-Andiamo a fare colazione.- dissi poi, uscendo dalla mia stanza, e andando al piano di sotto verso la cucina. Afferrai due tazze per il latte, e ne riscaldai un po’ in un pentolino.
-Dobbiamo pensare al pranzo.- dissi, sbuffando.
-Non ho idea di cosa fare.- rispose Louis, giocando con un cucchiaio, e sbattendolo sul tavolo noiosamente. Presi il pentolino, e versai il latte nelle tazze, porgendone una a Louis.
-Potremmo fare anche dei panini!- dissi.
Lui annuì, per acconsentire, e cominciammo entrambi a bere il nostro latte. Stavo pensando intanto a qualcosa da fare in quella giornata noiosa a casa. Non avevo intenzione di uscire, non mi andava assolutamente di vestirmi, preferivo passare tutta la giornata a oziare stando in pigiama, e probabilmente anche quello era il programma di Louis.
-Mi sembra di averti sognata sta notte.- disse lui, guardandomi.
-Davvero? E cosa hai sognato?- chiesi curiosa.
-Non ricordo, però c’era anche mia madre, e c’eri pure tu, ma non ricordo cosa succedeva, era strano, e mi sono svegliato un po’ strano infatti.-
-Ma tu sei sempre strano.- ironizzai.
Rise anche lui, alzandosi dalla sedia, subito dopo aver finito, e si buttò sul divano della cucina, cominciando a fare zapping in televisione.
-Cosa facciamo oggi?- chiese Louis.
-Non ne ho idea, voglio rimanere a casa ad oziare.-
-Sono d’accordo con te, quindi posso torturarti tutto il tempo?- domandò con un sorriso quasi maligno, e con la sua solita faccia da schiaffi che tanto detestavo.
-Din din din! Risposta sbagliata.- dissi.
-Vorrei guardare MTV anziché questi stupidi programmi che vedi tu.- mi avvicinai a lui, cercando di togliergli il telecomando dalle mani, ma invano. –Non c’è motivo!- disse nascondendo il telecomando sotto la sua schiena, facendo in modo che io non lo potessi prendere.
-Louis!- urlai, cercando di smuoverlo da quel divano, per poter cambiare canale. Lui rise, mentre io usavo tutte le mie forze, ma sembrava quasi impossibile recuperare quell’oggetto. Saltai addosso a lui, mettendomi a cavalcioni, e prendendo a solleticarlo, sapevo che gli dava maledettamente fastidio, e continuai così ancora per molto, fino a quando non riuscii a prendere il telecomando, e misi subito il canale che volevo io. –Questa me la paghi!- disse lui guardandomi con sguardo minaccioso. Da quello potei intuire che era il caso di scappare, e ridendo cominciai a correre, mentre Louis cercava di prendermi. Facemmo il giro del tavolo della cucina, mentre lui provava a farmi delle “finte” per prendermi, ma sembrava impossibile, e infatti riuscii tranquillamente a correre verso il salone, sempre con lui alle calcagna.
-Non mi prendi Tomlinson!- dissi uscendogli fuori la lingua. Sembravamo proprio dei bambini, ma era divertente fare queste cose anche a quell’età. Lo vidi buttarsi sul divano, per arrivare dall’altro lato in cui stavo io, e proprio mentre stava per prendermi dalla maglietta, sfuggii alla sua presa, e ancora una volta gli feci una smorfia.
-Non mi arrendo.- disse semplicemente, prima di scavalcare dal divano, e io non avevo altra scelta che correre verso il piano di sopra, sempre inseguita da lui. Arrivai in camera mia, ma purtroppo non avevo più altra possibilità per scappare, così mi fermai nel mezzo della stanza, guardandomi intorno. –Non hai scampo- rise lui guardandomi, poggiato allo stipite della porta. Mi prese quasi in braccio buttandomi sul suo letto, e mettendosi subito a cavalcioni su di me, bloccandomi le mani. Cacciai un urlo, ma sotto ridevo già, e subito dopo cominciò lui a farmi il solletico, e mi dimenai nel letto, cercando di scansare le sue mani, ma lui era evidentemente più forte di me in quel momento.
-Mi arrendo, giuro mi arrendo, ma basta!- urlai, respirando quasi a fatica da quanto avevo riso mentre mi faceva il solletico. Si bloccò per un momento, e poi mi guardò.
-Mh, e quindi dovrei lasciarti andare?- domandò.
-Decisamente, anche perché siamo in una posizione ambigua.- risi.
-Beh, ma è figo, almeno posso tenere il controllo su di te, e tu non puoi muoverti!- ammise tenendomi ancora le mani dai polsi, per evitare che io potessi scansarlo.
-Dai lasciami andare.- mi dimenai, mentre lui rideva.
-Va bene, solo per questa volta ti lascio andare.- disse, ma rimase ancora qualche secondo fermo ad osservarmi, prima di lasciarmi. Mi sembrava strano quel giorno Louis.
-Perché mi guardi sempre per ora?- risi, alzandomi dal letto.
-Ma non è vero!- disse per tutta risposta.
Io feci spallucce, e lasciai perdere la questione, scendendo al piano di sotto.
-Mi spieghi perché sei sempre così incazzata con tuo padre?- fece quella domanda di getto, e io quasi mi gelai. Non ero nemmeno certa che mi stesse seguendo mentre andavo al piano di sotto. Mi sedetti nel divano del salone, guardando un punto fisso, probabilmente riflettendo ad una risposta giusta da dare.
-Perché questa domanda?- pensai così che l’unica risposta da dare era rispondere con un’altra domanda. –Sono solo curioso.- si mise vicino a me, guardandomi.
-Mio padre non è mai stato un grande esempio per me. Fino a poco tempo prima che arrivaste voi pensavo di avere una speranza, che il rapporto con lui potesse migliorare, e provavo a convincermi che in realtà gli volevo bene.- ero maledettamente logorroica, e la cosa era parecchio fastidiosa, ma quando mi facevano queste domande, avevo bisogno di raccontare tutto fin dalle origini. –L’odio verso lui parte prima di tutto dalla sua falsità, infatti, sei mesi dopo la morte di mia madre, lui, benché dicesse di amarla ancora e cose simili, cominciò a frequentare diverse donne, e questa cosa mi dava fastidio, spuntava ogni settimana con una nuova donna, e io non potevo convivere con questa storia, ero già abbastanza straziata per mia madre, era il mio enorme punto di riferimento, e penso lo sia tutt’ora.- continuai a parlare, senza mai guardare Louis, che però appariva interessato alla questione. Era strano come qualche minuto prima l’aria fosse divertente, e la casa fosse piena di risate, e adesso si sentiva solo l’odore della malinconia, e tutto per una stupida domanda, ma non volevo non rispondergli, era giusto che lui sapesse.
-Dopo aver fatto due anni così, passò tre anni in pace, e sembrava stesse andando tutto bene, fino a quando non ha ricominciato frequentando sempre persone diverse, e io non potevo sopportarlo. E ora siamo qui.- dissi semplicemente scuotendo la testa e prendendo a giocare con un lembo della mia canottiera. Poi mi soffermai a pensare una cosa.
-Perché mi stai facendo questa domanda se hai letto il mio diario?- domandai. –Volevo solo raccontata veramente la storia da te, e non da uno stupido diario su cui affidi tutta la tua vita.- fece una smorfia, come se fosse contrario.
-Beh, con chi devo parlare se non con un diario?- dissi.
-Non c’è motivo di affidare la propria vita ad un diario, Arya, sembri stupida se fai ‘ste cose.- si alzò dal divano andando verso la cucina, e prendendo un sorso d’acqua.
-Non credo di esser stupida.- risposi alla sua affermazione con sicurezza. –Hai la fortuna di avere una sorella, parla con lei, no?- disse.
-Con lei ci parlo, ma è diverso.- ammisi, raggiungendolo e sedendomi nel bancone della cucina, dondolando i piedi, mentre continuavo la conversazione con Louis. Mi aveva messo su una strana malinconia, e adesso non ero poi così pimpante come prima, però sarebbe passato da un momento all’altro, sicuramente.
-Non volevo renderti triste.- disse avvicinandosi a me per potermi guardare se ero realmente triste in viso. –Tranquillo, capita spesso, tra poco starò sicuramente meglio!- sforzai un sorriso, continuando a dondolarmi.
-Sai per caso a che ora ritorna Zoe?- domandai.
-No, ma penso intorno alle cinque del pomeriggio a quanto ho capito, e forse viene qui con Zayn!- ecco che poi mi soffermai a pensare a mia sorella. Ero così maledettamente felice per lei, avrei dato tutto pur di vederla sorridere. Per anni avevo sofferto io solo perché lei stava attraversando un periodo maledettamente difficile.
In quel momento mi risultò automatico toccarmi la collanina che lei mi aveva portato dalla Spagna. L’avevo sempre con me, non la toglievo mai.
Era un simbolo molto importante per me.
-Tu e Zayn da quanto vi conoscete?- chiesi.
-Da quando eravamo abbastanza piccoli, solo che io ero più grande di lui, infatti ci siamo conosciuti giocando a pallone per le vie di Doncaster!- disse facendo una risatina, mentre pensava a quei momenti.
-E come mai vive qui adesso?-
-Suo padre si è voluto trasferire, diceva che a Doncaster non c’era l’opportunità di fare nulla.- fece spallucce. –Lui era il mio migliore amico lì, e lo è tutt’ora comunque, ci vogliamo troppo bene.- io sorrisi, perché per un momento mi sembrava di vedere un lato positivo di Louis, anche se continuavo ad affermare che di positivo c’era ben poco in lui, quindi quella convinzione sparì molto presto.
-Per quanto riguarda me, non ho mai avuto una migliore amica, ed è strano dirlo.- ammisi sbuffando. –Cioè, sì, l’ho avuta, ma mi ha delusa profondamente, è stata una stronza, e da lì mi sono affidata totalmente a Thomas.. il mio migliore amico.-
-Da quanto vi conoscete?- chiese.
-Da quando eravamo molto molto piccoli!- sorrisi, perché ogni volta mi veniva in mente quanto tempo era passato dalla prima volta in cui vidi Thomas. –Non l’ho mai visto di presenza!- disse Louis.
-L’hai sfottuto vedendolo solo in foto, non so che potresti dire vedendolo di presenza.- lo guardai in modo negativo, perché detestavo chiunque potesse prendere in giro il mio migliore amico.
-Mh, è vero!- scoppiò a ridere.
-Sei proprio un coglione!- scossi la testa scendendo dal bancone su cui ero seduta. Cercavo di pensare a qualcosa da fare in quella giornata, fino a quando non squillò il telefono di casa e io corsi a rispondere.
-Pronto? Chi? Sì, è qui Louis.- evidentemente non conoscevo la persona dall’altro capo del telefono, così porsi il telefono a Louis che era il diretto interessato. –Pronto? Hey ciao! Sì, certo! Stasera? Va bene, ovvio. Posso portare un po’ di gente? Giusto un paio persone! Va bene, a stasera!- quella telefonata fu molto breve, e mi fece incuriosire. Lo guardai con un sopracciglio alzato, e lui subito capì che volevo sapere chi fosse stato ad averlo chiamato.
-Era un mio amico, stasera c’è una festa, volete venire pure tu e Zoe?- domandò mentre riponeva il telefono al proprio posto, e io feci una piccola risatina. –Sei strano. Ci odiamo a morte, eppure mi inviti ad ogni festa al quale sei ospite.- risi ancora.
-Beh, non faccio nessun sforzo a non invitarti, anzi, mi fai risparmiare fiato!- fece spallucce.
-Però voglio venire!- dissi. Non avevo nient’altro di meglio da fare, e forse una festa avrebbe fatto al caso mio, magari con qualche ragazzo carino da rimorchiare. Sì, sarei andata decisamente.
-Avvisa Zoe e Zayn allora!- disse lui.

-Zoe! Hai visto i miei pantaloncini?- quella sera decisi di passare ad un look più o meno sobrio, non avevo voglia di mettere un vestitino, o di vestirmi bene o male elegante.
-Tieni, sono qui! Lasci sempre le tue cose ovunque.- sbottò mia sorella lanciandomi i pantaloncini di jeans che avevo deciso di mettere. Misi anche una canottiera piuttosto lunga, che mi dava un tocco in più, e un paio di tacchi alti. Benchè cercavo di evitare di essere elegante, un paio di tacchi era sempre adatto. Mia sorella, a differenza mia, voleva essere un po’ più raffinata, sicuramente per far colpo su Zayn, anche se a mio parere non ce n’era bisogno, perché era perfetta così.
Dopo essermi vestita, dovevo assolutamente sistemare i miei lunghi capelli castani. Arrivavano fin sotto le scapole, ed erano mossi, e mi piaceva tenerli sempre in ordine, così con due mollette li sistemai accuratamente, guardandomi più volte allo specchio, assicurandomi che nel corso della serata non sarebbero diventati orribili. Mi preoccupai subito dopo del trucco, fino a quando non entrò improvvisamente in bagno Louis che evidentemente non sapeva che io ero lì dentro, infatti sobbalzammo entrambi. –Hey! Ci sono io!- dissi sbuffando, mentre passavo l’ombretto sulla mia palpebra.
-Eh, e io devo andare in bagno.- rispose, poggiandosi allo stipite della porta mentre mi osservava. –Puoi aspettare!- dissi in tutta risposta, continuando a pensare al mio make up per la serata. Mi accorsi poi che Louis era ancora lì.
-Beh?- chiesi.
-Ti sto aspettando!- disse.
-Non potresti aspettarmi fuori, mi sento un po’ a disagio.- lo guardai in attesa che lui uscisse dal bagno. Detestavo quando la gente mi osservava mentre mi truccavo, mi sentivo maledettamente in imbarazzo.
-Non mi va.- rispose, sbuffando.
-Sei una rottura di coglioni, Louis.- e così, benché lui fosse ancora lì, continuai a truccarmi, guardandolo di tanto in tanto con la coda dell’occhio. Misi ancora un po’ di mascara e lucidalabbra, e poi uscii dal bagno. –Tutto per te!- andai verso camera di Zoe che ancora si stava preparando.
-Sbrigati, vedi che Zayn sarà qui a momenti!- dissi.
-Lo so! E ancora devo farmi i capelli!- disse quasi isterica, mentre finiva di mettersi la matita negli occhi. –Ti aiuto io- risi, e presi la piastra, cominciando a lisciarle i lunghi capelli neri, mentre lei finiva di truccarsi davanti lo specchio della sua stanza.
-Stasera tu e Zayn avete intenzione di stuprarvi a vicenda sulla pista da ballo?- ironizzai. –Ma che dici?- mi guardò alzando il sopracciglio e accennando una risatina.
-Non vorrei ricordartelo, ma quando ancora non stavate insieme e siamo andati a quella festa, lui ti metteva le mani ovunque mentre ballavate.- lei fece una risatina timida, e mi accorsi che le sue guance erano diventate rosse. Si intimidiva facilmente, ed era dolcissima quando lo era. –Oh, suvvia, non è stato niente di che!- disse dopo.
-I suoi capelli sono pronti madame!- feci un inchino, e sorrisi.
-Ok, sono pronta, devo solo preparare la borsa.- mi fece venire in mente che dovevo prendere la mia nel mio letto. Avevo optato per una piccola tracolla nera, che adoravo, e che portavo spesso con me.
Vidi Louis spuntare in camera mia. Indossava un paio di jeans, una maglietta bianca, con una giacca nera più elegante sopra, e una sciarpa grigia. Per quanto ne potevo sapere adorava le sciarpe, ne aveva una diversa ogni giorno. E personalmente stava bene vestito in quel modo.
Era elegante ma non troppo.
-Wow, questi tacchi mi fanno più alta!- dissi camminando per la stanza.
-Vabbè, non vantarti, rimani sempre una nana.- rispose, e io per tutta replica uscii la lingua, prima di dirigermi di nuovo verso camera di Zoe, entrambe ormai pronte per uscire. Il campanello ci fece intuire che Zayn era arrivato per venirci a prendere come sempre, con la sua solita macchina. Scendemmo tutti e tre al piano di sotto, chi più lentamente come me e Zoe, che rischiavamo di cadere da un momento all’altro.
-Papà, noi usciamo!- avvisò Zoe, prima di uscire.
-Okay, non fate troppo tardi!- disse mentre mangiava delle noccioline davanti il televisore insieme a Bill.
-Non abbiamo più dodici anni.- sbottai io scuotendo la testa, prima di aprire la porta, ritrovandomi davanti Zayn. –Buona sera!- disse salutandomi con un bacio in guancia, salutando subito dopo Louis, e lasciando il saluto più importante alla fine. Prese Zoe per i fianchi, dandole un piccolo bacio sulle labbra mentre si chiudeva la porta alle spalle. –Non vi vedete da due ore, e già fate i piccioncini?!- sbottò Louis sconvolto, scuotendo la testa, prima di salire in macchina.
Ci ritrovammo tutti in macchina, come sempre.
-Ho voglia di ballare.- disse Zayn voltandosi verso Zoe, e strizzandole l’occhio in segno di intesa. –Zayn, eviteresti di fare il cascamorto adesso?- disse Louis avvicinandosi al sedile dell’amico, dandogli poi uno scappellotto nella testa.
-Hey, non picchiare il mio ragazzo!- disse Zoe, facendo come per proteggerlo, carezzandogli piano il capo.
-Ecco, diglielo piccola!- Zayn fece un finto broncio, che gli dava un’aria davvero tenera e dolce. –Va bene, ora andiamo!- sbottò Louis.

Qualche minuto dopo eravamo già arrivati a quella festa, ed eccetto Louis che conosceva il festeggiato, e qualche altra persona per il resto erano tutti sconosciuti, ma c’era davvero fin troppa gente, e il locale che era stato prenotato era veramente pieno di persone.
-Cerchiamo dei tavolini disponibili!- dissi ad alta voce, provando a sovrastare il rumore della musica. Vedemmo con la coda dell’occhio un tavolino attorniato da un divanetto a “ciambella” e decidemmo di andarci a sedere lì, prima di andarci a muovere un po’.
Nel tragitto che andava dall’entrata fino al nostro tavolo, notai perfettamente un ragazzo davvero carino, dall’aria molto intrigante. Aveva dei capelli abbastanza corti, e neri, e gli occhi azzurri si notavano fin da lontano, e quanto pare anche lui si era accorto di me in quel momento. Forse sarebbe stata la mia ‘preda’ quella sera, ma inizialmente gli diedi poca importanza, e mi sedetti con Zoe, Zayn e Louis, e cominciammo a chiacchierare su un paio di cose, fino a quando mia sorella e il suo ragazzo non si allontanarono per andare a ballare, come avevano fatto la volta prima, lasciando me e Louis da soli.
Non passarono molti minuti, che il ragazzo moro di prima si avvicinò verso di me. –Hey.- disse con fare misterioso e sexy. Gli feci un sorriso semplicemente, e lui contraccambiò. –Vuoi venire a ballare?- improvvisamente mi ricordai che io non sapevo ballare, o che comunque facevo schifo. Ma.. in quel momento poco mi importava e mi lasciai trascinare senza troppo indugio, provocando quasi uno shock a Louis, che era rimasto lì da solo. Il moro mi prese per mano, portandomi verso la pista. Non capitava mai che io mi davo da fare con degli sconosciuti, ma quella sera mi sentivo un tantino diversa.
-Come ti chiami?- chiese mentre ci eravamo ritrovati già in pista, e cominciavamo a muoverci tra la gente, entrambi molto vicini l’uno con l’altra. –Arya.- risposi io, sorridendo. –Tu?-
-Io sono Alex.- disse, molto vicino al mio orecchio, altrimenti non sarei riuscito a sentirlo con la musica così alta. Cominciammo a ballare entrambi, e io cercai di essere il più sciolta possibile, facendo passi semplici. Sentii le mani di Alex poggiarsi sui miei fianchi, mentre mi avvicinava maggiormente a sé, cercando di rendere la scena un po’ più intima, benché fossimo vicini a un bel po’ di persone. Sfiorò appena le mie labbra con le sue, improvvisamente, sentendo la sua lingua premere contro la mia fin da subito. Poggiò entrambe le mani sul mio fondoschiena, prima di prendermi da un braccio. –Vieni con me.- sussurrò, con un certo sorrisetto malizioso, e forse non ero più sicura di ciò che stavo facendo, ma mi lasciai trascinare via, senza troppo indugio.
Ci ritrovammo in un posto un po’ più appartato, vicino ai bagni, e mi poggiò contro il muro, continuando a baciarmi sulle labbra con foga, mentre mi toccava i fianchi. Le sue mani sfiorarono prima delicatamente, poi con foga i miei seni attraverso la maglietta, continuando a tenere incollate le nostre labbra. Sentii poi una certa pressione da parte delle sue mani sul bottone dei miei pantaloncini, e lì gli afferrai i polsi per fermarlo. –Che intenzioni hai?- chiesi io guardandolo torvo.
-Fidati di me, piccola.- sussurrò, ma ciò mi portò solo ad allontanarlo sempre di più da me, ma lui era irremovibile, e continuava a provocarmi, e a toccarmi. –Lasciami.- dissi tra i denti mentre sentivo le sue mani premere ancora contro i miei pantaloncini. Lo spinsi appena, ma lo ritrovai ancora addosso a me, impertinente, e quasi violento in quel momento. Quasi ansimavo dal nervoso, e cercavo di allontanarlo da me ogni secondo di più, ma senza successo. Si strusciò contro di me, e io mi morsi forte un labbro, sicuramente per disprezzo.
-Vai via.- dissi nuovamente, ma lui non mi ascoltava, fino a quando non sentii che lui si allontanò da me. Non l’avevo fatto di sua spontanea volontà, ma era stato qualcun altro a prenderlo dalla maglietta, e immediatamente notai Louis dietro di lui, che lo aveva allontanato da me, e lo aveva spinto dalla spalla. –Hey che cazzo vuoi?- disse Alex rivolto a Louis, che secondo lui ci aveva sicuramente interrotti.
-Non devi nemmeno osare toccarla.- disse Louis scontroso, mentre lo spingeva ancora per farlo allontanare. –Chi sei tu per dirlo?- i due si ritrovarono faccia a faccia. Louis lo spinse più forte facendolo quasi cadere a terra, e a quel punto mi intromisi io, cercando di risolvere la questione, mettendomi in mezzo a loro. –Basta voi due! Calmatevi.- dissi guardando prima l’uno e poi l’altro. Alex lanciò un’occhiataccia a Louis, prima di andare via, e si allontanò definitivamente.
-Stai bene?- domandò Louis.
-Sì.. grazie.- non pensavo che avrei mai ringraziato Louis per qualcosa, ma a quanto pare l’avevo appena fatto. –Devi stare solo più attenta, adesso andiamo, non voglio che succeda altro.- mi prese dal braccio, raggiungendo Zoe e Zayn.
-Andiamo.- disse semplicemente agli altri due, che ancora non sapevano nulla della storia, ma stettero agli ordini di un Louis molto severo. Io mi sentivo quasi in colpa, non volevo che succedesse una cosa del genere.
Uscimmo dal locale, e dovetti raccontare velocemente la storia a Zayn e Zoe. La serata si concluse così, e fummo costretti a tornare a casa tutti molto presto. Louis filò subito a letto, più nervoso che mai, ma non capivo assolutamente per quale motivo lo fosse.
Sicuramente avevo apprezzato il suo gesto, ma perché l’aveva fatto? Forse qualcosa stava mutando in Louis? non ne ero poi così convinta, anzi non lo ero proprio, pensavo solo che fosse un gesto spontaneo all’incirca. Ma non mi soffermai a pensare a questo, deviai totalmente il mio pensiero, e dopo aver passato un’altra ora sveglia, andai a dormire anche io, lasciandomi andare nel mondo dei sogni.

Note dell'autrice: avrei dovuto postare ieri, ma è stata una giornata piuttosto schifosa, e..non avevo le forze di fare nulla, mi dispiace. Ma comunque. Non ho niente di particolare da dirvi per questo capitolo, solo.. spero che vi sia piaciuto (: ne approfitto per ringraziare tutte le mie lettrici! Siete sempre dolcissime (:
Al prossimo capitolo xx
 
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( ireheydu )
view post Posted on 19/8/2011, 14:17




Capitolo 8.



Quella mattina mi svegliai con un fottuto mal di testa, quasi da non riuscirmi ad alzare dal letto. Louis era già in piedi, e stava utilizzando il mio computer, per la prima volta da quando era arrivato.
-Hey, che stai facendo?- domandai con gli occhi socchiusi e la voce ancora assonnata. –Oh, scusami, volevo controllare una cosa su twitter.- disse, senza staccare gli occhi dallo schermo.
Ero troppo occupata a morire di sonno per dirgli che non doveva nemmeno toccare il mio computer, ma alla fine non era il caso farsi così tanti problemi in quel momento. Alzai il busto, e mi toccai la testa dolorante.
-Tutto ok?- domandò.
-Non lo so, mi fa malissimo la testa.- borbottai facendo una smorfia. Poi per un momento ricordai ciò che era successo la sera prima, e mi sembrò di sentire di nuovo le mani di quel ragazzo addosso, e la scena di Louis che per poco non lo uccideva mi passò davanti molto velocemente.
-E’ stato carino da parte tua aiutarmi ieri.- dissi timidamente. Lui fece solo un cenno con la testa, forse nemmeno aveva voglia di parlarne, ma non capivo il vero motivo. –Come sei riuscito a capire che stava succedendo qualcosa?- chiesi.
-Vi avevo seguiti con lo sguardo, e sinceramente non riuscivo a fidarmi di quel tipo.- ammise, spegnendo qualche minuto dopo il pc.
-Perché sei così.. strano? E’ da quando è successa questa cosa che sembri nervoso, che ti succede?- provai ad alzarmi dal letto, reggendomi quasi la testa da quanto facesse male in quel momento, ed era una cosa che odiavo. –Io? Oh nulla, sono solo un po’.. stanco.- disse, ma io non avevo voglia di capire se stesse dicendo sul serio oppure no, così mi limitai ad annuire e a crederci; beh in fondo poteva essere davvero così.
-Dio, non riesco nemmeno a muovermi.- dissi alzandomi dal letto con una fatica immensa. Andai verso il bagno, incontrando mia sorella lì che si era svegliata da pochissimo.
-Hey, buon giorno piccola, va tutto bene? Non hai una bella cera.- disse Zoe guardandomi e poggiandomi una mano sulla spalla prima di darmi un bacio sulla guancia. –Mi sta scoppiando la testa.- tenevo gli occhi socchiusi, e ancora mi veniva difficile focalizzare tutto.
-Vieni, ti do una pillola.- cinse le mie spalle con un braccio, accompagnandomi al piano di sotto in cui ci stavano Bill e mio padre che facevano colazione lì. –Buongiorno.. che succede?- mio padre mi vide e con voce quasi allarmata mi chiese cosa mi era successo. Troppe domande di prima mattina, non riuscivo a reggerle tutte, stavo veramente male.
-Niente papà, ho solo mal di testa.- dissi sedendomi sullo sgabello della cucina. Immediatamente arrivò un bicchiere colmo d’acqua con una strana medicina che si stava sciogliendo lentamente. La bevvi tutta in un sorso, e poi quasi mi buttai sul bancone. Avevo voglia di dormire almeno altre venti ore.
-Che avete fatto ieri sera?- di botto scattai in aria, e guardai mia sorella, facendole segno di non accennare nulla sull’accaduto, altrimenti mio padre non mi avrebbe più fatto muovere un passo fuori da casa mia.
-Siamo stati ad una festa.- disse subito Zoe.
-..e quando mi farai conoscere il tuo ragazzo?- domandò mio padre rivolto a Zoe. Mi accorsi subito che mia sorella diventò quasi viola di fronte a quella domanda. Era una persona molto timida, odiava queste cose.
-Non lo so, più in là magari.- rispose semplicemente, allontanandosi, e mettendosi vicino a me che le porsi un dolce sorriso.
Anche Louis ci raggiunse, e si sedette vicino a suo padre, azzannando una delle ciambelle che erano poggiate sul tavolo. Ne presi una anche io. Forse mangiare mi avrebbe fatto stare meglio. –Papà mi passeresti del caffè?- domandai aspettando la mia tazzina. Mi avrebbe svegliato molto probabilmente, visto che ancora ero un tutt’uno con il letto.
-Oggi che farete?- domandò mio padre passandomi la tazzina di caffè.
-Zayn proponeva di andare al luna park!- disse Louis voltandosi verso di noi per chiedere approvazione. Sarei voluta andare volentieri, ma ero uno straccio. –Beh, se sto meglio vengo pure io.- mi passai una mano negli occhi, e mi schiaffeggiai le guance.
-Se aspetti un’oretta, quella medicina fa sicuro effetto, fidati!- Zoe mi passò la mano sul capo. –Quindi possiamo andarci di pomeriggio.- propose poi. Io annuii, finendo la mia colazione.
-Ti senti già un po’ meglio?- chiese Zoe.
-Sì, un po’ sì.- mi alzai dallo sgabello, andandomi a buttare nel divano della cucina. Osservai l’orologio, e mi accorsi che erano soltanto le dieci del mattino, e avevo un bel po’ di ore prima di potermi riprendere, e conoscendomi ce l’avrei fatta senza dubbio. I miei dolori fisici duravano ben poco, quindi quel pomeriggio sarei sicuramente andata al Luna Park con i ragazzi, e mi sarei divertita senza dubbio.
-Voglio dormire altre trenta ore.- borbottai stiracchiandomi.

Le ore sembravano non passare mai, e forse da quando mi ero svegliata era passata circa un’ora, quando sembrava un’eternità. Ero distesa sul mio letto, mentre guardavo Louis giocare con il suo blackberry. Era seduto vicino a me, ed era una cosa che capitava di rado, ma c’erano quei momenti in cui riuscivamo a raggiungere un certo equilibrio l’uno con l’altro.
-Come stai giocando?- domandai guardandolo.
-Un gioco deficiente, devo uccidere delle scimmie.- rise, continuando però a cimentarsi in quello stupidissimo giochino.
-Oh! Potrei uccidere te! E’ la stessa cosa!- ammisi.
-Vaffanculo, Vento.- borbottò uscendomi fuori la lingua, e subito dopo tornò a giocare, con il blackberry quasi incollato agli occhi. Mi veniva da ridere a guardarlo in quelle circostanze.
Socchiusi appena gli occhi. Il mal di testa stava ormai passando, e ne ero assolutamente felice, era tutto più rilassante adesso, e penso che mi sarei goduta al meglio quella giornata con Louis, Zayn e Zoe. Alzai il busto, visto che ero distesa, e mi sedetti proprio vicino a Louis che stava lì, sul mio letto, con le gambe appena rannicchiate. Osservai il suo blackberry perché ero curiosa di vedere quel gioco.
-Solo tu puoi scaricarti questi giochi così cretini.- dissi con una nota di disprezzo scuotendo la testa. –Anche se.. sono adatti per il tuo livello intellettuale.- si voltò verso di me, guardandomi torvo.
Improvvisamente lanciò il cellulare nel mio letto, e si fiondò su di me, cominciando a farmi il solletico, e quasi ebbi uno strano deja vu.
-No Louiiiis!- urlai più forte che potevo cercando di fermargli le mani, tenendolo dai polsi, e per un momento ci riuscii, fino a liberarmi completamente della sua presa. –Sei un coglione!- dissi ridendo.
-Mi diverte farti il solletico!- ammise.
Mi sistemai i capelli che, muovendomi in quel modo scomposto, erano andati da mille lati diversi. Alzai subito dopo lo sguardo, e Louis stava lì a guardarmi. I nostri occhi si incrociarono per un momento, e mi accorsi subito che avevano un bel colore celeste. Mi piacevano.
Era l’unica cosa che mi piaceva di quel ragazzo, decisamente.
E poi, mentre ero lì che lo fissavo, accadde nuovamente. Le sue labbra si poggiarono di nuovo sulle mie. Non lo allontanai subito. Avevano un buon sapore quelle labbra carnose, ed erano molto morbide. Rimasi lì ancora un po’, fino a quando ad entrambi non venne automatico quasi staccarci. E ci guardammo negli occhi per un secondo, quasi preoccupati.
-Cazzo, devo smetterla!- sbottò lui alzandosi di botto dal letto. Tutto ciò mi faceva innervosire. A me lui non piaceva, e io non piacevo a lui; perché allora era la seconda maledetta volta in cui ci baciavamo senza nemmeno volerlo?! –Louis perché succede?- domandai con le mani sugli occhi. –E’ chiaro che entrambi non ci piacciamo!- ammisi.
-Hai perfettamente ragione ma.. non capisco, mi viene spontaneo a volte!- spontaneo? Che cosa significava? Ero più confusa che mai, e la testa stava cominciando di nuovo a farmi male, ma cercai di trattenere il dolore. –Ok, facciamo solo.. finta di niente.- dissi.
-Esattamente, come se niente fosse successo.- Lui era nervoso, e si notava, e faceva quasi avanti e indietro nella mia stanza.
-Hey, calmati Louis.-
-Sì, devo calmarmi, assolutamente.- si sedette sul suo letto, passandosi una mano tra i capelli castani. –Scusami, non volevo.- disse poi.
-Non deve succedere mai più, cazzo.- ripensando a tutto, mi accorsi che era qualcosa di assolutamente sbagliato, e mi stavo innervosendo. Era la seconda volta, e nessuno dei due sapeva dare una spiegazione a tutto quello che era accaduto, era terribilmente strano tutto ciò.
Lui annuì, e io poi mi alzai dal mio letto.
-Penso sia l’ora di andare a preparare il pranzo.- scesi al piano di sotto, cercando di dimenticare il tutto, ma mi veniva davvero difficile. Il nervosismo era subentrato dentro di me adesso, e non ne sarei uscita fuori facilmente in quel momento. Zoe se ne accorse subito e per questo cominciò a farmi domande a raffica.
-Che succede? Tutto bene? Qualcosa con Louis?- non avevo intenzione di dirglielo, sennò avrebbe continuato a dichiarare che c’è del tenero tra me e Louis, cosa assolutamente falsa, e stupida.
-E’ tutto okay, Zoe, perché dovrei avere qualcosa?- domandai.
-Non so, mi sembri nervosa.- ammise storcendo il labbro.
-No no, va tutto bene!- feci un sorriso, cominciando ad apparecchiare il tavolo in cui avremmo mangiato.
-Allora oggi andiamo al Luna Park?- chiesi cercando di cambiare argomento. –Sisi, e non vedo già l’ora!- ammise Zoe felice, battendo le mani velocemente, come era solita fare quando era allegra. Zayn la rendeva raggiante, ed era questa una delle cose assolutamente più importanti. Le feci un sorriso, andando verso di lei per abbracciarla forte. Mi piaceva abbracciarla, mi faceva stare bene.
-Cosa è questo affetto?- chiese sorridendo.
-Come se fosse la prima volta che ti abbraccio!- risi.
-Su, vieni, apparecchiamo- disse porgendomi i piatti da mettere sul tavolo. Sbuffai, e cominciai a sistemare la tavola.
-Papà è uscito?- domandai, non vedendolo in giro per casa.
-E’ in giardino con Bill, non so che stanno facendo.-
-Mi sa che ora andrò in giardino a dondolarmi nel dondolo.- risi, e dopo aver messo anche l’ultima posata, corsi fuori, notando che c’era una bellissima e fantastica giornata estiva, con il sole che batteva forte sul suolo. Mi distesi sul dondolo, lasciando che il sole carezzasse il mio viso, e cominciai a dondolarmi. Mi sentivo ancora strana e nervosa, ma sicuramente il mio umore era migliorato grazie a Zoe.
-Hey, che ci fai lì Arya?- domandò mio padre che stava dalla parte opposta del giardino. Strizzai un po’ gli occhi, per poterlo vedere senza che il sole mi desse fastidio. –Mi stavo solo prendendo un po’ di sole prima di pranzo!- risposi. Lui annuì, e poi tornò a parlare con Bill.
Afferrai il cellulare e mi ritrovai un sms di Thomas.

Buongiorno piccola Arya, sarà meglio per te se domani mattina vieni a casa mia, o potresti ritrovarti un pacco bomba a casa :’) haha! Ti voglio bene, xx.

Sorrisi, e subito dopo alzai lo sguardo, per ritrovarmi Louis in giardino che passeggiava, giusto da qualche secondo. Era una giornata troppo bella per rimanere barricati in casa.


-Arya! Veloce!- urlò Louis dal piano di sotto mentre io stavo mettendo le scarpe. Era già arrivato Zayn ed erano tutti pronti per andare al luna park, ma io stavo ancora lì a prepararmi, ma fortunatamente dovevo solo mettere le scarpe. Afferrai la borsa, e correndo, arrivai all’ingresso dove ci stavano Zayn, Louis e Zoe lì ad aspettarmi. –Eccomi!- dissi.
-Su, andiamo, non voglio che papà cominci a fare domande su Zayn!- disse Zoe scappando quasi di casa.
-Ragazzi voglio fare tutti i giochi possibili e immaginabili!- ammisi battendo le mani contenta, e salendo subito in macchina gasatissima.
-Oh, ma anche io.- disse Louis, accanto a me.
Partimmo, ed eravamo pronti per raggiungere la nostra meta.
Per un momento mi voltai a osservare Louis, e tutto mi ritornò in mente, ma subito dopo scossi la testa per rimuovere il ricordo delle sue labbra carnose sulle mie, e tornai alla realtà in pochi istanti. Lui si accorse che mi ero soffermata a guardarlo. –Che c’è?- chiese.
-Nulla nulla.- ammisi affondando quasi nel sedile posteriore.
Arrivammo lì in meno di mezz’ora, e stavo ancora un po’ con la testa in aria, ma la visione delle montagne russe, mi fece dimenticare tutto. Adoravo andare lì, mi faceva tornare indietro nel tempo, quasi fino a diventare di nuovo bambina. Scesi dalla macchina prendendo mia sorella a braccetto, ed entrambe ci fiondammo alla biglietteria.
-Partiamo con le montagne russe, ragazzi?- domandai, dopo essermi voltata verso Louis e Zayn che ci avevano appena raggiunte. Subito ebbi l’approvazione di entrambi e presi quattro biglietti. Eravamo tutti felicissimi, io per prima. –Andiamo dai!- disse Zayn, prendendo mia sorella per mano che era decisamente più spaventata di me. Non si fidava di quei così, e si poteva notare dal suo viso un po’ insicuro, ma alla fine si divertiva sempre. Zayn cinse le sue spalle con un braccio, e si avvicinò al suo orecchio. –Ci sono io piccola, stai tranquilla.- sussurrò dandole poi un dolce bacio sulle labbra, e subito notai Zoe un po’ più tranquilla e rilassata in confronto a prima.
-Dai, saliamo!- dissi, facendomi aiutare dall’assistente, e mi ritrovai nello stesso vagone con loro. Una campanella, ci fece intuire che già la giostra stava per partire, e lentamente sentii una certa pressione, e le ruote cominciavano a muoversi. Le urla di alcune ragazze dietro di noi già si potevano sentire, noi eravamo tutti abbastanza tranquilli, fino a quando una discesa quasi vertiginosa, non ci fece cacciare un urlo quasi in automatico, soffocato poi da un paio di risate. Notai la faccia di Louis che sembrava quasi preoccupato, e risi ancora di più mentre lo guardavo. Ci ritrovammo a testa in giù senza nemmeno accorgercene, e le urla di mia sorella si erano ormai moltiplicate, ma anche le mie, eppure mi divertivo un casino, era una cosa che amavo. Con la massima velocità, ritornammo normali, e sentii Zayn imprecare. –Cazzo, questa era brutta!- disse alzando la voce per farsi sentire.
La velocità delle discese improvvise, sembrava aumentare sempre di più, e quasi io sentii il mio stomaco arrivare fino alla mia gola. Quando la giostra si fermò, però feci quasi una faccia offesa.
-No dai, ancora!- Zayn scese di colpo, scuotendo la testa.
-No no, io passerei ad altro.- tutti ridemmo, guardandolo quasi spaventato e preoccupato. –Ok. Tagatà?- propose Louis, vedendo una delle giostre più divertenti. Questa piattaforma girava velocemente, e cominciava a saltellare quasi, a piccoli balzi. Era davvero divertente, così ci fiondammo li, facendo all’incirca due o tre giri di fila, tra le risate e il divertimento.

Scesi dal tagatà con la testa che mi girava, e quasi non riuscivo più a reggermi in piedi, e così era per tutti gli altri. Ci buttammo su una delle panchine che stavano lì, ridacchiando un po’ tutti.
-Dio, quando Louis è caduto, ho riso come non mai.- disse Zayn scoppiando poi a ridere di nuovo. –Sei caduto anche tu!- protestò Louis.
-Sì, ma tu sei caduto in un modo davvero ridicolo.- rise.
-Beh, io e Arya ce la siamo cavata stringendoci forte alla ringhiera di ferro.- mia sorella assunse un’aria di superiorità nei confronti dei due ragazzi, snobbandoli, quasi per prenderli in giro.
-Io direi di andare a fare la ruota panoramica per rilassarci.- proposi.
La mia proposta fu accettata, e tutti insieme ritornammo nella fatidica biglietteria, per prendere dei gettoni, in modo che potessimo farci un paio di giri nella ruota panoramica. La nostra era la più grande in assoluto. Da lì potevi vedere tutta Londra.
-Non ci sono mai salito qui, è bella?- chiese Louis, mettendosi al mio fianco, come sempre ormai. –Ora vedrai.- dissi per tutta risposta con un sorriso, mentre osservavo Zoe poggiata sulla spalla di Zayn.
I due cominciarono a baciarsi dolcemente, escludendo me e Louis, come se in quel momento non esistessimo quasi più, ed entrambi ridacchiammo, ma ci preoccupammo di più del meraviglioso paesaggio che si poteva scorgere. Man mano che la ruota saliva, riuscivamo a vedere le meraviglie della nostra Londra. Zayn e Zoe intanto, facevano giocare le loro lingue tra di loro, tra toccatine fugaci, e piccoli gesti ambigui. –Mmmh, piccioncini, mmmmh.- li imitò Louis, atteggiandosi quasi, e facendoci ridere subito.
-Quanto sei scemo.- dissi dandogli una piccola spinta dalla spalla.
-Lasciali stare, sono così belli insieme.- continuai osservandoli.
-Sì ma c’è un bel paesaggio, che palle che siete.- borbottò Louis. Sentii Zoe e Zayn ridere a fior di labbra, e staccandosi subito dopo.
-Contento ora?- chiese Zayn con un sorriso.
-Ok, ora non mi viene più da vomitare!-
Vidi quasi Zayn fiondarsi su di lui, ma Zoe lo tenne stretto per la paura di cadere. –Noi due ci vediamo dopo.- disse poi lui, osservando Louis torvo, ma si capiva che aveva un tono alquanto scherzoso.
Si ritrovammo proprio in cima, e fu lì che riuscii a vedere Londra ai miei piedi. Sentivo il vento scagliarsi contro il mio viso, e quasi tutto ciò mi fece star bene. –Wow.- disse semplicemente Louis con un sorriso.
Ci fu in attimo di silenzio, poi fu rotto da Zayn.
-Sì, ma dopo andiamo a fare gli autoscontri, vero?- tutti ridemmo, voltandoci verso di lui. –Io ci sto! Così straccio Zayn!- disse Louis.
-Caso mai è il contrario.- rispose.
I due si divertivano sempre a stuzzicarsi, e io e Zoe, stavamo lì a guardarli ridendo. –Smettetela voi due!- disse Zoe, dando uno scappellotto a Zayn.
-Amore è lui che mi stuzzicaaa.- borbotto il ragazzo, voltandosi verso di lei, con un viso da cucciolo abbandonato che faceva sempre intenerire mia sorella, che non resisteva a non dargli un bacio. –Puàh!- disse Louis scuotendo la testa. –Perché, tu non li dai i baci?- disse mia sorella voltandosi verso di lui. Io rabbrividii quasi.
Detestavo quando mia sorella toccava tasti dolenti, e in quel momento anche Louis si ritrovò quasi congelato da quella frase, benché entrambi sapessimo che mia sorella era all’oscuro di tutto. Poi mi ricordai che lei sapeva del primo bacio, dopo la litigata per il mio diario, e quasi la fulminai con lo sguardo, cercando di non farmi vedere da Zayn. Lui non sapeva, e non doveva saperlo.
-Mi sembra ovvio!- rispose poi Louis, dopo qualche secondo.
-Ma non li darei mai a uno brutto come Zayn.- disse rompendo quella breve tensione che si era creata, e in questi casi ringraziavo il suo essere spiritoso, e il fatto che se ne usciva sempre con qualche battuta nuova.
Zoe rise, stringendo forte a sé il suo ragazzo, come per proteggerlo.
-Mi tratta maaale!- sbottò Zayn nascondendosi nel collo di mia sorella, e indicando Louis, proprio come se fosse un bimbo. Io risi, guardando la scena. –Dai su, che siamo arrivati e dobbiamo scendere.- disse Zoe, stampandogli un bacio sulla fronte, appena la ruota panoramica si fermò, pronta a farci scendere.

-Tutti su Louis!- urlai, subito dopo che la campanella segnò l’inizio del nostro autoscontro. Eravamo tutti e quattro in macchinine diverse, e subito dopo Louis si ritrovò circondato da noi, che cercavamo di non farlo muovere. –Vaffanculo!- disse Louis ridendo, e provando a smuoversi dalla posizione in cui era ma senza successo. Poi vidi Zoe allontanarsi per venirmi incontro, e quasi sobbalzai. Feci una manovra, per andare verso di lei, inseguendola quasi per tutta la pista, per potarla colpire, ma senza successo. Furono cinque minuti di puro divertimento, mentre ci inseguivamo da una parte all’altra, di quella piccola piattaforma, urlandoci quasi contro mentre cercavamo di colpirci con il dorso delle nostre “macchine”. Io decisi che dovevo assolutamente buttarmi contro Louis, così, dopo aver inseguito per un po’ mia sorella, mi scaraventai verso di lui, che cercava di sfuggirmi, ma senza successo. Ad aiutarmi c’era Zayn, che tentava di non farlo muovere.
Quando però il nostro turno finì, un mugugno di mal contento si levò, e con i visi afflitti, dovemmo abbandonare le nostre piccole auto.
-Giuro che la prossima volta la pagherete cara.- disse Louis in tono minaccioso, ma fece soltanto ridere me e Zayn.
-Ragazzi sono le sette, già, dobbiamo tornare a casa.- disse Zoe, e ci guardammo tutti insieme, dirigendoci qualche minuto dopo verso la macchina. Avevamo passato un pomeriggio diverso dai soliti, e avevamo tutti dei visi contenti e felici.
-Ho voglia di pizza.- borbottai poi con un broncio.
-E se la ordinassimo? Magari Zayn potrebbe rimanere a casa da noi- propose Louis. –Sono d’accordo!- disse subito Zoe, che avrebbe fatto di tutto pur di passare ancora un po’ di tempo con Zayn.
Acconsentì anche lui, e subito partimmo spediti verso casa nostra.
-Ma papà?- chiesi io improvvisamente, senza aver pensato che a casa ci sarebbe stato anche lui. –Oh cazzo.- sbottò Zoe.
-Ok, forse è arrivato il momento.- dissi io a mia sorella guardandola con sconforto. Lei sospirò passandosi una mano tra i capelli. Una cosa che detestava era quando nostro padre conosceva i suoi fidanzati: cominciava ad assillarla. –Va bene, posso farcela.- disse passandosi una mano sul viso.
-Perché tanti problemi?- domandò Louis.
-Solo che mio padre comincerà ad tormentarmi, chiedendomi ogni istante di lui, ma soprattutto se abbiamo fatto.. beh sì. Secondo mio padre io sono ancora vergine.- scoppiò a ridere improvvisamente.
-Sicuro!- disse Zayn, facendo l’aria di uno che la sapeva lunga, e in effetti, lui ne sapeva parecchio su questa storia, e risero entrambi.
-Beh amore, non vorrei dirtelo, ma siamo arrivati.- disse Zayn posteggiando la macchina proprio di fronte casa nostra, e mia sorella fece un lungo sospiro, prima di scendere per raggiungere la porta di casa.
Suonò il campanello, quando tutti scendemmo dalla macchina, e ci parammo davanti la porta, in attesa che mio padre ci aprisse. Si presentò davanti a noi, guardandoci a uno a uno.
-Buona sera, siamo qui per un sequestro di persona.- dissi scherzosamente, entrando dentro casa seguita dagli altri tre. Quasi Zoe stava per andare dritto verso camera sua senza dire niente, ma poi ci ripensò. –Papà..- disse avvicinandosi a lui, e prendendo Zayn da un braccio. –Emh.. lui è il mio ragazzo.- disse facendo quasi una smorfia.
-Oh! Piacere di conoscerti, anche se ti ho visto qui già un po’ di volte, quando venivi qui per stare con Louis!- disse, stringendogli la mano, e Zayn si limitò a fare un sorriso.
-Ok, ora saliamo su, noi ci ordiniamo delle pizze!- dissi.
-Fate bene, noi stiamo andando a prendere un aperitivo con degli amici.- disse mio padre, e subito mi accorsi che stava già mettendo il giubbotto, e io scossi la testa, prima di salire le scale.
-Louis, ordina le pizze, dai!- dissi, prima che entrassimo tutti in camera di Zoe, che era molto più grande della mia.

La serata passò molto tranquillamente. Ci divertimmo, come sempre dopotutto, e il tutto si concluse con una battaglia di cuscini, nella quale stracciai Louis, mettendolo K.O. dopo pochi secondi.
Solo quando ero migliore di lui in qualcosa mi faceva simpatia, per il resto, c’erano nove probabilità su dieci, che avessi vinto quella battaglia solo perché trovavo piacere a spaccargli un cuscino in faccia.
Andammo tutti a dormire intorno alle due e mezza, e io non ero dell’umore giusto purtroppo, benché mi fossi divertita.
Mio padre ancora non tornava, e la cosa era alquanto fastidiosa.
Aveva sicuro trovato un’altra persona con cui passare la sua meravigliosa serata, ma ormai perché ci pensavo così tanto? Alla fine, era come se avessimo due vite separate.

Note dell'autrice: Niente di particolare da dire sinceramente! Gn, lascio a voi i commenti, come sempre, che siete le mie piccole giudici (: eee, insomma, come vedete c'è un secondo bacio tra i due. Ma a quanto pare ancora Arya non sembra assolutamente convinta D: a presto xx
 
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( ireheydu )
view post Posted on 23/8/2011, 13:09




aaaw, ecco il capitolo nuovo <3


Capitolo 9.



-Louis! Dove diamine hai messo il mio cellulare?- chiesi cercandolo per tutta la stanza. Nella scrivania, nel comodino, ovunque! Ma non c’era, eppure lo stava usando lui qualche minuto prima.
-Ce l’ho io, non scaldarti!- disse venendo verso la mia stanza, poggiandosi con una spalla allo stipite della porta. Quella mattina saremmo andati tutti al centro commerciale, o meglio, Zayn e Louis avrebbero accompagnato me e Zoe, perché come sempre, avevamo bisogno dei nostri soliti acquisti. Almeno questa volta avremmo avuto un consiglio esterno, anche se poco mi sarei fidata di un parere da parte di Louis, ma alla fine era come sempre un’occasione per poter stare insieme, e passare del tempo in giro.
Avrei fatto di tutto pur di non rimanere a casa sinceramente.
-Oh, meno male! Ma.. che stai facendo?- chiesi avvicinandomi a lui per guardare cosa stava combinando con il mio telefonino, e in realtà stava semplicemente navigando su internet. –Ma usa il tuo scemo!- dissi strappandoglielo di mano. –Ho finito il credito! E c’eri tu al computer!- sbraitò quando non si ritrovò più il cellulare tra le mani.
-Fatti tuoi.- gli feci la linguaccia, mettendo il cellulare in tasca.
-Vedi che sono tutti giù che aspettano te, come sempre.- apostrofò.
-Sono pronta io, eh.- dissi, avviandomi verso la porta principale della mia casa. –Buongiorno!- dissi salutando Zayn che stava vicino a mia sorella.
-Oggi andiamo a piedi.- annunciò Zoe.
-Tanto il centro commerciale sta qui vicino.- precisò Zayn.
Così tutti e quattro ci mettemmo in marcia verso il centro commerciale, cominciando a chiacchierare e scherzare su varie cose.
-Sinceramente mi chiedo perché ho accettato ad accompagnarvi.- disse Louis, sapendo che sicuramente io e Zoe ci saremmo fermate ad ogni singolo negozio, e avremmo provato qualsiasi cosa ci capitasse tra le mani.
-Puoi sempre tornare indietro!- dissi, proprio quando eravamo già arrivati lì, e lui si limitò a farmi una smorfia. Scossi la testa proprio mentre stavamo per entrare dentro l’enorme centro commerciale.
-Voglio comprare tutto.- disse Zoe, vedendo i milioni di negozi che le si erano presentati davanti, e quasi non le si illuminarono gli occhi.
Alcott fu il nostro primo obiettivo, e ci fiondammo lì dentro, cominciando a girare da i vari stand, mentre Zoe chiedeva consiglio a Zayn su qualche capo che le piaceva particolarmente.
Ci ritrovammo in pochi attimi, con milioni di vestiti da provare, e quasi mi sentii confusa, ma subito dopo, sia io che Zoe, eravamo nei camerini a provare ciò che avevamo scelto, mentre i ragazzi stavano fuori ad aspettare per darci dei consigli.
Il primo vestitino che indossai era nero, con una fascia intorno alla vita, e che andava allargandosi subito dopo, con un velo di pizzo sotto.
-Ok, sembro una balena.- dissi uscendo dal camerino, per guardarmi allo specchio, facendo avanti e indietro per vedere come mi stava.
Mi sentii un attimo fissata, e poi mi voltai per notare che sia Zayn che Louis mi stavano guardando. –Un parere sarebbe d’aiuto.- sbottai.
-Io non posso parlare, Zoe mi uccide!- disse Zayn alzando le mani in segno di colpevolezza. –Louis, sei la mia unica speranza.- dissi guardandolo. –Mh, ti sta bene.- ammise semplicemente.
-Ma mi sento una balena!- sbottai.
-Non lo sembri proprio.- disse Zoe, appena uscì dal camerino con un vestitino bianco a tubo, senza maniche, abbastanza semplice.
-Ti sta una meraviglia.- disse Zayn trasognante mentre la guardava con quel vestito. –Davvero?- chiese mia sorella guardandolo.
-Assolutamente.-
Come sempre Louis ebbe quasi un conato di vomito davanti le solite scene di Zayn e Zoe da perfetti innamorati, e questo provocò la mia risata, fino a quando non tornai a pensare al mio vestito. –Provo gli altri!- dissi rinchiudendomi di nuovo in camerino.
Non ricordo quanti vestiti, jeans, e magliette provai, ma sicuramente erano tante, fino a quando io e Zoe non sentimmo le lamentele dei due ragazzi che reclamavano cibo in quel momento, come se fossero due bambini. –Ma siamo solo nel primo negozio ancora!- disse Zoe, uscendo dal camerino, pronta a pagare ciò che aveva scelto di comprare, e io la seguii a ruota. –Almeno andiamo in altre due negozi, e poi nutriamo questi due bambini.- continuò, dando una piccola carezza a Zayn.
Uscimmo da lì più che soddisfatte, con le nostre buste in mano, più sorridenti che mai. –Dove andiamo?- chiesi.
-Mh, H&M?- propose Zoe, e io accettai senza troppi ripensamenti visto che adoravo quel negozio con tutta me stessa. Entrai, fiondandomi subito sugli accessori che adoravo particolarmente. Mi faceva impazzire quello stile molto “vintage” ma soprattutto adoravo le collane e tutti i vari accessori di questo tipo, per questo ne avrei comprati a miriadi.
Fortunatamente quel giorno i soldi non mi mancavano e potevo darmi alla pazza gioia, e questo mi rendeva energica e felice!
Eravamo tutti sparsi nei vari reparti, e adesso anche Louis e Zayn si erano soffermati a guardare delle felpe e delle magliette, che tanto adoravano. Riuscii a ritrovarmi in giro di pochi minuti con troppo cose in mano, come sempre d’altronde, e non sapevo mai quale prendere.
-Louis! Vieni qui!- dissi afferrandolo da un braccio. Almeno mi sarebbe servito a qualcosa in quel momento. Provai a una a una le varie collane, chiedendogli consiglio, e lui sembrava quasi collaborare, anche se con una faccia alquanto annoiata. –Dai, non far così!- dissi ridendo.
-Me ne pentirò a vita di esser venuto.- disse semplicemente allontanandosi di nuovo verso il reparto maschile che stava molto vicino a quello in cui mi trovavo io. Intanto osservavo Zayn e Zoe che stavamo guardando diversi capi, vicino a me.
-E se lo facessimo nel camerino?- sussurrò Zayn all’orecchio di mia sorella con un sorrisetto malizioso, e prima che Zoe potesse rispondere, mi intromisi io. –Vi ho sentito!- borbottai voltandomi verso di loro con una risata, e mi guardarono in modo negativo. –Non è colpa mia! E’ lui che parla ad alta voce!- dissi nascondendomi tra gli stand, altrimenti avrei ricevuto qualche pugno da mia sorella.
Come Louis, mi divertivo a stuzzicarli parecchio.
-Ragazzi, io ho finito, vado a pagare!- dissi dirigendomi verso la cassa e pagando ciò che avevo deciso di prendere. E poi, seguita da Louis, mi avvicinai verso l’uscita, in attesa di Zoe e Zayn che avrebbero perso qualche altro minuto.
-Spero solo che non si chiudano davvero in camerino a scopare.- disse Louis speranzoso, con un sospiro. –Altrimenti possiamo stare qui fino a domani mattina.- continuò, e io feci un sorriso, fino a quando i due fidanzati non apparvero davanti a noi, anch’essi con dei sacchetti in mano che avevano lo stampo del negozio.
-Ok, cambio di programma, sto morendo di fame, andiamo a mangiare.- disse Zoe, tenendo Zayn per mano. E così tutti e quattro ci dirigemmo verso uno dei mille fastfood che c’erano nel centro commerciale.

-Fammi assaggiare il tuo panino!- dissi allungando le mani verso l’enorme panino di Zoe. Eravamo lì seduti in un tavolo dopo almeno mezz’ora di fila, visto che il posto era pieno di gente. Diedi un morso al panino di mia sorella, che mi guardò torva.
-Dai su, non far così.- dissi con la bocca piena, senza riuscire a ridere. –Dove andiamo ora?- chiese Louis, che stava seduto proprio di fronte a me. –Non ne ho idea, penso che faremo un altro giro in qualche negozio di vestiti, e poi ci occupiamo del make up!- disse Zoe, bevendo un sorso della sua coca cola, mentre sentivo che giocava con le gambe di Zayn sotto il tavolo, ed entrambi si scambiavano frecciatine.
Sentii poi un calcio alla gamba da parte di Louis, che mi fece quasi gridare dal dolore. –Hey! Che cavolo hai in testa?!- dissi io furiosa.
-Scusami, volevo solo imitare Zayn e Zoe.- scoppiò a ridere e con lui pure gli altri due vicino a me, mentre io toccavo la mia gamba dolorante, ma immediatamente il mio piede scattò verso lo stinco di Louis, seguito da un sorrisetto malefico, quasi.
-Sarà meglio per te che la finisci, se non vuoi ritrovarti senza palle.- dissi semplicemente, ridendo, e tornando a mangiare.
-Oddio, e poi come scopo?- gridò allarmato.
Io scoppiai a ridere a crepapelle. –Ah perché, tu scopi?- chiesi.
-Ah ah ah, bella battuta, verginella.- disse cercando di provocarmi o comunque stuzzicarmi, e ci era riuscito perfettamente, ma evitai di lanciare il tavolo per rispetto del locale in cui ci trovavamo.
-Siamo in un luogo pubblico, non posso ucciderti.- dissi facendo spallucce. –Ma aspetta, che appena torniamo a casa ti distruggo!- continuai. Intanto Zayn e Zoe si stavano godendo la scena, come se fosse quasi la scena di un film, e accennavano ogni tanto qualche risata.
Dopo aver mangiato, ci alzammo tutti e quattro dal tavolo per poter continuare il nostro “giro turistico” dentro il centro commerciale.
Girammo all’incirca altri cinque o sei negozi, e perdemmo tempi incredibili dentro ognuno di essi, sempre per colpa mia o di Zoe, che avevamo le intenzioni di provare tutti i vestiti che erano presenti, fino a quando i ragazzi non reclamarono il bisogno di tornare a casa, e noi con loro, visto che comunque era davvero stancante tutto ciò.
Saremmo dovuti tornare a piedi, così ci incamminammo verso la strada di ritorno. Pensai che, subito dopo esser tornata a casa, avrei dovuto aggiornare il mio diario, era fin troppo tempo che non lo facevo, e aveva bisogno di sapere cosa era successo negli ultimi giorni, e poi avrei telefonato Thomas. A quanto avevo capito, qualche giorno dopo sarebbe dovuto partire, e andare in Francia con i suoi genitori, e la cosa mi rendeva abbastanza triste, visto che non era semplicissimo poterci sentire da una nazione all’altra.
Per quanto eravamo stanchi, quel tragitto parve non finire più, fino a quando non arrivammo fino a casa mia. –Ragazzi, io accompagno Zayn a casa.- disse Zoe, e feci caso al fatto che lui non aveva con sé la macchina. –Ok, stai attenta al ritorno.- le raccomandai, facendole l’occhiolino, prima di suonare al campanello per farmi aprire da mio padre. Dopo averlo salutato, corsi subito in camera mia, con le mie mille buste, che buttai sul letto senza troppo problemi. Notai che Louis aveva deciso di soffermarsi in salone con suo padre, così ne approfittai per barricarmi in camera mia, afferrando con un gesto veloce il mio diario.

Caro diario,
sono passati troppi giorni dall’ultima volta che ti ho scritto. A dire il vero sono stata troppo impegnata per poterlo fare, davvero, e mi dispiace parecchio. Sai, l’altro giorno è successo di nuovo, Louis.. mi ha baciata di nuovo. E’ stato qualcosa di.. strano. Sì, definiamolo così. Non riesco a capire se mi ha fatto schifo tutto ciò, oppure in un certo senso mi è piaciuto ed è stato gradevole sentire le sue labbra sulle mie. Mh, io personalmente conoscendo il rapporto che ho con lui, escluderei la seconda opzione. Pff, che assurdità. E nessuno dei due sa spiegare perché è successo ancora una volta. Sta di fatto che quel giorno poi siamo andati al luna park, e ci siamo divertiti un casino! E invece Thomas mi ha detto che partirà per un bel po’ di giorni, e andrà in Francia, sto già male al solo pensiero. Però oggi, con i ragazzi e Zoe, sono stata a fare shopping al centro commerciale! Ho svaligiato tutti i negozi ahah!
Ora dovrei telefonare Thomas, quindi mh.. prima che arriva Louis direi che tornerò presto a scrivere.
Tua Arya.


Misi nuovamente il diario nel cassetto, e scesi dal letto, cominciando a sistemare tutto ciò che avevo comprato, e mentre lo facevo, cominciai a comporre il numero di Thomas per poterlo chiamare. Squillò, fino a quando non rispose. –Pronto?- fece.
-Hey Tomi! Tutto bene?- chiesi mentre mettevo i vestiti nuovi nell’armadio, e le collane nei vari portagioie.
-Sì, tutto ok, sto preparando le valigie, fra tre giorni partiamo, mamma ha deciso tutto all’improvviso.- lo sentii sbuffare.
-Non voglio che tu parta.- dissi.
-Nemmeno io voglio andarmene, staremo lì per quasi due settimane!- borbottò quasi sconvolto.
-Ti connetterai con il cellulare a internet, no?- chiesi.
-Certo! Senza dubbio!-
-Meno male!-
-Ma.. tu hai pensato a quello che ti ho detto?- domandò, e io evidentemente ero certa di ciò di cui stesse parlando: qualche giorno prima quando gli raccontai dell’accaduto con Louis, lui stette lì a ripetermi che probabilmente erano i nostri istinti che lo volevano, e che evidentemente, se lo volevano, c’era una certa attrazione. Io come sempre diffidavo da quelle parole, benché fosse il mio migliore amico a dirle, ma era inutile che si inventavano certe storie.
-Sì, e continuo a dire che tu abbia torto.- risi.
-Vedremo!- disse semplicemente con una risatina.
Stemmo molte ore a parlare del più e del meno, fino a quando non entrò Louis in camera per dirmi qualcosa.
-Arya, dobbiamo apparecchiare.- disse, e subito guardai l’orologio, visto che non mi ero assolutamente accorta che ormai erano le sette e mezza passate, così salutai Thomas, per poi scendere in cucina e raggiungere gli altri. Zoe era arrivata da poco, e la salutai con la mano mentre stava parlando con papà.
Intanto io, aiutata da Louis, cominciai ad apparecchiare la tavola.
-Sei stata al telefono più di due ore.- disse Louis guardandomi.
-Lo so, avevo molto di cui parlare con Thomas!- ammisi.
-Il gay?- Alzai lo sguardo in modo minaccioso verso di lui, subito dopo quella sua domanda, e ringraziai il fatto che mio padre e suo padre erano lì presenti, altrimenti gli sarebbe finita molto male. Si limitò a ridere, e io continuai a fulminarlo con lo sguardo mentre sistemavo le posate nel tavolo. –Allora, che mangiamo?- domandò Zoe, sedendosi al suo posto, proprio alla mia sinistra.
-Bill ci ha preparato un meraviglioso pollo arrosto!- annunciò mio padre, quando tutti eravamo seduti a tavola, pronti a mangiare. In effetti eravamo tutti molto affamati in quel momento, per questo riuscimmo a finire un pollo intero, sazi e contenti alla fine di tutto.
-Ragazzi, fra circa una settimana o poco più, la camera di Louis dovrebbe essere pronta, salvo equivoci!- disse mio padre allegro.
-E conoscendo la mia fortuna, sicuramente gli equivoci ci saranno.- ammisi con una punta sia di ironia che di verità. Conoscendo mio padre, chissà quanto tempo sarebbe passato ancora, ma ormai mi ero rassegnata, ero abituata alla stressante voce di Louis nella mia stanza, e alla sua presenza. Louis ridacchiò guardandomi dopo la mia affermazione. –Sei sempre abbastanza negativa, eh Arya?- disse mio padre, con una punta di severità nella voce.
-Abbastanza!- sorrisi annuendo, e dopo aver bevuto un sorso d’acqua, mi alzai dal tavolo, rimanendo lì in cucina, ma spaparanzandomi sul divano lì vicino. –Hey, volevo mettermi io lì!- disse Louis.
-Mi dispiace, ci sono già io.- dissi occupando con le gambe tutto il sofà, rimanendo molto comoda, fino a quando non vidi Louis fiondarsi su di me per farmi alzare, ma io rimasi irremovibile, anche se comunque lui cercava di farmi il solletico come sempre, ma riuscii a frenarlo.
-Vai viiia!- urlai, cacciandolo da lì.
-Ragazzi smettetela, dai!- disse Bill mentre sparecchiava insieme a mio padre e a Zoe. –Bill, è tuo figlio che mi importuna!- ridacchiai.
-Louis, smettila di importunare Arya.- si corresse Bill.
Louis sbuffò, allontanandosi da me, e arrendendosi al cruda realtà. Dopo qualche minuto rimasi lì da sola con Zoe, che aveva aiutato mio padre e Bill a sparecchiare, me ognuno di loro si era allontanato nelle rispettive camere, o a guardare la televisione.
-Papà mi ha fatto un sacco di domande su Zayn.- disse facendo un sorriso sforzato, e mettendosi ai piedi del divano e guardandomi. –Lo sai com’è- dissi scuotendo la testa.
-Non resiste al fare milioni di domande.- si passò una mano sui capelli, e sembrava abbastanza nervosa, perché quel fatto le dava parecchio fastidio. –Tranquilla, sono solo i primi tempi, poi smette.- ammisi, ma non ero tanto sicura di quello che avevo detto.
-Bisogna solo mantenere la calma con lui.- Zoe sospirò alzandosi da lì, per raggiungere probabilmente camera sua, così di conseguenza mi alzai anche io, così mi sarei messa al computer.
Entrai in camera, e intanto c’era Louis che stava parlando al telefono, così cercai di fare massimo silenzio, perché la voglia di litigare quella sera era davvero poca, così mi limitai a sedermi davanti il mio computer, e lo accesi subito. Appena si caricò, cominciai a navigare un po’ su internet, e a parlare in chat con Thomas, insomma le solite cose che facevo, niente di più.
-Che fai?- domandò Louis, subito dopo aver chiuso al telefono.
-Niente, il solito.- dissi poggiando il viso sulla mano, in modo annoiato e scomposto. Ero parecchio stanca ma non volevo andare a dormire.
-Domani cosa facciamo?- chiese.
-Non ne ho idea sinceramente.- mi voltai verso di lui sbuffando.
-Mi sembra di aver capito che forse non ci sta nessuno a casa.- disse lui dondolando i piedi mentre stava seduto nel letto.
-Davvero?-
-Sì, Zoe va da Zayn, e poi forse i nostri padri vanno a comprare delle cose.- disse poi facendo spallucce.
-Mh, almeno non sentirò la voce di mio padre.- risi.
-Credi che aggiusteranno la mia camera?- chiese.
-Ne dubito fortemente, mio padre parla, ma non fa mai nulla in realtà.- spensi il computer e andai verso il mio letto, distendendomi, mentre continuavo a parlare con Louis.
-Sai già quando tornerete a Doncaster?- chiesi.
-No, e la cosa non può far altro che rendermi triste, mi mancano i miei amici.- ammise con voce triste e desolata.
Io sospirai, e per un momento pensai alla mia vita senza Londra, senza Thomas, senza niente di tutto ciò, penso che molto probabilmente sarebbe stato tutto diverso, decisamente. Alzai subito dopo lo sguardo, soffermandomi a guardare Louis, che stava ancora lì seduto sul letto, che fissava il pavimento con insistenza, come se il suo sguardo fosse perso nel vuoto. –Che succede?- domandai.
-No, niente, pensieri vari!- disse lui poi, scuotendo la testa.
Io annuii, non avevo voglia di farmi i fatti suoi in quel momento, eppure rimasi ancora lì a guardarlo, e mi accorsi nuovamente dei suoi occhi azzurri, che in quel momento vagavano in giro per la mia stanza. Poi osservai il pavimento di camera mia, pieno dei suoi vestiti, e smisi subito di pensare a quel celeste davvero bellissimo, proprio appena notai la presenza dei suoi abiti anche fino al mio letto.
-Domani non pensi sarebbe figo sistemare la stanza?- dissi, mettendomi a pancia in giù e allungando una mano per poter prendere una maglietta di Louis che si trovava lì. Aveva il simbolo di superman, ed era blu.
-E tu saresti superman?- risi.
-Certo, cosa credi? Sono il bellissimo superman!- si vantò, strappandomi dalle mani la maglietta subito dopo essersi alzato. Risi ancora, afferrando uno dei miei libri, e mettendomi pronta per leggere, fino a quando non arrivò Louis nel mio letto, quasi tuffandosi.
-Oddio! Che vuoi?!- dissi sbraitando e cercando di toglierlo a gomitate, ma sembrava irremovibile. –Volevo solo torturarti, e sapere cosa stai leggendo.- disse ridendo e mettendosi al mio fianco, e io non avevo altra scelta, così gli feci un po’ di spazio vicino a me, mentre cercavo di leggere.
-Una storia di due innamorati, che passano la loro vita ad amarsi segretamente, e poi solo quando si scopre che lui ha un tumore, coniano il loro amore.. ma lui presto morirà.- cominciai a raccontare la storia, e vidi Louis che mimava dei finti conati di vomito, e mi veniva da ridere. –Che libri squallidi.- disse scuotendo la testa.
-Tu manco li leggi, quindi, è inutile che parli.- risi.
-Chi te l’ha detto?-
-Si vede, non ti ho mai visto con un libro dopo più di un mese.- dissi. Lui annuì, e fu costretto ad ammettere la verità, riguardo al fatto che odiasse i libri. Non riuscii a continuare la mia lettura, ma rimasi lì per un bel po’ di ore a parlare con Louis, a ridere, a scherzare, e anche a prenderci in giro come sempre, ma faceva parte della nostra routine ormai, e quella sera quasi mi parve di andare d’accordo con Louis. Magari davvero forse un flusso positivo si stava lanciando verso di noi, oppure erano solo momenti in cui nessuno dei due aveva voglia di litigare e creare disordini. Non so come accadde, ma entrambi ci addormentammo all’improvviso, lì nel mio letto, ed era una sensazione strana, non mi era mai capitato niente di simile, specialmente con lui.
Odiavo dire che le persone avevano ragione, decisamente, e non avrei dato ragione a Zoe e Thomas sul discorso riguardo Louis, non mi interessava assolutamente, così dormii senza troppi problemi.

Note dell'autrice: gnaaam, ma che succede? si sono addormentati insieme? ebbene ssssì! AHAHAHA so che sicuramente uscirete fuori di testa dopo questa parte, e devo dire che ne andrò parecchio fiera quando vi vedrò tutte sclerare, uù e niente, sempre grazie per la pazienza di aspettare i capitoli, ma soprattutto GRAZIE. Mi scrivete su twitter, facebook, forum, ovunque, e sono così felice di vedere che siete tantissime a leggere la mia FF, mi rendete davvero contenta :') GRAZIE BIMBE MIE. Al prossimo capitolo xx
 
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( ireheydu )
view post Posted on 26/8/2011, 12:53




Capitolo 10.



Mi svegliai quasi di scatto, in seguito ad un brutto sogno, che riuscii fortunatamente a rimuovere subito dalla mia mente, benché mi avesse fatto svegliare in modo negativo. Come sempre, Louis era già sveglio, infatti non c’era più nel letto con me, ma io decisi di poltrire ancora un po’ prima di scendere a fare colazione. In casa si sentiva parecchio silenzio, quindi intuii che eravamo soli, come previsto da Louis.
Non rimasi poi così tanto lì distesa, così mi alzai, dirigendomi verso la cucina, mentre mi stropicciavo gli occhi ancora impastati di sonno, proprio come la mia voce.
-‘Giorno.- dissi arrivando in cucina, e notando Louis che sorseggiava una tazza di latte caldo, seduto sul ripiano della cucina. –Buongiorno, Vento!- rispose, quasi gridando, e questo mi fece capire che era assolutamente di buon umore. Mi sedetti su uno degli sgabelli, poggiando la testa sul tavolo, come se fosse un letto. –Sonno.- dissi semplicemente, mentre continuavo a stropicciarmi gli occhi.
-Ieri sera ci siamo addormentati nello stesso letto.- notò Louis, con una risatina, mentre mi porgeva una tazza di caffè. –Me ne sono accorta.-
Lo guardai per un istante, e adesso non capivo che mi stava succedendo in quel momento. Louis mi sembrava davvero.. carino. No, avevo sicuramente preso una botta in testa, oppure quel sogno mi aveva fatta stonare. Ma guardandolo bene, indossava degli occhiali da vista che raramente metteva, e aveva i capelli un po’ scombinati, come se si fosse alzato dal letto da pochissimi minuti. Deglutii, cercando di concentrarmi sul mio caffè, ma senza risultati, il mio sguardo in automatico si spostava verso di lui. –Che c’è?- domandò, e io scossi la testa, facendo finta di niente. Ok, dovevo seriamente capire cosa mi stava succedendo.
-Vado.. a lavarmi il viso per svegliarmi.- dissi dopo aver bevuto il caffè, e mi allontanai verso il bagno, chiudendo la porta alle mie spalle, e facendo un lungo sospiro. Mi guardai allo specchio, facendo in modo poi che il mio ciuffo non cadesse sui miei occhi, così inforcai una molletta tra i capelli, cominciando a sciacquarmi il viso con l’acqua ghiacciata, che sicuramente avrebbe fatto effetto, e poi di nuovo tornai ad osservare la mia figura davanti lo specchio.
Davvero avevo pensato quella cosa di Louis? davvero credevo che fosse carino quella mattina? Mai avevo avuto pensieri positivi su Louis da quando era arrivato in quella casa, eppure adesso stava succedendo, l’impossibile era appena accaduto, e io mi rifiutavo assolutamente di crederci. Sentii la porta bussare, e quasi sobbalzai.
-Arya, mi serve il bagno.- disse Louis dall’altro lato, e io mi asciugai velocemente il viso, uscendo e ritrovandomi Louis a pochissimi centimetri da me. –Vai.- dissi facendolo entrare e scansandomi, e dirigendomi subito dopo verso la cucina, per continuare la mia colazione, così accesi il televisore, per guardare qualche programma musicale, mentre bevevo una tazza di latte, e mangiavo dei biscotti.
La mia mente era ancora da tutt’altra parte, e improvvisamente quel sogno cominciò a vagare tra i miei pensieri in maniera scomposta, e tutto ciò mi faceva innervosire. Ricordai però una cosa bella. Alla fine di questo sogno c’era mia madre, e mi diceva qualcosa, ma in quel momento mi sfuggii completamente, ma non stetti molto a pensarci, volevo scacciare quei pensieri immediatamente.
-Va tutto bene?- chiese Louis ritornando in cucina. Mi voltai di scatto per guardarlo. –Cosa? Emh, sì, tutto ok.- mentii annuendo.
-Sai, ti vedevo strana, sarà un’impressione mia.- fece spallucce, sedendosi in una sedia, e cominciando ad armeggiare con il suo cellulare come era solito fare anche di prima mattina.
-Non vivi senza quel telefonino, eh?- dissi guardandolo, con una risatina.
-Lo uso solo per parlare con Zayn e stare su twitter!- ammise.
-A proposito, Zoe è da lui?- domandai.
-Sì, stanno facendo una passeggiata da teneri piccioncini quali sono.- entrambi ridemmo, e poi tornai a concentrarmi su uno dei biscotti che avevo in mano.
-Hai intenzione di stare a casa tutto il giorno?- chiese.
-Decisamente, non ho voglia di muovermi.- dissi stiracchiandomi, e allungando la mano per poggiare a terra la tazza vuota, poiché non avevo abbastanza forze per alzarmi dal divano in quel momento.
-Io vorrei uscire, ma me ne starò a casa.- ammise.
-Solo perché non puoi stare lontano da me eh?- ironizzai, ammiccando.
Lui parve pensarci un po’ su, poi scoppio a ridere.
-Non dire sciocchezze.- così dicendo continuò a ridere, cominciandosi a muovere in giro per la cucina, mentre io continuavo a fissare il televisore con insistenza, quando improvvisamente il mio sguardo non si spostò completamente verso Louis, che stava poggiato contro il ripiano della cucina, con il suo telefonino in mano.
-Dovrei andarmi a fare una doccia.- sbuffai, passandomi una mano sul viso. –E vai!- disse semplicemente Louis. Così decisi di alzarmi dal divano, e preoccupandomi prima di tutto di sistemare la cucina, che già era in disordine.
Subito dopo andai verso il bagno, prendendo prima dalla mia stanza tutto ciò che mi sarebbe servito dopo esser uscita dalla doccia, e così, tolsi il pigiama, lasciandomi correre le goccioline d’acqua su tutto il corpo.
Pensieri e pensieri che navigavano per la testa, solo stupidi pensieri confusi, affannati, e dispersi nella mia mente. Quando facevo la doccia, era un momento per ripensare a tante cose, probabilmente perché mi sentivo in pace con me stessa.
Lasciai scorrere ancora per un bel po’ il getto d’acqua, cercando di non far bagnare i capelli, che non avevo bisogno di lavare in quel momento.
Chiusi il rubinetto dopo almeno una buona mezz’ora che stavo lì a bagnare il mio corpo, e a sentire i miei pensieri che si rimuginavano nella mia testa. Uscii dalla doccia, guardandomi allo specchio, dopo essermi avvolta un asciugamano attorno al corpo. Feci un sospiro, uscendo dal bagno, e chiusi la porta alle mie spalle, alzando subito dopo lo sguardo, e ritrovandomi Louis davanti, e sobbalzai improvvisamente.
-Oddio, mi hai fatto prendere un colpo.- dissi, senza accorgermi che avevo le mani poggiate sul suo petto, dopo il nostro scontro.
Mi ritrovai a guardare di nuovo quegli occhi azzurri, questa volta molto più da vicino, e quello mi sembrò un tremendo dejavù. Le sue labbra erano maledettamente vicine al mio viso, ancora una volta, ma adesso, sentivo le mie mani tremare, e i brividi in tutta la schiena. Non era come la prima volta dopo quella maledetta litigata. Non era come quando avevamo appena finito di farci il solletico nel mio letto.
Una mano di Louis si poggiò sul mio collo, avvicinando il mio capo verso il suo viso, e le nostre labbra si incontrarono, in un dolce bacio, timido e indifeso, che quella volta mi stava mandando in tilt completamente. Era incredibile, il giorno prima mi ritrovavo ad insultarlo, e adesso ero lì con le labbra incollate alle sue, con una voglia incredibile di rimanerci per sempre.
Rimanemmo così per una manciata di minuti, fino a quando non sentii la sua lingua premere contro le mie labbra, e senza troppi riguardi, dischiusi la bocca. La mia schiena poggiò improvvisamente contro la porta che stava dietro di me, e le mani di Louis premevano contro il mio collo, e si attorcigliavano tra i miei capelli, proprio come le nostre lingue che avevano cominciato a giocare tra di loro. Giocavano, si intrecciavano, e nient’altro sentivo se non l’umido delle sue labbra carnose contro le mie. Mi accorsi che io ero lì impalata in quel momento, così decisi di allungare le mani verso il suo viso, carezzando dolcemente le sue guance, e tenendolo stretto, in modo che non potesse staccarsi dalle mie labbra. Toccai i suoi capelli, e sentii che erano liscissimi come la seta, ed era un contatto bellissimo, mi piaceva.
Non so quanto tempo durò quel bacio meraviglioso, so solo che era una delle cose migliori che mi fosse mai capitata, e non credevo al fatto che fosse davvero capitato, e che io davvero stessi pensando a questo.
I nostri visi si staccarono appena, e i nostri respiri si scontrarono dolcemente, fino a quando non sentii Louis che sorrise a fior di labbra.
-Louis.- sussurrai, guardandolo dritto negli occhi.
-Arya.- disse lui in tutta risposta, passandomi una mano sul viso.
-Tu mi piaci.- mi precedette, e quelle sue parole quasi mi fecero tremare sotto il suo dolce tocco.
-..stranamente anche tu.- deglutii appena.
Mi fiondai di nuovo verso le sue labbra, come se ormai da quel momento non potessi più farne a meno, come se era l’unica cosa di cui avevo bisogno. Riuscii a dimenticare tutto in quel momento.
I litigi con lui.
Le sue battutine di cattivo gusto.
Ciò che mi aveva fatto in quelle settimane.
Il mio diario.
Tutto mi passò di mente, tutto era diventato superfluo davanti a quella situazione. Sembrava impossibile, ma era così, e adesso, benché mi dolesse, ero costretta a dire che mia sorella e il mio migliore amico, avevano fottutamente ragione. Eppure era successo tutto così all’improvviso, ma quella nottata passata a dormire con il suo fiato sul mio collo probabilmente cambiò qualcosa.
Mentre mi preoccupavo delle sue labbra, ricordai ciò che mi disse mia madre nel sogno della notte prima.

“C’è qualcosa in te che cambierà.”

Lei aveva sempre ragione, in qualsiasi momento, e ora ne aveva più che mai. Non riuscivo più a stare lontana dalle sue labbra, le volevo. Volevo sentire il suo sapore in quel momento.
-In realtà tu sei molto bella.- disse Louis, staccandosi nuovamente dalle mia labbra, e poggiando entrambe le mani sui miei fianchi. Probabilmente non lo sapeva, ma era una delle cose che più mi facevano impazzire. Sentii tutto un brivido percorrermi la schiena, fino ad ansimare quasi contro le sue labbra.
-In realtà.. non credo di odiarti così tanto.- ammisi ed entrambi ridacchiammo dolcemente a fior di labbra.
Un rumore però mi fece distrarre, e in automatico, mi fece allontanare da Louis, con un sospiro. Corsi verso camera mia, dopo aver sentito la voce di mio padre. Louis scese al piano di sotto, capendo tutto. Non volevo che mio padre sapesse nulla, se l’avesse saputo, sarebbero stati guai, senza dubbio. Mi chiusi in camera, sedendomi sul letto, e passandomi una mano tra i capelli, e facendo un sorriso. Era il caso di scrivere nel mio diario, benché ancora fossi con l’asciugamano intorno al corpo, ma era troppo urgente.

Caro diario,
sono fottutamente cotta. All’improvviso? Sì, all’improvviso. La persona è Louis, cazzo sì. E’ come se avessi dimenticato tutto nell’arco di cinque minuti, o forse sono stati quindici minuti..? non lo so, sto impazzendo. Uscivo dal bagno per andare in camera, e ci siamo scontrati e.. mi ha baciata di nuovo. Un bacio intenso, bellissimo, da brividi.
Non riesco a capacitarmene.
Ieri era in un modo, ora è in un altro. Tutto grazie a mia madre. L’ho sognata sta notte, mentre mi diceva che qualcosa in me cambierà.
Era questo, sicuramente. La amo, la amo maledettamente.
Mi sento bene.
Tua Arya.


Mi lasciai andare nel letto, chiudendo gli occhi per un secondo.
Poteva qualcosa cambiare così all’improvviso? Troppe domande, poche risposte. Troppi perché, ma niente mi importava.


A pranzo sembravo completamente disconnessa dal mondo, e fissavo incessantemente il piatto, con sguardo trasognante, e Louis che stava alla mia sinistra se ne era accorto, e ogni tanto accennava qualche risatina. –Arya che succede? Sei strana.- disse mio padre, e dopo aver sentito che richiamava la mia attenzione, sobbalzai all’improvviso.
-Eh? Cosa? No no, è tutto ok papà, va tutto bene.- risposi sorridendo.
-Va bene, se lo dici tu.- fece spallucce, tornando a mangiare. Anche mia sorella mi guardava con sguardo interrogativo. Ancora non sapeva nulla, ma con un cenno le feci capire che le avrei raccontato tutto subito dopo pranzo. Sentii poi il piede di Louis scontrarsi con il mio, e alzai lo sguardo per poterlo guardare, e ci sorridemmo, cercando di sfuggire alle occhiate dei nostri padri.
Volevo finire subito di mangiare, scappare in camera con Louis, e rimanere lì tutto il pomeriggio, davvero. Eppure quel pranzo parve durare un’eternità. –Ok ragazzi, ci pensate voi a sparecchiare?- tutti annuimmo, quando mio padre e Bill, si allontanarono per andare verso il salone. La partita di football sarebbe cominciata a breve. Io, Zoe e Louis ci preoccupammo di togliere tutti i piatti sporchi, e di sistemare la tavola, e dopo circa cinque minuti, mi ritrovai chiusa in camera con Zoe che aveva intenzione di farmi il terzo grado.
-Allora? Che è successo? Lo conosco quello sguardo, lo conosco benissimo! Chi è? chi è?- io scoppiai a ridere prima di sedermi nel suo letto.
-Louis.- dissi semplicemente con un sorriso.
-Oddio sono troppo feli.. Cosa?!- risi di nuovo. –Scherzi?- chiese guardandomi quasi sconvolta, e io feci di no con il capo, e quasi le si illuminarono gli occhi in quel momento.
-Avevo ragione io, cazzo!- urlò.
-Shh, abbassa la voce! Papà non deve sapere nulla, e poi non stiamo ancora insieme.- le presi la mano, facendola sedere vicino a me, in modo che potesse parlare più a bassa voce possibile.
-Ma secondo me hai bevuto.- disse lei ridendo, e risi anche io ancora.
-No è che.. insomma, ieri sera ci siamo messi a scherzare, e ci siamo addormentati nello stesso letto senza volerlo. Questa mattina, appena ho finito di fare la doccia, faccio per uscire dal bagno e mi si presenta davanti.. lo guardo per un momento negli occhi, e poi ci baciamo.- dissi, raccontandole la vicenda, e lei non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un piccolo gridolino, ma le tappai subito la bocca.
-Ricorda, papà non deve sapere niente.- lei annuii, dimostrando che aveva capito. –Mi ucciderebbe molto probabilmente.- ammisi malinconica.
-Beh, che ci fai ancora qui?- la guardai alzando un sopracciglio, perché probabilmente non avevo capito che cosa intendesse. –Insomma, vai da lui! Sarà sicuro in camera, approfittane ora che papà e Bill sono davanti il televisore, e ci rimarranno per le prossime due ore.- disse.
-Ma se magari è stato tutto uno sbaglio?- come al solito la mia testa pensava solo a farsi tante, forse troppe paranoie, ma non potevo farne a meno. Notai che Zoe mi stava guardando torva, così uscii dalla sua stanza con una risatina, pronta ad andare in camera mia. Aprii la porta, e come speravo lui era lì dentro, disteso nel letto.
-Hey.- dissi semplicemente, chiudendo la porta alle mie spalle. Lui mi salutò con un sorriso, e poi mi sedetti ai suoi piedi, poiché stava disteso nel letto. Alzò il busto, e mi ritrovai nuovamente con il suo viso a pochi centimetri del mio.
-Per poco a tavola mio padre non capiva qualcosa.- dissi con una risata.
-E’ vero, avevi uno sguardo assolutamente perso nel vuoto.- precisò, e io improvvisamente diventai rossa, e cercai di nascondere il mio viso tra i capelli castani che ricadevano sulle mie spalle.
-Sei carina quando diventi rossa.- ammise, spostandomi i capelli dal viso, e mettendomeli dietro un orecchio. Io scossi la testa, come se non fossi d’accordo con la sua affermazione.
Lui sorrise, prima di farmi sentire nuovamente le sue labbra contro le mie, e quasi rabbrividii di nuovo, appena sentii nuovamente quel contatto meraviglioso. Mi strinsi maggiormente a lui, chiedendo accesso alla sua bocca, e sentendo la sua lingua premere dolcemente contro la mia. Si staccò da me.
-Io.. non me lo sarei mai aspettato.- ammise.
-Nemmeno io, Louis.- sussurrai.
-Tu non mi piacevi, non eri il mio tipo, e ora.. non vorrei più smettere di baciarti.- mi strinse a sé, come per cullarmi quasi tra le sue braccia. –Io ti odiavo.- risi.
-Ora non mi odi più?- chiese guardandomi negli occhi.
-Non posso, non voglio.- ammisi lasciandogli un piccolo bacio a stampo.
-Mia sorella e Thomas dicevano che sarebbe successo qualcosa tra di noi, ma rimanevo impassibile, ma soprattutto non gli davo ragione.- dissi.
-Stessa cosa, Zayn me lo ripeteva sempre.- rise anche lui, cominciando a passarmi una mano tra i capelli, e improvvisamente mi sentii quasi in paradiso. –Quando.. hai cominciato a sentire qualcosa per me?- chiesi.
-Probabilmente la sera della festa, quando poi ho mandato via quell’Alex.- disse con una smorfia di disprezzo per aver nominato quell’individuo. –Mi sono ingelosito un po’, ma quasi senza volerlo.- ammise.
-Il Louis che conoscevo i primi giorni, non avrebbe mai fatto niente di simile per me.- sorrisi dolcemente, e lo fece anche lui.
-Allora è vero che dall’odio nasce l’amore!- disse con un tono di felicità. –Zayn.. lo sa?- domandai, e lui annuì.
-Anche Zoe.-
Rimasi lì tra le sue braccia ancora per molto, con la sua mano che massaggiava dolcemente i miei capelli. Mi venne quasi spontaneo socchiudere gli occhi sotto il suo dolce tocco, e infine stemmo lì molto tempo, a scambiarci dolci baci e carezze.

Non ricordo come trascorse il resto del pomeriggio, ricordo solo che dopo cena, mi ritrovai in giardino con Louis, alle undici di sera, quando tutti erano andati a dormire, e l’unica luce accesa era quella della stanza di mia sorella. Probabilmente lei era al telefono con Zayn, a scambiarsi dolci frasi d’amore. Io ero troppo occupata a dondolarmi nel dondolo con Louis, e a guardare la luna piena sopra le nostre teste.
-Rimarrei qui a vita.- sussurrò Louis, avvicinandosi al mio orecchio, e facendo per darmi un bacio sul collo. –Piccola..- disse dolcemente, e io mi voltai verso di lui, stampandogli un bacio sulle labbra.
-Mh, che facciamo qui alle undici di notte?- chiesi, cingendogli il collo con le braccia, e accorgendomi che ormai avevo le gambe totalmente sopra le sue. –Beh, potrei farti il solletico, come i vecchi tempi.- rise.
-Oh, già sono vecchi tempi? Eppure fino a ieri ci prendevamo per il culo!- dissi.
-Ciò non significa che adesso non posso chiamarti Vento.- ridacchiò di nuovo. –E ciò non significa che io non posso farti il solletico fino a farti sentire male.- dissi in tutta risposta, pizzicandogli il fianco, e lui sobbalzò in un modo quasi divertente, che mi fece ridere.
-Vuoi la guerra?!- chiese, e io annuii con sguardo di superiorità, fino a quando non mi ritrovai le sue mani sui miei fianchi, che cominciavano a solleticarmi, e io per sfuggirgli, scappai, correndo per tutto il giardino inseguita da lui.
-Non mi prendi!- dissi facendogli la linguaccia.
-Ah no?!- lo vidi scagliarsi contro di me, e mi afferrò da dietro, prendendomi per i fianchi, e avvicinandosi a me. –Dicevi?- io sbuffai, come se volessi arrendermi, ma qualche minuto dopo cercai di scappare ma non feci altro che cadere con Louis addosso a me. Scoppiammo a ridere entrambi, e ci guardammo fissi negli occhi.
-Arya, vuoi essere la mia ragazza?- smisi di ridere, e tornai seria, e rimasi attonita davanti quella domanda. Quasi non seppi che rispondere, anche se era scontato ciò che volevo dire.
Rabbrividii, e non sapevo se era per l’umidità che c’era spesso a quest’ora o per il contatto stretto con Louis mentre mi faceva quella domanda. –Io.. sì.- dissi dopo sorridendo.
Lui contraccambiò, sorridendo a trentadue denti.
-Ma devo chiederti un favore.- sussurrai mordendomi il labbro, e lui annuì. –Mio padre non deve venire a sapere nulla, okay? Promesso?- lui mi diede un bacio sulle labbra prima di fare un sorriso.
-Promesso.- ci fu un momento di silenzio, prima che Louis cominciò di nuovo a carezzarmi i capelli.
-Bene bellissima, ora che ne pensi di rialzarci e andare a dormire?- chiese prendendomi la mano, e aiutandomi ad alzarmi. Rientrammo dentro casa, e subito andammo verso camera mia, pronti per andare a dormire.
Chiusi la porta alle mie spalle, e mi buttai sul mio letto.
-Ho sonno.- borbottai stiracchiandomi, prima di voltarmi, per vedere Louis che si distendeva nel suo letto. –Tu non hai sonno?- chiesi.
-Un po’- rispose semplicemente, girandosi verso il mio letto per potermi sorridere. Decisi che alla fine non avevo poi così tanto sonno, e rimasi lì a fissare Louis, e lui fece lo stesso, fino a quando entrambi non cominciammo a ridacchiare.
-Io..non me ne capacito.- dissi semplicemente stropicciandomi gli occhi, come se credevo che tutto ciò che era accaduto, fosse stato solo un sogno, un sogno assurdo. –Di cosa?- domandò sorridendomi.
-Che.. insomma Louis, stiamo insieme!- mi fece segno di abbassare la voce, e subito mi tappai la bocca. Ora come ora, mio padre non avrebbe dovuto sapere nulla, per nessuna ragione al mondo.
-A volte.. sono cose che capitano così, all’improvviso senza che tu te ne accorga, a volta contro la tua volontà, ma sai che tu interiormente lo vuoi, ma non vuoi ammetterlo a te stesso.- sembrò quasi che mi stesse leggendo nella mente, perché in effetti, era proprio così la mia situazione.
Oh, ma al diavolo tutte quelle stupidaggini! Che mi importava adesso? Volevo quello, no? Ed ecco che il passato rimase solo un amaro ricordo, forse anche divertente, e stupido allo stesso tempo, ma probabilmente era arrivato il momento di pensare al presente senza indugiare verso il passato. –Vuoi dormire?- domandò poi.
Io annuii semplicemente, troppo stanca anche solo per pensare. Spense la luce, e mi mandò dal suo letto una dolce buona notte, e io gli feci un sorriso, voltandomi poi dall’altro lato del letto.
Non passarono molti minuti, che improvvisamente sentii come un vuoto.
Probabilmente mi mancava quel suo fiato sul collo, quel suo respiro dolce, il suo calore, così mi voltai di scatto.
-Louis.- sussurrai semplicemente, e lui sobbalzò.
-Vieni a dormire qui accanto a me?- chiesi, e lui non si fece ripetere quella domanda più di una volta, e subito corse verso il mio letto, mettendosi alla mia destra. Mi appoggiai alla sua spalla, mentre sentivo la sua mano che mi massaggiava la schiena dolcemente.
-Buona notte.- sussurrai alzando il capo per potergli stampare un bacio sulle labbra. –Buona notte Vento.- rise debolmente, prima che entrambi ci potessimo addormentare cullati tra le dolci braccia di Morfeo.

Note dell'autrice: Oddio, ci siamo arrivati. Ammetto di aver letto questa parte almeno cinque o sei volte da quando l'ho scritta perchè, come potete immaginare, è la mia preferita in tutta la fan fiction. Posso già immaginare le vostre reazioni, perchè so che aspettavate questo momento da tantissimo tempo :') ed io insieme a voi. Quando l'ho scritto tremavo dall'emozione, e già immaginavo le facce delle mie lattrici, e ora sono curiosa di sapere cosa ne pensate! Come sempre grazie per esser arrivate fin qui, per averla letta, eee insomma, spero siate ancora vive <3
al prossimo capitolo xx <3
 
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( ireheydu )
view post Posted on 30/8/2011, 12:23




ahah sono qui! u_u


Capitolo 11.



Quella mattina la voglia di alzarmi dal letto era davvero molto molto poca. I miei occhi non riuscivano nemmeno ad aprirsi, benché fossi cosciente e in parte sveglia. Presi tutto il cuscino tenendolo stretto a me, e abbracciandomelo, fino a quando non sentii una voce che mi fece sobbalzare. –Ahia!- la persona che parlava non era assolutamente nessuno di nuovo, infatti lo riconobbi subito. Aprii gli occhi di scatto, dopo che mi accorsi che gli avevo praticamente tolto con non curanza il cuscino da sotto la testa mentre dormiva ancora.
-Oddio.. perdonami.- dissi con la voce impastata dal sonno. Lui si toccava il capo, mentre provava ad aprire gli occhi. –T..tranquilla.- mugugnò. Gli porsi il cuscino, e tornammo a dividerlo come evidentemente avevamo fatto per tutta la notte. Chi per un motivo, chi per un altro, ormai eravamo entrambi svegli ed era inutile negarlo. Mi misi a pancia in giù, voltandomi verso Louis che si stava preoccupando di stropicciarsi gli occhi. –Buongiorno.- gli dissi poi con un sorriso.
-Buongiorno a te, anche se mi hai distrutto la testa.- rise appena, dandomi poi un bacio sulla fronte. –Hai russato tutta la notte!- ammise.
-Io non russo!- replicai spalancando gli occhi sconvolta.
-Ohh, invece sì.- ridacchiò. Scossi la testa sospirando e buttandomi su di lui, poggiando la testa sulla sua spalla per poter stare comoda e abbracciata a lui. –Vuoi andare a fare colazione?- domandò, mentre io avevo chiuso di nuovo gli occhi, però annuii debolmente, prima di sentire le sue mani che mi aiutavano ad alzarmi. Mi ritrovai già in piedi, un po’ anche contro la mia voglia, ma alla fine il sole che splendeva, mi dava una carica in più per potermi alzare dal letto.
Feci per andare verso la porta, fino a quando non sentii le mani di Louis prendermi per i fianchi, avvicinandomi a lui. Io risi, e poi voltai il viso per poterlo guardare, e mi ritrovai già di prima mattina le sue labbra sulle mie, ed era un contatto a dir poco meraviglioso.
-Ti conviene non avere questi atteggiamenti davanti a mio padre, altrimenti ti ritrovi a Doncaster in pochissimi minuti, e non specifico in che modo.- scoppiò a ridere e io insieme a lui, e prima di uscire dalla stanza, ci staccammo a malincuore l’uno dall’altra.
Strada facendo incontrai Zoe, che mi diede un bacio in guancia per augurarmi il buongiorno, e anche lei stava andando a fare colazione in quel momento. In cucina c’era mio padre che preparava del caffè, e Bill che leggeva il giornale del giorno.
-Buon giorno.- dissi io, sedendomi, prendendo una delle tazze che c’erano sul ripiano della cucina, in attesa che qualcuno prendesse il latte, visto che ero ancora troppo addormentata per muovermi mezzo metro più in là. Notai Louis che si toccava il capo con la mano, poiché evidentemente il modo in cui gli avevo tolto il cuscino non era stato per niente delicato, e mi scappò una risatina mentre mi lanciava occhiatacce.
-Volete latte?- domandò mio padre a tutti e tre, ed annuimmo insieme.
Ci porse la busta contenente il latte, e cominciammo a dividerlo nelle varie tazze, tutti e tre più assonnati che mai.
-Avete programmi per oggi?- chiese poi. Io mi voltai verso gli altri, per cercare una risposta da parte loro, ma in realtà loro due stavano facendo la stessa e identica cosa mia. –Emh..- intervenne Zoe che era sempre quella piena di idee. –Potremmo andare un po’ in giro, non saprei.- disse facendo spallucce, e sia io che Louis annuimmo alla sua proposta, perché avevamo bisogno di stare lontani da casa, ma soprattutto da mio padre per poterci scambiare anche solo un semplice bacio.
-Beh sì, è un’ottima idea!- dissi io, cominciando a consumare la mia colazione. –Chiamerò Zayn!- concluse poi Zoe, e il silenzio calò nella cucina. Sentii Louis sfiorarmi il piede con il suo sotto il tavolo, e io sobbalzai, quasi affogandomi con il mio biscotto, e lui scoppio a ridere.
-Tutto ok Arya?- chiese mio padre.
-Sì, sì, mi stavo solo affogando.- guardai torva Louis, che frenò le sue risate immediatamente. –Bene, vado a telefonare Zayn, vi faccio sapere che si fa.- Zoe si alzò dal tavolo, dirigendosi verso camera sua.
Finii la mia colazione, e decisi così di tornare in camera mia, e mi buttai di nuovo sul letto. Quella mattina era davvero difficile stare svegli. Qualcuno entrò in camera e capii subito che si trattava di Zoe.
-Buongiorno.- disse lei di nuovo sedendosi vicino a me nel letto.
-Novità?- chiese, e io mi voltai verso di lei, alzando il busto, e mettendomi seduta. –Beh..- sorrisi imbarazzata.
-Cosa?- domandò sconvolta, perché evidentemente non ce la faceva più a stare sulle spine. –Ieri sera mi ha chiesto di metterci insieme.- ammisi.
Come previsto mia sorella fece urlò, saltandomi addosso per abbracciarmi, e io la strinsi forte, incitandola poi a non urlare. –Quante volte devo dirtelo? Fai piano- risi. –E’ più forte di me, scusami, sono troppo contenta!- ammise battendo le mani velocemente.
-E quindi, ora stiamo insieme.- le tappai la bocca prima che potesse proferire parola o qualcos’altro, visto che sentivo mio padre che gironzolava per il piano.
-A maggior ragione oggi dobbiamo uscire tutti e quattro! Zayn viene fra circa un’ora, preparati! Vado a dirlo a Louis!- disse dandomi un buffetto sulla gamba prima di scattare fuori dalla stanza, e io risi. In queste situazioni mia sorella si gasava più di me, decisamente. Mi alzai dal letto per l’ultima volta, e aprii l’armadio per decidere cosa dovevo mettere. Mi accorsi che faceva caldo, quindi dei pantaloncini bianchi sarebbero stati perfetti, abbinati ad una maglietta dello stesso colore.
Presi i vestiti e mi diressi verso il bagno per potermi vestire, e strada facendo mi scontrai verso Louis.
-In bagno c’è tuo padre che si sta facendo la doccia!- disse.
-Oh, fanculo.- borbottai ritornando verso camera mia, e mi preoccupai di vestirmi, poi mi accorsi che c’era Louis in camera. –Emh..- lo guardai per un momento mordendomi il labbro inferiore.
-Oh, emh, scusa, esco subito.- disse avendo capito subito ciò che volevo dirgli. Mi vestii velocemente, guardandomi poi allo specchio e cercando un paio di scarpe da poter abbinare. –Louis! Puoi entrare, mi servi!- urlai con una risata. Entrò in camera chiudendo la porta alle sue spalle.
-Non so che scarpe mettere.- borbottai.
-Metti quelle solite bianche che usi spesso!- disse.
-Mh, quelle che presi da H&M due mesi fa?- domandai cercandole.
-Non so quando le hai prese, ma sì quelle.- rise sedendosi nel letto e guardandomi. –Tu non ti vesti?- chiesi.
-Volevo un tuo aiuto per decidere cosa mettere.-
-Beh, sono qui, dimmi tutto!- risi.
-Pensavo di mettere i pantaloncini che arrivano fino al ginocchio, ma poi non so che maglietta mettere.- disse aprendo una delle sue valigie che erano rimaste lì, e mai svuotate. –Hai una polo bianca? Sono così belle addosso ai ragazzi!- ammisi.
-Mh, sì dovrei averla!- cercò tra i suoi mille vestiti, e ne tirò fuori una mostrandomela e io con un cenno acconsentii. –E poi metterò le tom’s!- continuò. Indossava sempre quelle scarpe così buffe, che a me non piacevano assolutamente, ma addosso a lui sembravano davvero diverse.
-Sei l’unico al mondo che indossa queste scarpe.- risi, e lui lo fece insieme a me. –Lo so, ma sono una figata assurda!- le indossò, stirandosi la maglietta con le mani. Qualche minuto prima mi accorsi di quanto era bello senza maglietta, ma cercai di sorvolare, e mi preoccupai di mettere le mie scarpe.
-Sembriamo vestiti allo stesso modo.- risi, guardandomi ancora una volta allo specchio, e lui mi affiancò prendendomi per i fianchi e stampandomi un bacio sulla guancia. –Bene, ora vado a lavarmi i denti, a truccarmi e a sistemarmi i capelli.- dissi lasciandolo lì in camera e dirigendomi verso il bagno che finalmente era libero.
Dopo essermi lavata il viso e tutto il resto, misi una linea leggera di matita sulla palpebra, decorando il tutto con un po’ di mascara e del fard sulle guance che in estate davano un tocco in più, assolutamente. Sciolsi i capelli, lasciandoli così liberi dopo averli spazzolati. Mi accorsi che stavano diventando sempre più lunghi, all’incirca cinque centimetri prima del mio bacino. Quando ero piccola ero abituata a tenere i capelli corti, e averli così lunghi per me era diventato un favoloso traguardo. Uscii dal bagno dopo aver messo una punta di profumo.
Anche se stavamo semplicemente andando a fare una passeggiata, mi piaceva essere sempre sistemata e in ordine. –Ragazzi, io sono pronta!- urlai catturando l’attenzione di Louis e Zoe che uscirono dalle loro stanze.
-Zayn dice che sta arrivando!- disse Zoe, raggiungendomi e toccandomi i capelli, come era solita fare quando avevo appena finito di pettinarli, e a me non dispiaceva, era una cosa rilassante. –Andiamo giù in giardino!- dissi, mettendo il telefonino in tasca e scendemmo tutti e tre giù, e io come sempre mi sedetti nel mio amato dondolo, godendomi il sole di luglio. –Dove andiamo allora?- chiesi.
-In un bel parco, ho voglia di andarci.- disse Zoe, con il telefonino in mano. Guardai Louis in piedi, poggiato allo stipite della porta, che osservava la strada di fronte a sé. Speravo che Zayn arrivasse il prima possibile, non volevo stare più così lontana da Louis, mi angosciava.
Ancora mi stupivo di questo accaduto.
Due giorni fa lo odiavo ancora a morte, e adesso? Adesso sentivo che non riuscivo più a staccarmi da lui. Sapevo che a volte l’odio scaturiva amore, ma non pensavo così, all’improvviso, come se niente fosse. Se prima desideravo che Louis tornasse subito a Doncaster, ora l’avrei voluto lì per tutta la mia vita molto probabilmente.
-Ragazzi, sono qui!- disse Zayn attraverso il cancello, che era arrivato a piedi da casa sua. –Amore!- urlò Zoe, facendo per aprirgli, e saltandogli addosso con un sorriso. Erano così carini insieme. Io e Louis ci avvicinammo, e ci allontanammo finalmente da casa dopo aver salutato Zayn. –Quindi? Abbiamo una nuova coppia tra noi!- disse Zayn, voltandosi verso me e Louis. Diventai improvvisamente rossa, e nascosi il viso tra i miei lunghi capelli. Sentii poi che la mano mia e quella di Louis si scontrarono e ci voltammo automaticamente, guardandoci dritti negli occhi prima di prenderci per mano. Louis sorrise, guardando poi Zayn, e sospirò. –A quanto pare sì.- disse poi.
-Beh, quindi potrò prenderti in giro tutto il tempo ora, no?- disse Zayn, ridendo, e cingendo la spalla di Zoe, avvicinandola a sé. –Provaci e tu uccido.- replicò Louis. Ridemmo tutti insieme e io quasi volontariamente, mi strinsi a Louis, sentendo la sua mano attorno al mio fianco, e poggiai la testa sulla sua spalla. Il parco non distava molto da dove eravamo noi, e in pochissimo tempo ci saremmo ritrovati lì. Stare così stretta a Louis improvvisamente mi fece sentire bene. –Hey piccola.- sussurrò Louis prendendomi il mio viso dal mento avvicinandolo a suo, stampandomi un dolce bacio sulle labbra. –Prima mi chiamavi “Vento” e adesso sono.. piccola?- risi. –Riformulo la frase.. Hey Vento.- disse baciandomi di nuovo. –Ora mi sento meglio!- mi strinsi di nuovo a lui abbracciandolo.
Arrivammo lì dopo pochi minuti, ed eravamo davvero belli da vedere tutti e quattro. –Ho voglia di sedermi.- dissi, e trascinai con me Louis nella prima panchina che mi si presentò davanti.
-Voi fate i piccioncini, noi andiamo a farci una passeggiata!- disse Zoe allontanandosi con Zayn mano nella mano, sicuramente stavano andando ad appartarsi da qualche parte.
Una mano di Louis si poggiò sul mio fianco avvicinandomi a sé, e mi ritrovai con le labbra incollate alle sue, come se adesso era l’unica cosa di cui avevo bisogno, e probabilmente era davvero così. Ero stata fino a qualche minuto prima con la paura che mio padre potesse scoprire qualcosa, ed era impossibile rimanere a baciarci o abbracciarci per più di mezzo secondo. Le sue mani stavano poggiate sui suoi fianchi, e mi veniva sempre più spontaneo avvicinarmi a lui ogni secondo di più, ritrovandomi ormai a cavalcioni sulle sue gambe, mentre ci baciavamo con tutta la passione che avevamo in corpo. Mi staccai un attimo da lui.
-Mi spieghi che potere hai?- chiesi.
-In che senso?-
-Mi hai fatto perdere la testa in due giorni. Non puoi, è illegale.- risi e gli carezzai dolcemente i capelli con una mano. –Non me ne capacito.- sussurrai portando appena la testa indietro ridendo.
-Beh dovresti, è la realtà, sai?- sorrise.
-Si, ed è meravigliosamente bella.- ammisi, fiondandomi di nuovo sulle sue labbra. Sentii le sue mani poggiarsi sul mio fondoschiena e risi divertita a fior di labbra, prima di passargli una mano sul collo.
-Siete due pervertiti!- le voci di Zayn e Zoe in coro mi fecero distrarre in quel preciso momento, e alzai lo sguardo, vedendoli che erano pochi metri più in là che ci fissavano. Louis mi poggiò di nuovo nella panchina, prima di scattare in piedi, cominciando ad inseguire Zayn per tutto il parco. Io risi di gusto, guardandomi la scena insieme a Zoe che era rimasta lì ancora a fissarli, fino a quando Zayn la raggiunse mettendosi dietro di lei. –Amore aiutami, mi vuole uccidere.- disse spaventato, mentre Zoe lo teneva stretto tra le sue braccia, come se fosse un cucciolo indifeso. Mi alzai raggiungendoli ora che era arrivato anche Louis. –Me la paghi Malik.- disse Louis guardandolo torvo, mentre mi prendeva da un fianco.
-Ah sì? E come?- rise Zayn continuando a prenderlo in giro.
-Sembrate due bambini.- dissi scuotendo la testa, e prendendo Louis per mano, mentre cominciavamo a passeggiare tutti e quattro insieme in giro per il parco.
Vidi poi Zayn stampare un bacio a Zoe con tutta la passione che aveva in corpo, prendendole il viso con una mano. –Hey, non me la consumare!- dissi io guardandoli, ma poi vidi che Louis fece la stessa cosa con me.
-Dì al tuo ragazzo che me ne deve lasciare un po’ di te eh, sennò a chi le faccio io le coccole?- disse Zoe riferendosi a me.
-Puoi farle a me.- si intromise Zayn.
-Tu ne hai già abbastanza, anche mia sorella deve averne.- ammise Zoe, vedendo poi che il ragazzo di fronte a sé, aveva messo il suo solito broncio, al quale mia sorella non riusciva proprio a resistere. Diceva che se ne innamorava sempre di più quando faceva queste cose.
-Mh, ma mi coccolerai stasera, no?- sussurrò, avvicinandosi all’orecchio di Zoe, dopo aver ricevuto il suo solito bacio. Io e Louis intanto camminavamo mano nella mano, qualche metro più distante da quei due, e ogni tanto ci scambiavamo qualche tenero bacio.
-Stasera ti va di metterci di nuovo in giardino?- mi chiese.
-Certo, ne ho tanta voglia.- ammisi con un sorriso mettendomi un attimo sulle punte per poter raggiungere le sue labbra. In confronto a lui non ero molto bassa, ma era necessario alzarmi appena per poterlo baciare, ma la cosa era molto divertente. –Ar, secondo te come la prenderà papà quando saprà che stasera sono a dormire da Zayn?- chiese Zoe, e io mi voltai, per poterla guardare. –Non è necessario che tu glielo dica!- risposi io.
-Ma diciamo che se ne accorge se non mi vede spuntare a casa.- disse.
-Oh beh, ma puoi anche andare a dormire da Lara.- le feci l’occhiolino, e lei intuii qual era la mia idea, e annuì compiaciuta. –Ottima idea, ci crederà sicuro.- ridacchiò. –Voi che farete?- domandò Zayn.
-Niente di particolare, appena tutti staranno dormendo ci metteremo in giardino.- risposi, stringendo la mano di Louis, e carezzandogli dolcemente il dorso con il pollice prima di ritrovarmi a guardarlo negli occhi. Rimanemmo così per qualche minuto, come se non volessimo più staccare gli occhi l’uno dall’altro. –Me lo dai un bacio?- chiesi timidamente. –Te ne darei un’infinità.- sussurrò prima di fermarsi, e prendere il mio viso con entrambe le mani, e stampandomi un dolce bacio sulle labbra, fermandosi su di esse per un lungo periodo di tempo, fino a quando non mi staccai. –Facciamo delle foto?- chiesi io euforica.
La fotografia era una cosa che mi affascinava tantissimo. I ricordi racchiusi in una semplice immagine. Era qualcosa di magnifico.
-Oh, vengo sempre uno schifo!- borbottò Zayn.
-Non mi interessa, foto foto!- urlai tirando fuori dalla mia piccola tasca una macchina fotografica sottilissima. –Ne voglio una con Zoe, non ne facciamo da troppo tempo.- dissi io porgendo l’oggetto a Louis, e afferrando mia sorella da un braccio per poter fare la foto.
-Fa vedere!- dissi dopo aver visto il flash.
-Oddio, sono venuta bene!- si esaltò Zoe, stampandomi un bacio nella guancia senza motivo. –Lou, fanne una a me e a Zayn!- continuò poi, attaccandosi al suo ragazzo, e facendo una foto mentre gli dava un bacio in guancia. Continuammo così per una serie di minuti, e le foto che uscirono fuori furono davvero meravigliose, tra cui una mia e di Louis, dove io stavo a cavalcioni sulle sue spalle. Il mio sorriso in quella fotografia sembrava davvero favoloso, non lo vedevo così splendente da troppo tempo. Mentre scorrevo le foto, sentii Louis prendermi per i fianchi da dietro e poggiando il mento sulla mia spalla. –Sono davvero belle.- sussurrai facendogliene vedere un paio nostre. Lui sorrise, baciandomi la guancia, prima di prendere di sua spontanea volontà la macchina fotografica e mettendola in alto, per fare una foto in quel momento. –Ecco, ora siamo a posto.- rise.
-Ragazzi, vi va un gelato?- propose Zayn, e io e Louis annuimmo, seguendo la coppia davanti a noi mentre ci dirigevamo verso la gelateria lì vicino.

-Fammi assaggiare il tuo gelato.- dissi voltandomi verso il gustoso gelato di Louis, e mangiandone una piccola parte. –oddio, ma che gusto è?- dissi io facendo una strana faccia.
-Pistacchio!- rispose lui con tanta naturalezza, prima che io potessi fare una smorfia di disgusto. –Ci devo pensare più volte prima di assaggiare il tuo gelato.- ridemmo entrambi, e poi mi diede un bacio sulla guancia.
-Tra poco dovremmo tornare a casa, Zayn rimane a pranzo da noi.- disse Louis poi. –Oh, un bel pranzo con papà!- esultai voltandomi verso Zoe che già si sentiva male al solo pensiero, ma cercò di non pensarci.
-Dovrò inventare poi a papà che Zayn mi dovrà accompagnare da Lara, sennò il piano fallisce visto che dovremmo andare via insieme.- disse poi gustandosi il suo gelato, mentre teneva la testa poggiata alla spalla di Zayn. –Fortunatamente io e Louis non abbiamo questi problemi.- risi.
-E’ vero, fate schifo!- borbottò Zoe con un broncio.
-Beh, a questo punto vorrei che non aggiustassero più la camera degli ospiti.- disse Louis.
-Ma non possiamo dirlo a papà, lui non deve sapere nulla.- replicai.
-Se solo sapesse..- disse Zoe facendo un segno che indicava che mio padre mi avrebbe uccisa nel vero senso della parola se avesse saputo chi era il mio attuale fidanzato. Eppure tutto ciò era molto divertente.
Mi faceva pensare ad uno dei tanti libri che avevo letto, ed era un po’ anche come Romeo e Giulietta, costretti ad amarsi di nascosto alle loro famiglie. Una meravigliosa storia d’amore quella.
-Beh, non c’è pericolo che lo venga a sapere, staremo attenti.- ammisi.
Se mio padre avesse saputo tutto ciò, Louis sarebbe stato costretto a ritornare a Doncaster insieme a suo padre, e io non volevo che lui andasse via. Non in quel momento che mi stava rendendo.. felice.
Mentre ero assorta nei miei pensieri sentii la voce di Louis che mi distrasse. –Dai, andiamo verso casa piccola.- disse, e notai che ci stavamo alzando dal tavolino in cui ci trovavamo, e stavamo per prendere la strada di casa, tutti e quattro insieme.
Ci mettemmo giusto mezz’ora per arrivare lì, e mio padre ci accolse quasi con entusiasmo, specialmente vedendo Zayn, sembrava proprio che gli andasse parecchio a genio quel ragazzo.
-Ti fermi a pranzo Zayn?- gli domandò poi.
-Oh, sì sì! Ne avevo già parlato con Louis e Zoe!- rispose.
-Ah papà, emh.. stasera vado a dormire da Lara!- disse Zoe, voltandosi poi verso di me, come per cercare una punta di conforto. –Ti accompagno io?- domandò poi. –No no, ci pensa.. Zayn.- sorrise subito dopo sentendo la mano del ragazzo che sfiorava la sua mentre parlava con nostro padre.
-Perfetto, adesso andate che devo apparecchiare la tavola!- salimmo al piano di sopra, e io mi diressi in camera mia, seguita dagli altri tre.
Sentii improvvisamente il cellulare vibrare, e un numero strano mi comparve nello schermo.
-Pronto?- risposi.
-Bonjour signorina, sono il caro Thomas!- quella voce mi rese ancora più felice di quanto già lo ero. –Tomi!- urlai, allontanandomi per un momento dalla stanza. –Allora? Come vanno lì le cose?- chiesi.
-Benissimo! La Francia è favolosa, per adesso sono in un paesino vicino Parigi, si chiama Nancy, ed è davvero carino. Ti sto chiamando da una cabina telefonica!- ridacchio appena.
-Oh, io ho una grande notizia da darti.- dissi arricciandomi una ciocca di capelli attorno al dito. Feci in modo che non ci fosse mio padre in giro nel piano, e poi sussurrai –Mi sono fidanzata.- ammisi.
-Cosa? E con chi?- disse sconvolto.
-Louis.- dissi secca, ridacchiando poi appena, sentendo che il mio migliore amico improvvisamente sembrava che avesse perso la voce, sconvolto da quella notizia. –Ti prometto che appena torni, ti racconto tutto tutto!- dissi.
-Sono sconvolto.- io risi appena sentendo la sua voce attonita.
-Nessuno se lo aspettava, nemmeno io.- dissi poi.
-Beh, sono felice che però tu stia bene, ora devo andare, mio padre vuole che andiamo a vedere dei negozietti qui vicino, mi farò sentire, ciao piccola, ti voglio bene!-
-Anche io te ne voglio, divertiti!- chiusi la telefonata, ritornando in camera mia insieme ai ragazzi. –Chi era?- domandò Louis.
-Oh, era Thomas.- risposi, mettendomi seduta sulle sue gambe dopo aver chiuso la porta. –Non c’è bisogno che io sia geloso, vero?- chiese.
-Ovvio che no! Io e Thomas ci conosciamo da quando eravamo nella culla, non c’è niente di cui preoccuparsi!- dissi tranquillizzandolo e stampandogli un bacio sulle labbra, mentre c’erano Zayn e Zoe seduti sul mio letto. –E poi voglio solo te per ora.- sussurrai a fior di labbra.
Non riuscivo a crederci che stavo davvero dicendo una cosa del genere.
-Hey, quello è il letto in cui dormiamo io e Arya, non contaminatelo!- disse Louis, voltandosi poi verso l’altra coppia. I due si stavano scambiando teneri baci lì, seduti praticamente uno in braccio all’altra, un po’ come me e Louis.
-Dormite insieme?- chiese Zoe con gli occhi quasi che le brillavano sentendo quelle cose. Io e Louis annuimmo, e guardandoci poi negli occhi con un sorriso. –Siete bellissimi.- sussurrò poi sempre mia sorella.
-Ragazzi è pronto il pranzo!- quella voce mi fece sobbalzare improvvisamente, ed era mio padre che dal piano di sotto ci chiamava perché era arrivato il momento di mangiare. Tutti insieme, scendemmo di nuovo al piano di sotto per gustare il pranzo che mio padre aveva preparato.

Note dell'autrice: cavolo, è finalmente meraviglioso vederli insieme, no? ma intendo, vederli insieme come fidanzati :') probabilmente per voi è un sogno divenuto realtà tipo AHAHAHAH
Allora, volevo fare un ringraziamento.
Ultimamente sono TANTISSIME le persone che mi contattano su twitter dicendomi "ma sei te la scrittrice di I'll look after you?" oppure "anche io mi sono immersa nella lettura della fan fiction di @ireheydu" e ogni volta mi prende un colpo, perchè insomma, non mi sarei MAI aspettata che questa fan fiction facesse così tanto successo, quindi.. grazie. Grazie di cuore a voi che leggete sempre, siete fantastiche, e io vi amo TUTTE.
Grazie ancora, e al prossimo capitolo <3 x
 
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( ireheydu )
view post Posted on 2/9/2011, 14:13




Capitolo 12



Zoe entrò dentro casa di Zayn, seguita da lui che chiuse la porta alle sue spalle. –Amo il fatto che i miei partano sempre.- i suoi genitori spesso per lavoro dovevano assentarsi uno o due giorni, visto che dovevano allontanarsi da Londra e raggiungere qualche paesino vicino. Eppure erano molto ricchi, e di certo loro non avevano problemi economici. –Mh, lo adoro anche io.- disse Zoe sorridendo al ragazzo.
Zayn le prese la mano avvicinandola poi a sé, e facendole scontrare la schiena con la porta d’entrata. –Che progetti hai?- chiese lei maliziosa. –Sapessi.- sussurrò Zayn, prima di fiondarsi sulle sue labbra. Entrambi si lasciarono andare in un bacio pieno di passione e di amore, in cui le loro lingue cominciarono a giocare, scontrandosi tra di loro.
I loro corpi erano molto vicini, e le mani di Zayn si ritrovarono improvvisamente a dover stringere i fianchi di Zoe, avvicinandola maggiormente a sé. Insinuò la mano sotto la sua camicetta, carezzandole il seno attraverso il reggiseno.
-Non vuoi aspettare più tardi?- chiese Zoe.
-Non ti immagini nemmeno quanta voglia io abbia di te, Piccola.- sussurrò Zayn a fior di labbra, prima di baciarla di nuovo. La prese per mano, continuando a baciarla di tanto in tanto, e voltandosi solo per vedere se stava prendendo la strada giusta.
-Andiamo in camera dei miei.- disse sorridendo, e aprendo la camera enorme, che sicuramente dava un’aria invitante.
-Uhuh, complimenti.- disse Zoe entrando e osservando la stanza, prima di sedersi sul letto. –Vieni qui.- sussurrò facendo cenno a Zayn di avvicinarsi a lei. Non se lo fece ripetere più di una volta, e si fiondò nel letto con lei sedendosi proprio al suo fianco. Zoe si ritrovò pochi minuti dopo a cavalcioni sulle sua gambe, mentre stavano ancora lì seduti. Zayn aveva già cominciato a sbottonare la sua camicetta, baciandole il collo e il petto ogni qualvolta toglieva un bottone.
-Mi piace il tuo profumo.- disse poi lasciandole un piccolo e casto bacio sul collo. Lei lo spinse verso il letto, togliendogli la maglietta, lasciandolo così a torso nudo. I loro bacini si scontrarono quasi violentemente, ed entrambi ansimarono a fior di labbra sentendo quel contatto. Le loro labbra sembravano due calamite, era impossibile poterle staccare. Zayn si preoccupò poi di toglierle completamente la camicia, giocando con il gancio del reggiseno, e mostrando poi il seno, che sfiorò dolcemente con le labbra. Poggiò le mani sulla schiena di Zoe, carezzandogliela lentamente. A quel punto lei si preoccupò di sfilargli i jeans quasi in un sol colpo, e sentendo la sua intimità pressare contro i boxer neri. Si chinò appena verso di lui prendendo a baciargli il petto delicatamente, mentre sentiva le sue mani che giocavano con i bottoni dei suoi jeans. Entrambi erano vogliosi l’uno dell’altro in quel momento, e niente poteva frenarli più.
Appena sparirono anche i boxer di Zayn e gli slip di Zoe, si ritrovarono lì, dopo aver cambiato posizione. Zayn si fece spazio tra le gambe di Zoe, entrando dolcemente in lei, dopo aver messo le dovute precauzioni.
Lei gemette immediatamente, sentendo quel contatto così caldo ed eccitante. Si strinse a lui, aggrappandosi alla sua schiena.
I loro corpi andavano perfettamente allo stesso passo con i loro gemiti, e il rumore dei loro baci si poteva perfettamente sentire. I loro respiri si scontravano quasi violentemente tra di loro, in quel momento di pura lussuria. Zoe riuscì a percepire una delle mani di Zayn sul suo seno che si muoveva sinuosamente. –A..amore.. ti.. voglio.- sussurrò Zoe contro le sue labbra, e le spinte di Zayn si fecero sempre più forti, e ormai la stanza in cui si trovavano era circondata dai loro ansimi di piacere.
Passò molto tempo, forse troppo, ma la lussuria li aveva completamente portati via con sé, avvolgendoli in quel tunnel di passione, fino a quando Zayn, con una ulteriore spinta, venne dentro di lei, gemendo di piacere. Si accasciò sul suo corpo, facendo un lungo respiro.
-Amore.- sussurrò poi, voltandosi verso di lei.
-Hey..- si poteva perfettamente vedere che il petto di Zoe faceva sali e scendi, in un movimento sinuoso che concordava con i suoi respiri.
-Non ho mai provato niente di così.. bello.- ammise, carezzandole il viso, con la voce ancora un po’ affannata. –Nemmeno io.- sussurrò lei, avvicinandosi nuovamente alle sue labbra per poterlo baciare.

Mi bloccai di scatto. –Aspetta Louis, aspetta.- le mie mani erano attorno al suo collo, e stavo lì, poggiata con le spalle contro la porta e scambiarmi baci con Louis. –Che succede?- domandò.
-Per un momento credevo che ci fosse mio padre.- sussurrai.
-Tranquilla, non metterti ansia per queste cose.- mi carezzò il viso dolcemente, massaggiandomi i capelli, come piaceva tanto a me, e in quel momento qualsiasi preoccupazione andò via. Tutto sparì improvvisamente, l’unica cosa che riuscivo a percepire erano le sue dita tra i miei capelli, e le sue labbra sulle mie. –Non esiste niente di meglio.- sorrisi. –Vieni, mettiamoci un po’ nel letto.- dissi distendendomi a pancia in giù, e lui si stese proprio al mio fianco, e ritornai a baciargli ripetutamente le labbra con tanti piccoli baci a stampo.
-Sei bellissima quando fai così.- sussurrò.
-Non sono bellissima.- replicai, sentendo le guance che stavano quasi andando a fuoco dall’imbarazzo. Odiavo quando mi facevano i complimenti, diventavo sempre rossa, ed era una cosa davvero fastidiosa.
Mi scostò i capelli dal viso con una mano, mettendomeli dietro l’orecchio. –Parlami un po’ di te.- disse semplicemente. Mi voltai di scatto, alzando il sopracciglio. –Cosa?- domandai con una risatina.
-Beh, non credi di conoscerti ancora a fondo.- rispose.
-Non so che dire, ci sono tante cose da dire su di me, forse troppe.- cominciai a parlare nel mio solito modo logorroico. –Beh, sono logorroica, e si vede. Adoro la musica, i libri, e la fotografia, ma questo lo sai già. E.. aspetta.- mi fermai di botto. –E’ strano che tu mi chieda queste cose dopo aver letto il mio diario!- continuai.
-Sentirle raccontare da te è tutta un’altra cosa. Sarà un pretesto in più per poterti guardare.- sorrisi, diventando ancora una volta rossa, ma quasi senza accorgermene. –Come puoi vedere ogni volta che mi fanno dei complimenti divento rossa, perciò si può notare quanto io sia schifosamente timida.- lui ridacchiò, e poggiò la testa sulla mano per potersi mettere comodo, e io continuai a parlare, mentre giocavo con qualche ciocca dei suoi capelli. -Non ho mai avuto molti amici, l’unico per ora è Thomas, e nessun altro poi, troppe persone mi hanno delusa. Sei il mio secondo fidanzato.. ho sempre odiato le storie fisse ma.. forse sei un’eccezione tu, non so.- sorrisi.
-Poi beh.. non so che dire.- scoppiai a ridere, nascondendo di nuovo il viso tra i capelli con entrambe le mani, e anche Louis rise davanti a quella scena. –Dimmi tu qualcosa su di te.- proposi.
-Mh, allora.. Sono Louis ho 19 anni e sono nato a Doncaster, va bene così?- disse facendo un sorriso a trentadue denti. Io scossi la testa ridacchiando sotto i baffi. –Adoro cantare, e quando stavo a Doncaster spesso mi esibivo nei locali la sera e cose del genere. Nel gruppo dei miei amici sono sempre stato il più divertente, o almeno così dicevano, perché ho sempre il senso dell’umorismo e la battuta sempre pronta.- io annuii, perché conoscevo quel lato di lui. Il lato spiritoso, simpatico, che mi piaceva tantissimo.
-Poi?- chiesi interessata.
-Poi.. poi sono fidanzato da ieri con una ragazza davvero bella, si chiama Arya, non so se la conosci.- feci un sorriso, passando la mano sul suo viso dolcemente. Ritornai a concentrarmi di nuovo sulle sue labbra, sentendo di nuovo quel dolce contatto tra di noi.
-L’avrò sentita nominare.- ridacchiai.
-Tra poco dovremmo andare a mangiare.- disse poi guardando l’orologio che stava nel mio comodino. Ma io non avevo intenzione di rispondergli, anzi rimasi lì ancora un po’ a fissarlo negli occhi, come piaceva a me.
I suoi occhi erano azzurri, di un azzurro chiaro e intenso, che mi faceva perdere la testa. Ricordai perfettamente che il giorno prima furono proprio quegli occhi che mi attirarono, che mi fecero avvicinare a lui per poterlo baciare, furono proprio loro.
-Piccola..- sentii la sua voce, e mi distrassi dai mille pensieri che mi stavano percorrendo la mente. –Mi dai un bacio?- domandò.
Non ci pensai due volte, e mi avvicinai al suo viso, baciandogli dolcemente le labbra e sentendo la sue mani scorrere sulla mia schiena. Ci stendemmo meglio sul letto, e lui si voltò completamente verso di me, stringendo ancora di più il contatto tra di noi.
Uniti per come eravamo, lì, distesi sul letto, avrei potuto lasciarmi andare, ma mi frenai come sempre a quel bacio che tanto mi faceva stare bene.
-Ragazzi! A mangiare!- la voce di mio padre parve così vicina alla mia stanza, e quasi spontaneamente mi allontanai da Louis, facendolo praticamente cadere dal letto, e scoppiai a ridere rumorosamente.
-Oddio, scusami, scusami, scusami!- dissi scendendo dal letto, e aiutandolo a rialzarsi. –E’ okay, ma.. stai attenta.- rise afferrando la mia mano e facendosi aiutare da me per rimettersi in piedi.
-Va tutto bene?- chiesi prendendogli il viso con le mani.
-Sisi, tranquilla.- mi stampò un bacio sulle labbra prima che uscissimo, dalla porta, e io per un momento ritornai a ridere ricordando la scena di qualche minuto prima.
-Ti ho fatto cadere in una maniera favolosa!- risi ancora.

-Louis, pss.- sussurrai facendogli segno di venire dal piano di sopra, dopo che controllai se tutti erano veramente andati a dormire. Ci divertivamo a fare così, sembravamo in “mission impossible”. Scese le scale il più lentamente possibile, prima di raggiungermi, e cercando di fare più silenzio possibile riuscimmo a uscire in giardino. Mi buttai sull’erba fresca, distendendomi al chiaro di luna.
-Ma mettiti sul dondolo!- disse Louis ridendo.
-Nah, è più bello qui.- ridacchiai, tirandogli appena i pantaloni per dirgli di abbassarsi e mettersi proprio vicino a me. Lo vidi distendersi al mio fianco, con la schiena poggiata sull’erba del mio piccolo giardino. Mi voltai per guardarlo, come sempre, negli occhi.
-Perché hai paura che tuo padre sappia..?- chiese prendendomi la mano e stringendomela mentre eravamo lì distesi. Io feci un sospiro.
-Perché è sempre così, ogni volta mio padre diventa troppo geloso, e succedono fatti spiacevoli.. conoscendolo, se sapesse che il mio nuovo ragazzo è il figlio di un suo carissimo amico.. vi manderebbe via pur di non farci vedere più.- scossi la testa avvicinandomi di più a lui, e stringendolo, come se avessi paura che potesse scappare quasi, o meglio.. scapparmi di mano.
-Io non me ne vado.- disse, portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, e baciandomi dolcemente la fronte. –Davvero?- domandai.
-Ovvio, adesso.. non voglio andarmene.- ammise.
-E io non voglio che tu vada via.- abbassai appena lo sguardo. Era strano fare quelle predizioni, sapevamo entrambi che sarebbe passato molto tempo prima che lui sarebbe ritornato a Doncaster. Ma lui non doveva tornare lì.
-E’ buffo, fino all’altro ieri mi mandavi a fanculo in tutti i modi, e.. ora siamo qui, a stringerci la mano.- fece una risatina, prima di voltare la testa verso di me, e io feci lo stesso. –Beh, i giudizi cambiano.- ridacchiai. –E’ vero.- ammise.
-Questa volta però.. hanno avuto un cambiamento assolutamente radicale.- dissi, carezzandogli i capelli castani con una mano.
-Ricordo ancora quando sono venuto qui.- disse.
-Emh, sì, ti ho odiato dal primo momento in cui hai messo piede nella mia stanza.- scossi la testa passandomi una mano sul viso. Era proprio vero, i primi tempi non riuscivo nemmeno a sopportare il fatto che Louis respirasse, si muovesse, e vivesse in camera mia, era qualcosa di assolutamente fastidioso, eppure, era cambiato qualcosa. Erano cambiate molte moltissime cose dal giorno in cui lesse il mio diario.
Quello probabilmente fu il peggiore.
Il momento in cui pensai che la mia vita fosse davvero un inferno. Probabilmente ero certa che fosse stata mia madre e migliorare le cose, lo sapevo. Era sempre lei che poi mi faceva stare bene, e adesso era stato grazie a lei che io mi ritrovavo sotto le stelle a guardarmi fissa negli occhi con Louis. –A che pensi?- domandò vedendomi assolutamente sovrappensiero. –A mia mamma.- sorrisi appena.
-Oh.- disse semplicemente, come se si fosse ritrovato senza parole.
-Sai, penso che sia merito suo se è successo questo.- dissi.
-Questo, cosa?-
-Il fatto che stiamo insieme. Lei vuole sempre che la mia vita sia bella, perfetta probabilmente, e lei per farla diventare migliore, ha fatto accadere questo.- sorrisi guardandolo. -..e non potrei mai ringraziarla abbastanza.- ammisi.
Mi avvicinai a Louis, ritrovandomi di nuovo con le labbra incollate alle sue, mentre ci scambiavamo un bacio appassionato sotto la luce della luna, che illuminava i nostri corpi molto vicini l’uno con l’altro.
Sentii le sue mani poggiarsi sui miei fianchi, e in pochi secondi mi ritrovai quasi a cavalcioni su di lui, mentre continuavo a sentire la sua lingua muoversi sinuosamente con la mia. La sua mano si poggiò sul mio capo, mentre intrecciava le dita tra i capelli lunghi e scuri. Stringevo, intanto, l’altra sua mano, tenendola stretta alla mia, mentre con l’altra, gli carezzavo il viso dolcemente.
-Piccola, sei stupenda.- sussurrò staccandosi appena dalle mie labbra.
-Io? No, tu lo sei molto di più.- ammisi.
Quell’atmosfera notturna mi rilassava, specialmente se mi ritrovavo tra le braccia di Louis, e tutto poteva apparire quasi perfetto.

-Zayn, dai vieni qui.- disse Zoe con un sorrisino mentre si sedeva di nuovo sul letto in attesa che Zayn lo raggiungesse. Avevano finito di guardarsi un film da poco, e ora avevano deciso di ritornare a letto, probabilmente per scambiarsi qualche bacio, o.. chissà che altro.
-Arrivo arrivo!- disse il ragazzo entrando in boxer nella stanza dei suoi genitori, in cui avevano passato uno dei loro favolosi momenti qualche ora prima. Si buttò a capofitto sul letto, nascondendo la testa sotto il cuscino. –Non dirmi che hai già sonno! E’ solo mezzanotte!- protestò Zoe.
-Ma no, volevo solo nascondermi.- rise, ma subito dopo sentì la forte cuscinata che Zoe gli aveva appena dato. –Ahia!- borbottò.
-Mi andava di farlo.- rise lei.
-Oltre uccidermi, che ti va di fare?- chiese poi lui, mettendosi seduto.
-Non so.. riempirti di baci.- ridacchiò, fiondandosi su di lui, che prontamente riuscì ad accoglierla tra le sue braccia, stringendola forte e baciandole la tempia. –Che ne pensi di Arya e Louis?- chiese Zoe, stringendosi a lui. –Stanno bene insieme, io.. sapevo bene o male tutto.- ammise Zayn.
-Tutto cosa?- lei alzò il sopracciglio senza capire cosa intendesse.
-Beh, Louis ha una cotta per lei diciamo da quando è successo quel casino alla festa.- ammise giocherellando con una ciocca di capelli di mia sorella, girandola in un dito. –Davvero? Non me ne hai mai parlato.- disse, stringendosi maggiormente a lui, e cingendogli la vita con le gambe, mentre Zayn continuava dolcemente a toccarle i capelli soffici.
-Non voleva che lo dicessi a nessuno, Louis odia quando i suoi segreti vengono spifferati.- ammise facendo una faccia strana.
-Vabbè, l’importante è che ora stanno insieme e sono felici.- disse Zoe.
-Proprio come noi, no?- Zayn sorrise, facendo scontrare i loro nasi.
-Beh, sì, proprio come noi.- ripetè lei.
Si strinsero in un dolce bacio, facendo in modo che le loro mani potessero esplorarsi a vicenda, sfiorandosi delicatamente e fugacemente.
-Mh, perché finisce sempre che ci ritroviamo a toccarci e a baciarci?- disse Zoe con un sorriso, ma Zayn sembrò quasi non ascoltarla, si limitò semplicemente a sorriderle a fior di labbra, prima di ritornare a baciarla con passione, facendola poggiare con delicatezza sul letto, e mettendola su di sé, cominciando a passarle una mano tra i capelli e a massaggiarle il capo. Le sfiorò la schiena con una mano, percorrendole tutta la spina dorsale con un dito, sentendola quasi rabbrividire sopra di sé, emettendo quasi un gemito. –Dio, lo sai che mi piace quando fai così.- disse Zoe.
-Allora.. lo farò più spesso.- rise.
Tornò nuovamente a baciarla, sentendo poi Zoe che mosse il bacino contro il suo, ed entrambi emisero un piccolo ansimo, facendo scontrare i loro respiri, fino a quando non aprirono gli occhi per potersi guardare. Rimasero lì una manciata di secondi, mentre Zayn passava delicatamente una mano sulla guancia rosea di mia sorella, facendole un sorriso.
-Stiamo insieme da meno di un mese, eppure.. non posso più stare senza di te, lo sai questo?- ammise Zayn, guardandola fissa negli occhi.
-Ora lo so.- Zoe sorrise, baciandogli le labbra dolcemente.
-Beh, ti va di dormire? Sono stanco, piccola.- sussurrò lui.
-Si, anche io, dai, mettiamoci a dormire.- si sistemarono sotto le coperte, stringendosi tra di loro. Zoe poggiò dolcemente la testa sulla spalla di Zayn, nascondendo quasi il viso nell’incavo del suo collo, e stampandogli un piccolo bacio proprio in quel punto subito dopo. Poggiò la mano sul suo petto, socchiudendo appena gli occhi.
Entrambi erano stanchi, ma sarebbero rimasti svegli solo per continuare a stare lì, sotto le coperte e scambiarsi dolci gesti d’amore in quella nottata estiva. –Allora.. buona notte piccola.- sussurrò lui, stampandole un bacio sulla fronte, ma subito dopo le prese il viso dal mento per poterle lasciare un umido bacio sulle labbra, regalandole poi un sorriso.
-Buona notte piccolo.- disse lei a fior di labbra. Entrambi chiusero gli occhi addormentandosi lì abbracciati, facendosi cullare dalle braccia docili di Morfeo, in quella silenziosa notte.

Le mie gambe erano intrecciate alla vita di Louis, e stavamo così seduti sul prato verde di casa mia, stretti l’uno con l’altra, mentre le nostre labbra si sfioravano dolcemente l’una con l’altra. Chissà quante ore erano passate da quando avevamo cominciato a baciarci. Forse una o forse due, precisamente non lo ricordo; ricordo solo le sue soffici labbra sulle mie, fino allo sfinimento quasi, eppure mi piaceva, non mi sarei mai voluta staccare da lui. Era una sensazione che mai avevo provato, e adesso sembrava tutto magnifico, tutto splendente tra le sue braccia.
Era l’una di notte circa, e noi eravamo lì, sotto la candida luna bianca a stringerci in un bacio passionale.
Mi stringeva forte i fianchi con le mani, avvicinandomi sempre di più a lui, mentre io intrecciavo le mie dita tra i suoi capelli. Erano morbidi, mi piacevano tantissimo, e gliel’avevo ripetuto fin troppe volte quella sera. Ci staccammo per un momento, forse per prendere un respiro, ma scoppiammo entrambi a ridere dopo esserci guardati negli occhi per un istante. –Che c’è?- chiese ancora con il sorriso sul viso.
-Niente, è tanto che ci baciamo!- risi.
-E ti dispiace?-
-Perché dovrebbe? Anzi, tutt’altro.- risposi con un tono di malizia nella voce, prima di ritrovarmi di nuovo a baciarlo dolcemente. Lo lasciai scivolare a terra, accorgendomi poi che ero praticamente a cavalcioni su di lui. Mi avvicinai al suo collo, lasciandogli due piccoli baci lì, che a lui piacevano tanto, poi alzai il viso per poterlo guardare.
-Sai che ore sono, vero?- chiesi.
-E’ l’una e mezza di notte.- rispose.
-Dovremmo andare a dormire!- dissi, vedendo che però lui continuava a tentarmi con dolci baci, facendomi anche ridere. –Dai non provocarmi!- risi. –Ma mi piace darti baci!- ammise Louis, alzando appena il busto, e alzandosi in piedi tenendomi praticamente in braccio.
-Quindi hai sonno?- chiese con un sorriso. Il più bello di tutto il mondo probabilmente, quello che mi aveva appena fatto venire le farfalle allo stomaco, che mi stava facendo battere il cuore in una maniera anormale.
-Un po’ sì, e poi.. voglio stare nel letto con te!- ammisi cingendogli il collo con le braccia, lui annuii, mettendomi giù, e cercammo di aprire la porta il più lentamente possibile per entrare dentro casa. Gli feci segno di fare silenzio, e salimmo le scale in totale tranquillità, senza farci sentire da nessuno, e ci fiondammo nella mia stanza, chiudendo la porta alle nostre spalle. –Ok, ce l’abbiamo fatta!- risi buttandomi sul letto.
-Devo ancora mettere il pigiama.- borbottai aprendo il cassetto e prendendo il mio solito pigiama estivo che indossavo spesso. Poi pensai un attimo al fatto che mi vergognavo a farmi vedere in intimo da Louis. Okay, era il mio ragazzo, ma solo da due giorni, e non mi veniva poi così spontaneo togliermi la maglietta davanti a lui come se niente fosse.
Benchè i primi tempi io pensassi che Louis fosse un gran pervertito, o cose del genere, al contrario non si era ancora spinto a mettermi nemmeno una mano sotto la maglietta, e la cosa mi sembrava anche strana, ma lo preferivo. Non avevo motivo di correre.
-Louis..- dissi con un sussurro quasi. Lui si voltò guardandomi.
-Emh.. dovrei cambiarmi.- le mie guance probabilmente diventarono rosse, e vidi lui che prima mi osservò perplesso, senza capire quale fosse il problema, poi ricollegò e fece un cenno con la testa. –Beh, allora esco fuori, ne approfitto per lavarmi i denti!- disse uscendo dalla stanza e gli mandai un bacio con la mano che lui ricambiò con un sorriso. Misi velocemente il pigiama, e poi diedi un po’ di ordine nella mia stanza. Anche se adesso stavo con Louis, il mio giudizio sul fatto che era estremamente disordinato non cambiava di sicuro, anzi, tutt’altro.
Rientrò in stanza qualche minuto dopo, e stava a torso nudo con la maglietta poggiata sulle spalle. Lo guardai mordendomi il labbro alla vista del suo fisico. Mi piaceva, decisamente. –Bene macho, andiamo a dormire ora!- tolse i pantaloni. Ormai per me era abitudine vederlo in boxer, lo faceva anche quando non stavamo insieme, e prima mi dava parecchio fastidio. Era una sua abitudine dormire così. Ora come ora.. non mi dispiaceva affatto!
Mi buttai sul letto, lasciando accesa solo la piccola luce del comodino, e vidi Louis che mi raggiunse qualche minuto dopo, distendendosi vicino a me. –Come siamo di fretta oggi!- ridacchiò dandomi un bacio nella fronte.
-Sono stanca morta!- ammisi nascondendo la testa sotto il cuscino.
-Mi prometti che domani eviterai di distruggermi la testa?- evidentemente si riferiva al fatto che quella mattina gli avevo praticamente tolto il cuscino dalla testa con tutta la violenza che avevo in corpo, fino a fargli male. Ridacchiai appena, e poi gli stampai un bacio sulle labbra.
-Buona notte, Lou.- sussurrai a fior di labbra, poggiando poi la testa sul cuscino, e lasciandomi attorniare la vita dalle sue mani. Misi la schiena contro il suo petto, e sentii la sua mani poggiata sulla mia pancia. –Buona notte piccola Arya.- sussurrò lui al mio orecchio, baciandomi la guancia, prima di spegnere la luce.

Note dell'autrice: *sparge amore ovunque* okay, questo capitolo è tanto taaanto amore! ahah, non ho nulla di particolare da dirvi, sempre grazie per tutto dolcezze mie <3
 
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( ireheydu )
view post Posted on 6/9/2011, 15:05




Capitolo 13.



Agosto era ormai alle porte.
Luglio era finito da qualche giorno, ed erano passati almeno una decina di giorni da quel bacio. Sì, quel bacio che diede inizio alla storia mia e di Louis, eppure mi sembrava di stare con lui da un’eternità. Di recente avevamo deciso con Zoe e Zayn di fare una vacanza, si, solo noi quattro, in una piccola località dell’Inghilterra.
Bradford.
Distava un bel po’ da Londra, ma avevamo voglia di passare tre giorni in una nuova città, e a divertirci in giro per l’hotel. Avevamo prenotato un bellissimo hotel a quattro stelle, con tanto di piscina e divertimenti vari, ed eravamo certi che avremmo passato una bella vacanza, anche se saremmo stati lì pochissimo. Partimmo quella mattina, precisamente alle sette, e fu qualcosa di assolutamente straziante, ma erano tre ore di strada da Londra a Bradford, quindi eravamo costretti a svegliarci presto. Decidemmo di partire con un treno, non potendoci permettere il costo dell’aereo, e alle otto e mezza circa eravamo già lì alla stazione pronti a prendere il treno che, per colpa di Zayn e Zoe, stavamo per perdere, ma fortunatamente ci ritrovammo lì senza nessun problema.
-La prossima volta evitate di chiudervi in bagno, grazie!- disse Louis, poggiando la valigia nello scompartimento in alto, e ci sedemmo nei sedili. Erano quattro sedili. Due di fronte agli altri due, e io mi sedetti vicino a Louis, proprio come Zoe si sedette vicino a Zayn, e immediatamente poggiai la testa sulla spalla del mio ragazzo, reclamando una bella dormita, della quale avevo proprio bisogno. Probabilmente quelle tre ore passarono senza che nessuno di noi se ne accorgesse. La prima ora rimanemmo lì a parlare del più e del meno, come era nostro solito fare, a ridere e a scherzare, per il resto del viaggio tutti e quattro ci addormentammo, stremati dalla nottata precedente.
Tutti avevamo dormito pochissime ore, ed era il caso di riposare viste le circostanze.
Ci svegliammo proprio mezz’ora prima che il treno si fermasse indicandoci che eravamo arrivati a Bradford, la nostra tanto attesa destinazione. Mi sembrava davvero di aver dormire per giorni e giorni, eppure erano passate solo due ore. Ci alzammo tutti, e prendemmo le nostre valigie per scendere dal treno con una velocità impressionante. Già dalla stazione pensavamo che quella città era davvero diversa dalla nostra Londra.
-Ahh, finalmente!- appena scese, Louis, si stiracchiò emettendo uno strano rumore con la bocca, e lo zittii immediatamente. –Fai piano, mica stai a casa tua!- risi. Tutti insieme cominciammo a incamminarci verso quello che doveva essere il nostro hotel. Eravamo un tantino spaesati, ma comunque era qualcosa di estremamente divertente.
-Ce la faremo mai a trovare l’hotel?- chiese Zayn che teneva la mappa della città tra le mani e la girava e rigirava continuamente cercando di capire quale fosse la direzione giusta. –Idiota, è così.- disse Zoe girandogli dal lato giusto la mappa, e ridemmo tutti.
-Beh, sta di fatto che non ci capisco lo stesso nulla.- disse poi lui.
Louis gli strappò la mappa dalle mani, facendo roteare gli occhi.
-Lascia fare a me imbranato!- disse poi Louis guardando l’oggetto di carta davanti a sé. –Hey, avete finito con gli insulti?- sbraitò Zayn facendo il finto offeso.
-Te li meriti.- rispose Zoe sorridendo.
Io mi avvicinai a Louis per guardare la mappa, e alla fine l’hotel non distava poi così tanto da dove ci trovavamo noi, appunto per quello arrivammo lì una quindicina di minuti dopo. –Vedi? Sei imbranato, era semplicissimo arrivarci!- sentenziò Louis a Zayn.
-Vabbè, non ti vantare ora!- borbottò poi lui, dando uno spintone quasi a Louis. –Non ti picchio solo perché siamo in un hotel.- disse poi.
Uno dei fattorini ben vestiti dell’hotel ci consegnò le chiavi, e solo in quel momento mi accorsi di quanto fosse spettacolare il posto in cui ci trovavamo. Davvero lussuoso.
E lo erano anche le stanze in cui ci ritrovammo qualche minuto dopo con le valige depositate ai piedi del letto. Zoe e Zayn dormivano in una stanza, e io e Louis in un’altra così ognuno di noi poteva avere la propria privacy. –Ragazzi, vi va se cominciamo con un bel bagno nella piscina dell’hotel per rilassarci?- propose Zayn mentre cingeva le spalle di Zoe con il braccio. –Si, va bene!- risposi io.
-Ci vediamo nella Hall fra mezz’ora, non perdete tempo eh!- disse poi il ragazzo di fronte a me, che entrò poi nella sua stanza con mia sorella tra le braccia. Io e Louis entrammo nella nostra stanza, e subito mi buttai nel letto. –Ahhh, un letto!- dissi vedendo che poi lui si sedette proprio al mio fianco, carezzandomi i capelli.
-Mh, un bel bagno in piscina è proprio quello che ci vuole.- disse lui, chinandosi verso di me, e facendo scontrare i nostri nasi.
-Ma me lo dai un bacio?- chiesi. Mi sfiorò le labbra delicatamente prima di stringermi i fianchi. –Ok, ora possiamo mettere il costume!- risi, alzandomi di scatto dal letto e aprendo la mia valigia, e cominciando a svuotarla per cercare ciò di cui avevo bisogno, e lo stesso fece Louis.
Afferrai un costume, prima di correre verso il bagno per potermi cambiare, e ne uscii fuori qualche minuto più tardi con il mio costume bianco e nero, e subito mi guardai allo specchio.
-Mh, come mi sta?- chiesi voltandomi verso Louis che era rimasto a fissarmi, quasi attonito. –Non c’è motivo nemmeno di chiedermelo!- disse venendo dietro di me per afferrarmi dai fianchi. Anche lui aveva indossato il suo costume, e stava proprio a torso nudo in quel momento, così feci per voltarmi verso di lui, e mi ritrovai nuovamente a baciarlo, mentre facevamo scontrare i nostri nasi.
-Sei pronta per fare un bel bagno in piscina?- chiese.
-Decisamente, ne ho bisogno!- risposi poi.
-Sei bellissima così..- il rumore di qualcuno che bussò alla porta, ci fece sobbalzare, rompendo quel magnifico momento che si era creato.
-Voi due! Uscite fuori, che noi siamo pronti!- la voce di Zoe si riconosceva perfettamente. –Ma non eravamo rimasti che ci vedevamo tra mezz’ora in Hall?- chiese Louis aprendo poi la porta e ritrovandosi Zoe e Zayn proprio appoggiati allo stipite della porta.
-Ci andava di rompervi un po’- risero entrambi.
-Aspettate, metto dei pantaloncini, prendo la borsa, e andiamo!- feci tutto il pochissimi secondi, ritrovandomi poi pronta per scendere giù nella magnifica piscina dell’hotel. Scendemmo dall’ascensore, fino ad arrivare in quel giardinetto che ospitava la piscina e un’altra ventina di persone in quel momento. Trovammo quattro sdraio e lasciammo lì le nostre cose. –Ok, io mi butto subito!- disse Zayn, togliendosi immediatamente la maglietta senza nemmeno aspettare due secondi, e fu così che già lo ritrovai a mollo in acqua. Anche Zoe fece lo stesso, proprio per raggiungere il suo ragazzo, ma io e Louis rimanemmo lì ancora due minuti, mentre io sistemavo le nostre tovaglie. Il sole splendeva alto sopra le nostre teste, e sicuramente era il caso di mettere una crema protettiva. –Amore, vieni qui.- dissi chiamando Louis, facendolo venire verso di me. –Mettiamo la crema?- chiesi.
Sembravo quasi una mamma con il suo piccolo bambino.
-No mamma, non voglio!- disse Louis affermando la mia teoria.
-Va bene, se stasera poi ti ritrovi tutto rosso e nemmeno puoi muoverti, ne riparliamo!- rimisi tutto dentro la borsa, sedendomi in una sdraio, mettendo gli occhiali da sole. Louis stava in piedi a bordo piscina, osservando com’era la situazione.
Quel momento mi parve perfetto per poterlo spingere giù nella piscina, l’avrei vendicato per tutte quelle volte in cui mi faceva dispetti. Mi alzai così da dove ero seduta, avvicinandomi lentamente verso di lui.
Lo spinsi con tutte le forze che avevo in acqua vedendo Zayn che scoppiò a ridere dopo essersi visto tutta la scena. Risi anche io, vedendolo che boccheggiava. –Questa me la paghi!- disse.
-Davvero? E come?- chiesi mettendo le mani nei fianchi con aria di superiorità. Mi preoccupai appena lo vidi salire dalla scaletta della piscina, correndo verso di me. Non ebbi il tempo di scappare, e così mi ritrovai in braccio a Louis, quasi urlando, senza pensare alle persone che c’erano accanto a noi. Non passarono molto secondi che Lui mi buttò in acqua. Uscii fuori la testa quasi boccheggiando.
-Sei stronzo! Vieni qui subito!- dissi accorgendomi poi di avere ancora gli occhiali da sole. Mi raggiunse senza che io me ne accorgessi, e mi prese da dietro facendomi trasalire quasi, e mi voltai verso di lui.
-Stronzo!- dissi mettendo il broncio mentre lui rideva.
-Sei stata tu a cominciare!- rispose.
-Che significa? Era per vendicarmi del passato.- risi.
-Davvero? Ah, allora è finita.- disse cercando di fare il serio, allontanandosi così da me. Lo afferrai per un braccio, avvicinandolo di nuovo, e guardandolo fisso negli occhi. –Non dirlo nemmeno per scherzo, sai che non posso stare senza di te.- sussurrai con un sorriso.
-Allora rimango?- chiese, e io annuii semplicemente, prima di ritrovarmi totalmente travolta dagli schizzi di Zoe e Zayn in quel momento. Avevano un talento innato: sapevano perfettamente distruggere i momenti romantici. Io e Louis ci voltammo verso di loro con sguardi minacciosi, prima di ritrovarci praticamente su di loro, quasi per assalirli. Cominciò una sorta di guerra lì in acqua, fatta di schizzi e grida, ma come sempre sembrava che ci stessimo divertendo, e anche fin troppo probabilmente. –Ok, calma, pace!- disse Zayn ormai accecato dagli schizzi dell’acqua. –Vorrei avere ancora un fidanzato che ci vede!- rise Zoe, abbracciandolo. –Io rientro dentro, mi si sta raggrinzendo la pelle!- dissi guardando le mie mani, e dirigendomi verso la scaletta della piscina, fino a quando non sentii le mani di Louis prendermi, buttandomi di nuovo in acqua verso di lui. –Dove cerchi di andare, ah?- ridacchio, sussurrando al mio orecchio, prima di baciarmi il collo dolcemente.
-Volevo prendermi un po’ di sole- risi, voltandomi per stampargli un bacio sulle labbra. –Ok, allora ti autorizzo a farlo.- mi diede subito dopo una piccola pacca nel sedere che quasi mi fece sobbalzare.
-Hey! Piano con il mio culo!- risi, e lo fece anche lui.
Mi diressi verso la mia sdraio, distendendomi così, bagnata per com’ero, indossando gli occhiali da sole, e qualche minuto dopo notai che anche Zoe mi stava raggiungendo, e si mise proprio al mio fianco. –Ci voleva questa vacanza.- ammise con un sospiro.
-Più tardi abbiamo intenzione di fare un giro per la città!- dissi poi.
-Si, sono d’accordo, dovrò comprare qualcosa anche qui!- rise.
Chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dai raggi del sole, che quel giorno ricoprivano la città di Bradford, quando fui interrotta dall’arrivo di Zayn e Louis, che si fiondarono sulle sdraio mie e di Zoe. Mi scostai per fare spazio a Louis. –Dovete sempre interrompere la pace!- disse mia sorella, facendo lo stesso con Zayn.
-Volevo prendermi il soleee.- borbottai.
-Ti do fastidio?- chiese Louis.
-Sisi, da morire!- ammisi con un sorriso.
-Anche se faccio così?- si avvicinò appena al mio collo, sfiorandomelo dolcemente con le labbra, facendomi quasi ansimare. –Via, non mi devi abbindolare così!- dissi allontanandolo da me.
-Mh, ma io voglio baciarti!- si avvicinò di nuovo poggiando le sue labbra sulle mie, premendo forte, come se non volesse più staccarsi, come se volesse rimanere così per sempre, e probabilmente non sarebbe stata una brutta idea. –Va bene, rimani qua.- risi, facendogli nuovamente spazio. Mi ritrovai le sue mani intorno alle spalle, e sentii che mi strinse forte a sé, mentre gli sfioravo il petto bagnato con le mani.

-Dai ragazzi, è ora di andare.- disse Zayn osservando l’orologio che teneva nel polso. Erano già passate due ore da quando eravamo arrivati in piscina, e dovevamo andare a pranzare. –Direi di fare prima una doccia, e poi ci ritroviamo nella Hall! Questa volta senza nessuno che bussi alla nostra porta!- precisò Louis, prima di prendermi per mano per potarmi con sé nella nostra stanza. –Ho bisogno di una doccia.- ammisi.
-Mh.. ti va di.. farla insieme?- chiese lui con aria timida dopo aver chiuso la porta alle sue spalle. Mi voltai, e forse fui titubante per un momento, ed ero quasi indecisa sulla risposta da dare. Forse era il caso di farmi avanti, non che avrei fatto chissà che cosa sotto la doccia, ma magari.. mi avrebbe aiutato ad avere un po’ di intimità con Louis.
Smisi di pensare. –Beh sì.- sorrisi e lui fece lo stesso, e ci dirigemmo entrambi verso il bagno. Tolsi i pantaloncini che indossavo, rimanendo in costume, e mi voltai qualche secondo dopo ritrovandomi Louis davanti che mi stringeva per i fianchi. Sentii poi le sue mani avvicinarsi al laccio del mio costume, e feci un sorriso. –Posso?- domandò, come se volesse chiedermi il permesso di toglierlo, e io annuii semplicemente, facendo in modo che lui potesse slacciarlo. Mi strinsi a lui, facendo scontrare i nostri petti, e mi ritrovai a baciarlo nuovamente. Entrammo sotto la doccia con solo gli slip dei nostri costumi, aprendo il getto d’acqua, ma ancora non ci eravamo staccati da quel bacio. Sfiorai il suo costume, facendolo scorrere delicatamente giù. Stavo prendendo l’iniziativa, e non era qualcosa che capitava spesso, ma adesso mi sentivo completamente coinvolta in ciò che stavamo facendo, mi stavo facendo trascinare da un po’ di lussuria, ma sapevo che non mi sarei spinta oltre.
Mi spinsi completamente contro di lui, sentendo la sua intimità scontrarsi contro di me, e quasi rabbrividii a quel contatto, e poco dopo anche i miei slip finirono dall’altra parte dell’enorme doccia in cui ci trovavamo. Mi staccai dalle sue labbra con un sorriso.
-Che c’è?- chiese carezzandomi i capelli ormai bagnati.
-Non so, mi sembra un po’.. strano. Non mi è mai successo niente di simile.- ammisi.
-C’è sempre una prima volta.- disse lui poi. Mi girai, poggiando la schiena contro il suo petto. Sentii le sue mani sfiorarmi le gambe dolcemente, e portai la testa indietro, lasciandomi andare sulla sua spalla. Le sue mani stavano cominciando a percorrere il mio interno coscia, e non esisteva niente di meglio, la cosa mi piaceva da morire. Il suo tocco era delicato, e le sue labbra che sfioravano il mio collo proprio in quel momento, davano assolutamente un senso di ebbrezza alla mia mente. Presi le sue mani accompagnandole sul mio corpo, come per dirgli dove muoversi e come, fino a quando di sua spontanea volontà non le porto verso la mia intimità, sfiorandola delicatamente con due dita.
Ansimai mordendomi forte il labbro, scontrandomi di più contro di lui, fino a quando non mi girai nuovamente per poterlo baciare, ma sentii subito la mia schiena andare contro il marmo della doccia. Le mani di Louis continuarono a sfiorarmi dolcemente, e le sue dita stavano vagando per esplorare ogni singola parte del mio corpo, fino a poggiarsi delicatamente sul mio seno. Dopo ciò, avvicinai le mie mani ai suoi fianchi, massaggiandogli poi l’inguine, in modo alquanto provocante, fino ad avvicinare la mano al suo membro, sfiorandolo piano con le unghie, e sentendolo gemere a fior di labbra, mentre si preoccupava di avvicinarmi a sé, stringendomi per la vita. Lo sfiorai nuovamente, questa volta con i polpastrelli, ed evidentemente era una cosa che gli piaceva da impazzire.
-Uh, mi fai diventare scemo così.- disse, sorridendo maliziosamente.
-Anche tu l’hai fatto prima con me.- risi.
Allontanai le mani, e lo fece anche lui, dopo avermi dato un semplice bacio sulle labbra. Sentii ancora le goccioline d’acqua riempire il mio corpo, e stare con Louis nella doccia era qualcosa che mi faceva stare davvero bene, e mi rilassava. –Però, non pensavo fosse così figo provocarti.- ridacchiai, poggiandogli le mani attorno al collo, facendo per avvicinare il suo viso al mio. –E non pensavo fosse così divertente provocare te!- disse lui in tutta risposta. Rimanemmo in doccia ancora una manciata di minuti, dandoci qualche toccatina fugace di tanto in tanto, seguita da qualche bacio.
-Dai, andiamo, sennò non riusciamo ad arrivare in tempo per il pranzo.- disse lui, aiutandomi ad uscire dalla doccia. Presi due asciugamani bianchi, e li mettemmo entrambi attorno al corpo, per poterci coprire. Legai i lunghi capelli castani con un elastico, in attesa di doverli asciugare. Mi guardai allo specchio, e notai Louis a torso nudo dietro di me. –Beh, non ti ho ancora fatto i complimenti per il fisico.- risi.
-Eppure stiamo insieme da più di dieci giorni, no?- disse baciandomi la guancia, prima di uscire dal bagno, dirigendosi verso la valigia per prendere il necessario. Sciolsi i capelli, per poterli asciugare.
-Io pure devo asciugarli.- disse Louis mettendo il broncio.
-Vuoi che lo faccio io?- ridacchiai.
-Si dai!- rispose contento. Risi nuovamente, prima di prendere il phon per potergli asciugare i capelli proprio come li voleva lui. Era molto più difficile di quanto pensassi, visto che aveva un taglio di capelli davvero strano. Passarono così almeno dieci minuti solo per poter sistemare i capelli di Louis, che però a toccarli erano lisci come la seta. –Ok, ora vai, che devo asciugare i miei!- dissi.
-Grazie piccola.- disse stampandomi poi ancora una volta un bacio in guancia prima di ritornare nella camera da letto. Asciugai i miei capelli, legandoli poi in una treccia, e lasciandola ricadere di lato sulla spalla. Raggiunsi Louis, lasciandomi scivolare via l’asciugamano, e indossando dell’intimo, e subito dopo dei jeans e una maglietta tanto per poter stare comoda almeno per il pranzo. Misi un paio di converse, e sistemai appena il trucco. –Okay, sono pronta.- dissi poi.
-Abbiamo ancora cinque minuti!- disse lui sedendosi sul letto, e il mio istinto mi disse proprio di raggiungerlo, e lo feci, avvicinandomi a lui con fare malizioso e sedendomi poi sulle sue gambe. –Pensavo ad una cosa.- mi disse carezzandomi il viso.
-Cosa?- domandai.
-Che sei bella.- ammise. Scoppiai a ridere, scuotendo la testa in segno di disaccordo. Non credevo per niente di essere bella, non lo pensavo proprio, eppure Louis continuava a ripetermelo incessantemente da quando stavamo insieme. –Smettila, è la verità.- disse lui con un sorriso, cominciando a solleticarmi la pancia. –Dai, non cominciare!- dissi tenendolo dai polsi. –Mh, volevo semplicemente sentire quanto sono belli i tuoi fianchi!- ridacchiò.
-Si, comincia a muoverti, che scendiamo giù a pranzo!- dissi alzandomi, e prendendogli la mano aiutandolo ad alzarsi da lì, mentre lo sentivo mugugnare e lamentarsi. –Smettila dai!- risi.
Uscimmo dalla porta della nostra stanza, in modo da poter raggiungere Zayn e Zoe che sicuramente erano già nella Hall dell’hotel ad aspettarci.

Quei tre giorni sembrarono volare così improvvisamente, come se niente fosse, e nessuno di noi aveva voglia di tornare a casa, per primi io e Louis. In quei giorni eravamo liberi di fare qualsiasi cosa, non avevamo alcun problema, e nessuno doveva nascondersi dagli sguardi di mio padre, ma adesso tutto sarebbe ritornato come prima. Era ormai agosto inoltrato, e lui presto sarebbe dovuto andare in ferie, e ciò mi rendeva ancora più nervosa, perché l’avrei avuto in casa ogni singolo momento della giornata, e questo preoccupava parecchio me e Louis. Era qualcosa di assolutamente negativo. Io e Louis eravamo svegli da circa dieci minuti, e stavamo nel letto nel tentativo di riuscire ad alzarci da lì, ma ogni sforzo era vano. –Oggi si torna a casa..- sussurrò lui con la voce impastata dal sonno. Io ansimai, quasi piagnucolando, e coprendomi la testa con il cuscino, come se non volessi sentire quelle parole davvero fastidiose. Casa. Già solo quello mi rendeva nervosa.
-Non si può rimanere qui per sempre?- chiesi facendo sbucare appena la testa per guardare Louis che stava disteso a pancia in su, con le mani dietro la testa. Pensai intanto che era tremendamente bello in quella posizione, specialmente a torso nudo.
-Fosse per me, potrei pure trasferirmi qui- ridacchiò, avvicinando il viso al mio, e lasciandomi una carezza.
Quei tre giorni erano trascorsi nel migliore dei modi.
Shopping, piscina, risate, e nient’altro. Insomma, le cose che più mi divertivano. Stavamo svegli fino a tarda notte a parlare nella stanza di Zayn e Zoe, e a fare gli scemi, proprio come sempre, e quasi tutto ciò mi fece pensare al periodo prima di stare con Louis. Da quando lui era arrivato, la mia vita aveva preso una svolta assolutamente decisiva, e quasi non mi sembrava vero. Da anni aspettavo che qualcosa mi facesse cambiare aria, e la persona che credevo stesse solo rovinando la mia vita, l’aveva cambiata improvvisamente.
-Ci alziamo?- chiese poi, dopo che io avevo socchiuso di nuovo gli occhi.
-Non ho voglia.- borbottai sorridendo, e ritrovandomi le labbra di Louis sulle mie. Tolsi il lenzuolo di dosso, stiracchiandomi in maniera scomposta. –A che ora è il treno?- chiesi.
-Alle due del pomeriggio, e sono le undici.- rispose alzando il busto, passandosi una mano sui capelli. Mi alzai pure io, aggrappandomi alla sua schiena, e poggiando la testa sulla sua spalla. Sentii le sue mani poggiarsi sulle mie, carezzandole dolcemente. –Susu piccola!- disse facendomi alzare. Mi alzai, con quelle poche forze che avevo in corpo, e la voglia di prepararmi era davvero pochissima, ma non avevo altra scelta quel giorno. Era già tardi, calcolando che all’una dovevamo già essere alla stazione, e dovevamo preparare ancora tutte le valigie.
Fu un’impresa abbastanza ardua, eppure riuscimmo a farcela. In meno di due ore eravamo già tutti svegli, con le valigie pronte, ma poco felici di ritornare a casa. Zoe e Zayn erano quelli che erano più assonnati di tutti, probabilmente perché la sera prima si erano dati alla pazza gioia, come avevano previsto di fare. La strada verso la stazione parve quasi infinita, e le mie gambe non riuscivano a reggere la strada.
In quei giorni avevo camminato fin troppo. Le strade di Bradford erano lunghe, e interessanti, e ti portavano quasi a non volerti fermare mai. Avevo la valigia che stava quasi esplodendo, avevo molto più cose di quanto ne avessi già all’andata, e così anche Zoe.
-Ho sonno.- sussurrò Zoe poggiandosi sulla mia spalla, proprio mentre ci eravamo seduti, in attesa del nostro treno. Piuttosto stupiti, ci accorgemmo di essere in perfetto orario, anzi, addirittura in anticipo.
-Mancano ancora tre quarti d’ora prima di salire sul treno.- sbuffò Zayn, dopo aver guardato il suo orologio.
Carezzai la testa di Zoe dolcemente, mentre socchiudeva gli occhi poggiata su di me, e mi avvicinai a lei. –Questo è perché vuoi divertirti sempre troppo.- ridacchiai.
-Non è vero!- mugugnò ancora con gli occhi chiusi, accennando un sorriso.
Vidi poi Louis mettersi vicino a me, stampandomi un bacio sulla guancia, e poggiandosi sulla mia spalla. –Anche tu? Suvvia, non sono un cuscino!- risi, facendoli alzare entrambi. Provammo a rimanere tutti svegli, anche se la voglia di tornare a casa era assolutamente contro i nostri sforzi.
Eppure quel lasso di tempo, passò piuttosto in fretta, e ci ritrovammo nel treno, pronti per tornare a Londra, pronti per ritornare alla normalità che avevamo probabilmente lasciato alle nostre spalle qualche giorno prima.

Note dell'autrice: Ultimamente non so mai che scrivere qui AHAHA sono sempre in pericolo, ma ne approfitto sempre per ringraziare coloro che leggono la mia fan fiction, ma soprattutto coloro che commentano, perchè ogni volta mi fate venire i brividi, giuro :3 e niente, spero vi siate godute anche questo capitolo! Un bacio, e al prossimo xx
 
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28 replies since 27/7/2011, 14:13   361 views
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